Acqua marcia, rischio epatite e tetano: scattano le vaccinazioni di massa a Conselice

A Conselice, nel Ravennate, tutti i residenti sono invitati a immunizzarsi contro le due malattie. I soccorritori e cittadini sono spesso costretti a disattendere le raccomandazioni sanitarie.

A Conselice continua la lotta con l’acqua che sommerge ancora gran parte della cittadina dopo l’alluvione. E cresce la paura per i rischi sanitari legati a questo lago scuro e maleodorante, nel quale galleggiano pesci morti e ricoperto di chiazze di carburante.

Acqua ancora alta a Conselice
Acqua ancora alta a Conselice

Per questo l’Ausl è corsa ai ripari invitando la popolazione a lasciare le case allagate, che alcuni cittadini si rifiutano ancora di abbandonare, e a vaccinarsi contro tetano ed Epatite A. Per questo è stato realizzato un punto vaccinale alla Casa della Comunità, in una zona non allagata, e che sarà attivo tutta la mattina. I numeri dei cittadini a cui si rivolge non dovrebbero essere grandi, si stima che chi non è già coperto dall’antitetanica sia il 10 per cento dei circa novemila residenti nel comune, 500 dei quali sono già stati evacuati e 220 ospitati in strutture di accoglienza. Fra gli abitanti di Conselice circolano anche voci allarmanti su ferite infette, gonfiori su braccia e gambe fra chi è più spesso entrato a contatto con l’acqua. L’Ausl ha invitato a proteggersi con guanti e stivali, ma al momento non risultano ufficialmente infezioni rilevanti.

Le raccomandazioni vengono spesso disattese per cause di forza maggiore: nei quartieri ancora allagati chi ha preferito non venire evacuato può solo scegliere fra l’essere rifornito di acqua e viveri dai mezzi di soccorso oppure scendere in strada e procurarseli in autonomia. In molti punti della città, dove ancora è presente quasi un metro d’acqua, gli stivali non sono neppure sufficienti, al punto che due giovanissimi, Marco e Lorenzo, si sono muniti di tenute da pescatori: "È l’unico modo per svuotare la casa dai materiali intrisi dall’acqua", spiegano. I due sono fra i pochissimi ad aggirarsi nel cuore di una delle due principali zone alluvionate, tra via Verdi, la ferrovia e via Venezia: più in là, in quella che prima era un’area naturale, si dice siano numerose le carcasse di animali uccisi dall’inondazione.

Mentre negli altri comuni romagnoli l’emergenza è dettata dallo smaltimento dei rifiuti, a Conselice, a dieci giorni dall’alluvione, si è ancora nella prima fase della crisi, con mezza cittadina allagata e le persone isolate affacciate ai terrazzi. Il livello dell’acqua è continuato a salire fino a martedì, poi negli ultimi due giorni, complice il lavoro delle idrovore, è lentamente sceso di una ventina di centimetri. In quei dieci giorni però l’acqua si è intrisa di gasolio – che luccica sulla superficie pressoché in qualsiasi parte del paese, in quantità eccezionalmente più grandi di quelle viste negli altri comuni – oltre che dei contenuti dei tombini.

A Conselice è arrivato dal Veneto anche un gruppo di Soccorso veterinario: pure per gli animali esiste infatti il rischio del tetano; in ogni caso per molti dei maiali e dei bovini sopravvissuti ma rimasti a lungo a contatto con le acque dell’alluvione si profila ormai l’abbattimento. In uno scenario di tale desolazione non è una sorpresa che molti abitanti, sin dalle prime ore della mattinata, siano appostati davanti al Comune, con l’intenzione di fronteggiare la sindaca Paola Pula. Il municipio è presidiato da Polizia e Carabinieri: non si sono registrati incidenti, benché i cittadini paiano irremovibili: "Non ci muoveremo di qui, torneremo davanti al Comune fino a che Conselice non sarà stata almeno liberata dalle acque". Secondo le stime degli enti locali, ci vorranno però ancora diversi giorni.