Martedì 23 Aprile 2024

"Abusi sulla moglie? Archiviamo" La procura finisce nella bufera

Minacciata col coltello, il magistrato: lecito vincere la resistenza della partner per un rapporto. L’imbarazzo del procuratore capo: mai sottovalutate le costrizioni nelle relazioni di coppia

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La moglie denuncia il marito per maltrattamento e abusi sessuali, l’avrebbe pure minacciata col coltello per convincerla a un rapporto. Ma la pm chiede l’archiviazione, perchè, in un rapporto coniugale, un uomo deve sapere "vincere quel minimo di resistenza che ogni donna, nella stanchezza delle incombenze quotidiane, tende a esercitare quando un marito, particolarmente amante della materia, tenta un approccio sessuale".

Succede a Benevento, anno 2021, dove è in corso il procedimento innescato dalla denuncia di una donna, Maria (il nome è di fantasia) nei confronti del marito. Le parole della pm, riportate da Il Fatto Quotidiano, hanno fatto (giustamente) scalpore, tanto che il procuratore della Repubblica di Benevento, Aldo Policastro, ieri ha tenuto a precisare che la richiesta di opposizione all’archiviazione presentata dall’avvocato della donna è ancora al vaglio dei magistrati e che "mai è stato sottovalutato l’approccio costrittivo nei rapporti uomo-donna". E vengono citate una serie di iniziative prese contro la violenza di genere.

Eppure, la denuncia di Maria arriva a descrivere circostanze molto precise. Come quando, una sera, il marito "prende il coltello con cui stava tagliando il pane e lo punta al collo della moglie dicendo che prima o poi sarebbe stato menzionato lui al telegiornale". Gesto che viene derubricato dalla pm – che porta in sostegno alcune chat tra i due – a gesto "compiuto per scherzo, per quanto di cattivo gusto". Come dire: Maria avrebbe poco senso dell’umorismo. La pm insiste, riferendosi al caso: "I fatti carnali devono essere ridimensionati nella loro portata, non essendo state descritte espressioni di minaccia o di costrizione fisica, né di abuso di autorità".

Un punto di vista difficile da digerire, tanto più a poche settimane dal varo della stretta contro la violenza alle donne, una vera piaga italiana: nel nostro Paese viene uccisa una donna ogni tre giorni.

Laura Ravetto, responsabile del dipartimento Pari opportunità della Lega, va giù pari: "Queste incredibili motivazioni lasciano capire quanto il nostro Paese sia ancora legato al concetto di donna come oggetto da possedere". Addurre poi come ’attenutante’ il fatto che "il rapporto coniugale fosse in una fase in cui lei stava meditando la separazione", rende ancora più sconvolgente il ragionamento. "Serve la cultura del rispetto per una lotta senza tregua alla cultura del ‘se l’è cercata’", chiude la Ravetto.

A rincarare la dose è Silvia Fregolent, deputata di Italia Viva: "Si tratta di motivazioni francamente allucinanti – taglia corto –. Se il fatto non sussiste, venga detto chiaramente: minimizzare significa non solo offendere la dignità delle donne ma mettere a rischio la vita delle persone". La Fregolent ricorda che moltissimi femminicidi, "addirittura uno su sette, potevano essere evitati se le denunce fossero state prese sul serio. Qui siamo di fronte a giudizi da parte della pm che riportano il Paese ai tempi del delitto d’onore".

red. int.