Siccità, acqua razionata anche nelle case. Il rischio: rubinetti chiusi la notte

Siccità, l’estate deve ancora cominciare, ma ci sono già le ordinanze dei Comuni. Multe salate contro gli sprechi

Più al caldo e con meno acqua. Verso un’estate che s’annuncia sul fronte delle temperature peggiore di quelle del 2017 e del 2003, non dobbiamo fare i conti solo con gli effetti della guerra in Ucraina che hanno fatto schizzare i prezzi del gas e ridurre per legge la temperatura dei condizionatori – per ora solo negli edifici pubblici – ma anche con la siccità. E se l’allarme è scattato prima nel bacino del Po, ai livelli minimi da settant’anni, e per cui lunedì ci sarà un nuovo vertice istituzionale, ora riguarda anche il Centro e il Sud Italia. E ogni giorno si allunga l’elenco dei Comuni dove sono previste limitazioni all’uso dell’acqua potabile, per fini non igienici e domestici, suggerite dai gestori e dalle autorità idriche, come quella toscana. Ma il rischio è che di questo passo aumentino i razionamenti.

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Sommario

L’allarme per 183 comuni

A ieri Utilitalia, la Federazione che riunisce l’80% delle aziende dei servizi pubblici idrici, dell’ambiente, del gas e dell’elettricità, stimava la richiesta dei gestori di limitare con ordinanze l’uso dell’acqua potabile in 183 Comuni. Di questi 133 in Piemonte e 36 in Lombardia: 25 nella Bergamasca servita da Uniacque, 9 a Varese e dintorni con il gestore LereTi e 2 sul lago di Como (Lario Reti). In Emilia Romagna invece si contano 14 richieste nei Comuni serviti da Montagna 2000, gestori delle Valli del Taro e del Ceno, mentre per ora non si sono mossi big come Hera e Iren.

La richiesta di razionamenti 

Di fronte alla carenza d’acqua, le multiutility del servizio idrico integrato del bacino del Po avrebbero chiesto ai sindaci di razionare l’acqua potabile di notte. Questo non significa però che per forza le richieste siano state tutte già accolte, o lo saranno, dai Comuni. Un conto è appellarsi al senso civico dei cittadini perché non sprechino l’acqua innaffiando le piante, lavando l’auto o riempiendo le piscine, costringendoli anche a evitare questi comportamenti con le ordinanze e le relative sanzioni per i trasgressori (da 50 a 500 euro) un altro invece è il razionamento. Una decisione che però, spiegano a Utilitalia, rappresenta l’ultima ratio tenendo conto del valore intrinseco del bene primario idrico.

La chiusura dei rubinetti

Di fronte all’emergenza le ordinanze dei Comuni e i gestori possono decidere i razionamenti. Il razionamento può consistere in una riduzione della pressione dell’acqua come ha spiegato il dg di Utilitalia, Giordano Carullo, durante le ore notturne con maggiori difficoltà ai piani alti delle abitazioni o per l’acqua calda della doccia. O in una sospensione dell’erogazione – cosa non nuova in alcuni Comuni del Sud in estate – per alcune ore. In genere quelle notturne, fino all’estremo di poter aprire i rubinetti solo il mattino, a mezzogiorno e la sera. In tutti i casi la cittadinanza va preavvertita e, come nel caso di guasti, possono essere previsti rifornimenti per le strade via autobotte.

Stop agli sprechi

Se nei prossimi cinque anni le aziende idriche, ricordano a Utilitalia, sono pronte a investire 11 miliardi per efficientare le reti, è preoccupante, denuncia Rosario Trefiletti, presidente di Centro consumatori Italia, che ancora non si sia risolto il problema delle dispersioni delle reti mentre gli italiani consumano 215 litri per abitante al giorno contro la media europea di 125. Ma far ridurre i consumi chiudendo i rubinetti, avverte sempre Trefiletti, per un bene primario come l’acqua "sarebbe una scelta difficile da attuare. Meglio sarebbe incentivare campagne anti-sprechi".

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