Venerdì 19 Aprile 2024

Roma, polemica per manifesti choc: "L'aborto è la prima causa di femminicidio"

Diversi gli appelli alla Raggi perché faccia rimuovere i cartelli di CitizenGO #stopaborto

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Roma, 14 maggio 2018  - Scoppia la polemica per i manifesti affissi per Roma che danno il via alla campagna di CitizenGO #stopaborto in preparazione della Marcia per la Vita di sabato 19 maggio nella Capitale.

 "L'aborto è la prima causa di femminicidio nel mondo", recitano i cartelloni apparsi in qualche via della capitale. Gli autori della CitizenGO spiegano: "È in atto il tentativo di censurare e silenziare chi afferma la verità sull'aborto, che sopprime la vita di un bambino e ferisce gravemente quella della donna. Rivendichiamo il diritto di opinione ed espressione tutelato dalla Costituzione".

Ma in tanti sul web chiedono alla sindaca Virginia Raggi di fermarli. "Chiediamo alla sindaca di intervenire immediatamente per far rimuovere questo vergognoso manifesto da uno dei gruppi a nostra parere pro-odio e contrari alla libertà di scelta delle donne. Chiediamo a tutte le associazioni e a tutte le persone che intendono sostenere le nostre azioni a sostegno della Legge 194 e della libertà femminile (questa inclusa), di sottoscrivere questo post il proprio nome e cognome", è l'appello lanciato su Facebook da Rebel Network, la rete femminista per i diritti. 

Manifesti a Roma di CitizenGO #stopaborto (Ansa)
Manifesti a Roma di CitizenGO #stopaborto (Ansa)

Anche la presidente del II municipio, Francesca Del Bello, si appella al Campidoglio: "Questa mattina Roma si è svegliata nuovamente invasa da manifesti offensivi per tutte le donne, soprattutto per quelle che hanno conosciuto l'esperienza difficile dell'aborto o della violenza. Chiediamo al Campidoglio e all'assessora Marzano di intervenire tempestivamente".

La senatrice del Pd Monica Cirinnà denuncia: "E' iniziata oggi una nuova orribile campagna di disinformazione contro le donne da parte di organizzazioni estremiste che associa l'aborto al femminicidio. E' necessario un immediato intervento delle istituzioni, a partire dall'Autorità delle Comunicazioni, per rimuovere subito i manifesti e per fermare la diffusione di false informazioni". 

Dello stesso tono la Cgil, che attraverso una nota di Tina Balì, segretaria del sindacato di Roma e del Lazio afferma: "Il manifesto comparso oggi in diversi municipi romani rappresenta l'ennesimo attacco contro la libertà di scelta delle donne. Difendere il diritto all'aborto e garantire la corretta applicazione della legge 194, che tra pochi giorni compirà 40 anni, deve rimanere una priorità per la nostra Regione e per il Paese intero affinché nessuna donna debba più ricorrere a metodi alternativi, spesso privi di igiene e tutele sanitarie".

Lorenza Bonaccorsi, assessore al Turismo e alle Pari Opportunità della Regione Lazio, ha commentato: "Il manifesto antiabortista comparso oggi a Roma va rimosso immediatamente perchè offende per l'ennesima volta il diritto acquisito delle donne alla salute. Messaggi di questo tipo, così profondamente lesivi della dignità delle donne, veicolati attraverso affissioni in spazi pubblici, sono perciò inaccettabili. Via subito quel manifesto".