Martedì 23 Aprile 2024

Accoltella il compagno di scuola Il dramma in classe: basta, mi umilia

Rimini, lo studente di 14 anni ha usato un coltello portato da casa: sono bullizzato. La lama ha sfiorato il fegato

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di Lorenzo Muccioli

Tutto sarebbe cominciato con qualche scherzo. L’astuccio o lo zaino rovesciati. Uno spintone. Il tutto condito da sfottò e prese in giro, anche a sfondo sessuale. Alla fine però è arrivata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E lui – uno studente riminese di 14 anni, iscritto al primo anno dell’istituto professionale Leon Battista Alberti – è esploso. Ieri mattina, in un’aula laboratorio al piano terra della scuola, ha tirato fuori il coltello a serramanico che si era portato da casa. Di fronte agli occhi terrorizzati degli altri, poco prima delle 9, lo ha piantato nell’addome di un compagno di classe, coetaneo, lo stesso che a suo dire lo avrebbe tormentato e sbeffeggiato per tutto quel tempo, fino a farlo saltare in aria. Per una questione di millimetri, la lama non ha raggiunto il fegato. Il ferito si è trascinato sanguinante fuori dall’aula, subito soccorso dai professori e poi dal personale del 118. Trasportato d’urgenza all’ospedale Bufalini di Cesena, non è in pericolo di vita. Guarirà in 40 giorni.

In via Tambroni sono intervenute le pattuglie della squadra mobile di Rimini. Gli agenti hanno trovato l’aggressore seduto al suo posto, nella classe deserta (gli altri studenti erano stati fatti uscire in fretta e furia). Piangeva a dirotto. Si è lasciato condurre in questura, dove è stato raggiunto dalla madre. Lì è cominciato un lungo interrogatorio, con il 14enne, ora indagato a piede libero per lesioni gravi, che ha subito ammesso le sue colpe e si è detto pentito per quel gesto. Agli agenti della polizia ha raccontato anche un’altra storia, una storia terribile. Un racconto, il suo, che parla di vessazioni e umiliazioni (verbali e mai fisiche) perpetrate, tra una lezione e l’altra, da quel compagno di classe. Di parole taglienti come lame di rasoio e di frecciate sempre più pesanti. Scherzi infantili (o forse qualcosa di più) che alla fine lo avrebbero portato all’esasperazione. Anche la madre del ragazzo sarebbe stata al corrente degli episodi di bullismo (se di bullismo effettivamente si tratta) ai danni del figlio. Il caso è stato affidato alla procura dei minori di Bologna. Il racconto del 14enne dovrà essere vagliato e messo a confronto con le altre testimonianze: quelle dei compagni di classe, dei professori e della dirigenza scolastica, che saranno ascoltati. Gli investigatori sono già al lavoro per ricostruire la dinamica. Sarà fondamentale capire quale rapporto ci fosse tra l’aggressore e la vittima, comprendere quale molla sia scattata nella testa del 14enne, spingendolo a presentarsi a scuola armato di coltello.

Di bullismo non parla, almeno per ora, la dirigente scolastica, Franca Berardi. "Prima di allora i due ragazzi non avevano mai dato segni di squilibrio. Non c’era nulla, nessun elemento, che potesse far presagire una reazione esagerata come quella a cui abbiamo assistito". La preside parla di "due giovani che fino a oggi non avevano mai dato nessuno tipo di problema. Studenti del primo anno con un rendimento perfettamente nella norma e che non avevano mai ricevuto note o provvedimenti disciplinari. Da questo punto di vista la scuola è molto attenta nel monitorare quotidianamente i rapporti tra giovani, intervenendo immediatamente di fronte a situazioni poco chiare. Allo stesso tempo viene svolto un lavoro importantissimo sul fronte educativo, coinvolgendo direttamente le famiglie e collaborando attivamente con esse, nel segno della massima trasparenza". Sbagliato, aggiunge, tirare in ballo "vessazioni o di maltrattamenti, come ha fatto qualcuno. Il personale docente non ha mai ricevuto segnalazioni in tal senso né ci sono mai stati fenomeni di bullismo conclamati o episodi pregressi". Il 1° dicembre scorso, uno studente 17enne dello stesso istituto (poi sospeso), al cambio dell’ora, aveva tirato fuori una pistola giocattolo, mostrandola alla sua insegnante. La professoressa aveva perso i sensi e sul posto erano accorsi i carabinieri.