Mercoledì 24 Aprile 2024

"Aborigeni o cinesi, il Dna è sempre lo stesso"

Il professor Telmo Pievani: "Nessuna differenza nel codice genetico tra bianchi, gialli e neri. Ecco perché le razze umane non esistono"

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Roma, 22 ottobre 2020 - "Oggi sappiamo che le razze umane non esistono e non hanno una base biologica di alcun tipo, per cui credo sia corretto togliere il termine ‘razza’ dalla Costituzione. Ma al contempo è altrettanto fondamentale che venga mantenuto il significato storico originale di quella parola in quel contesto, ovvero il suo monito antirazzista, contro ogni forma di discriminazione".

Ne è convinto Telmo Pievani, docente di Filosofia delle scienze biologiche all’università di Padova (Dna è il suo libro più recente, edito da Mondadori). A suo parere, la proposta tedesca dovrebbe essere recepita anche per la Costituzione italiana.

Professore, non ha senso parlare di razza?

"All’epoca in cui furono stilate le Carte costituzionali, in effetti, le conoscenze scientifiche erano ancora limitate: si pensava che fra tutte le popolazioni umane vi fossero differenze tali da giustificare questa distinzione classica, la ‘razza’, che è stata foriera di tanti problemi".

Oggi non è più così?

"Oggi sappiamo che tutti gli esseri umani sono cugini stretti, se non fratelli: la nostra specie, Homo Sapiens, è nata in Africa circa 200mila anni fa, che sul piano evolutivo sono un tempo brevissimo. Finora sulla Terra sono esistite ottomila generazioni, cioè ottomila passaggi di padre in figlio: non c’è stato il tempo materiale per una differenziazione delle popolazioni all’interno della specie. In più noi uomini siamo molto mobili, ci spostiamo, e i geni si mescolano: non si sono sedimentate variazioni genetiche e biologiche tali da giustificare l’esistenza delle razze".

E di che cosa parliamo, allora?

"In campo scientifico si dice che all’interno della nostra unica specie ci sono tante popolazioni. Se noi prendiamo due esseri umani a caso, magari un aborigeno australiano e un newyorkese, il loro Dna è identico al 99,99%".

Ma se non esistono le razze, perché non siamo tutti uguali?

"Chiaramente un bambino svedese è diverso da un senegalese, ma la diversità è individuale, non razziale. Siamo diversi, ma pochissimo, perché veniamo da un gruppo africano di pionieri, e per identità genetica siamo tutti parenti stretti. È il nostro cervello che, per ragioni evolutive, dà molta importanza all’apparenza dell’altro e questo è alla radice delle tentazioni razziste che purtroppo permangono nella nostra mente".

Dunque, come risolvere la questione della parola ‘razza’ nella Costituzione?

"Per esempio c’è chi suggerisce di sostituire ‘razza’ con ‘origini etniche’, ma anche il concetto di etnia non è ben definito, e ci sono persone che non si riconoscono in alcuna etnia. Allo stesso modo, in Francia si è proposto di indicare ‘senza discriminazioni di nazionalità’: ma allora come faremmo con gli apolidi?".

E lei come risolverebbe questo dilemma?

"Per l’articolo 3 della Costituzione italiana ho proposto di togliere la parola ‘razza’, ma di inserire l’espressione ‘senza discriminazioni di matrice razzista’, così da mantenere (anzi rafforzare) il significato originale che deve essere garantito, eliminando tuttavia una parola che non si usa più".