Martedì 23 Aprile 2024

Rimini, il papà del bimbo accoltellato: "Mio figlio è vivo, ma è un miracolo"

Il somalo che ha ferito 5 persone ha reciso la carotide al bimbo di 6 anni. Il piccolo passeggiava con la famiglia

Il somalo 26enne fermato dopo l’accoltellamento dalla Polizia

Il somalo 26enne fermato dopo l’accoltellamento dalla Polizia

Bende e drenaggio non gli hanno impedito di sorridere. "Hai visto quanti regali ho ricevuto, papà? Mi hanno fatto guardare pure i cartoni animati". Tamin, 6 anni, oggi avrebbe cominciato la scuola elementare se un folle non l’avesse accoltellato mentre camminava con papà e mamma. Tamin è una delle 5 persone ferite sabato a Rimini da Somane Duula, 26enne somalo arrivato in Italia da pochi mesi. Secondo gli inquirenti "ha rischiato di fare una strage". L’africano ha accoltellato prima le due donne controllori che gli avevano chiesto il biglietto sul bus, e poi, durante la folle fuga a piedi, altre due donne, una 27enne di Pesaro e una 77enne di Grugliasco, infine il piccolo Tamin, figlio di una coppia del Bangladesh che vive a Poggio Torriana, un comune del Riminese. L’aggressore è stato fermato e arrestato dopo un’autentica caccia all’uomo della Polizia, che l’ha inseguito per cinque chilometri con una trentina di agenti.

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Tamin è quello che ha rischiato di più, tra i feriti. Il somalo l’ha aggredito alle spalle, non con il coltello ma con un paio di forbici. Il colpo gli ha reciso la carotide. Il bambino è stato operato d’urgenza sabato sera all’ospedale Infermi di Rimini dall’équipe guidata dai primari Salvatore Tarantini (chirurgia vascolare) e Vincenzo Domenichelli (della chirurgia pediatrica). Gli è stata ricostruita la carotide, ieri mattina è tornato sotto i ferri per un secondo intervento di rifinitura. "Le operazioni sono riuscite bene", dice Tarantini. A breve Tamin lascerà la rianimazione, dov’è tuttora in osservazione, e sarà trasferito in un altro reparto. "Non vediamo l’ora di riportarlo a casa", dice il papà, Sunny. Che ha fatto la notte in ospedale per stare vicino al figlio. Ieri gli sono rimasti sempre accanto nella notte anche il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, e il vice Roberta Frisoni. È accorso in ospedale anche Maurizio Focchi, titolare dell’industria dove lavora Sunny.

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Proprio il padre ieri mattina, finalmente sollevato dopo l’esito dei due interventi, ha raccontato l’aggressione: "Stavamo passeggiando io, lui, mia moglie e una sua amica lungo viale Regina Elena (uno dei viali principali della zona mare di Rimini, vicino alla spiaggia, ndr) quando all’improvviso, alle spalle, è arrivato di corsa l’aggressore e ha colpito mio figlio. Ha ferito lui, ma è stato un caso. Poteva ferire me, mia moglie, qualsiasi altra persona. È successo tutto in pochi secondi. È un miracolo che sia ancora vivo. Adesso sta molto meglio, e non vediamo l’ora di portarlo a casa".

Tanti in queste ore si sono prodigati per aiutare la famiglia. Il Comune di Rimini e quello di Poggio Torriana hanno attivato i servizi sociali per "garantire – dice il sindaco riminese Andrea Gnassi – tutto il supporto e il sostegno di cui la famiglia ha bisogno, anche dal punto di vista psicologico". E al piccolo Tamin ieri in ospedale hanno portato tanti regali, tra cui una macchinina della polizia telecomandata. "Grazie a poliziotti, a medici, istituzioni, al mio datore di lavoro e a tutti gli altri che ci stanno aiutando", dice Sunny. Per quanto riguarda gli altri feriti, solo uno è ancora ricoverato. È Daniela, una delle donne controllori, ferita alla gola e all’avambraccio: è all’ospedale di Cesena in chirurgia d’urgenza, la prognosi è di 60 giorni. L’altra, colpita al torace ma è già stata dimessa e guarirà in 10 giorni. Già a casa le altre due donne ferite.

Restano ancora tanti interrogativi. Cosa ha spinto Duula al raptus che poteva costare la vita a Tamin e altre persone? Sabato era l’11 settembre, ma il procuratore capo di Rimini Elisabetta Melotti spiega che "allo stato attuale non c’è alcun elemento che faccia ravvisare questioni legate al terrorismo". Sabato notte Davide Ercolani, il magistrato che coordina le indagini, ha interrogato il somalo in Questura alla presenza del suo avvocato. Duula era in stato confusionale, ha ammesso con il pm di aver assunto della cocaina prima di salire sul bus. Oggi il giovane comparirà di fronte al gip e verrà sottoposto all’interrogatorio di garanzia. È accusato di tentato omicidio per futili motivi, tentata rapina e altri reati.