A scuola d'estate: si rischia il flop. "Impossibile, ci sono le vacanze"

Scade oggi il termine per presentare i progetti e ottenere i fondi. I presidi: su base volontaria non si fa niente

Gli esami di maturità prenderanno il via il 16 giugno

Gli esami di maturità prenderanno il via il 16 giugno

C’è chi ha già chiaro il titolo del film, Con le migliori intenzioni, come la celebrata autobiografia di Ingmar Bergman. Lamberto Montanari, presidente dell’associazione nazionale presidi Emilia Romagna, dà la suggestione e aggiunge la didascalia: "Come si fa a contare e a puntare sull’efficienza di un servizio se si dichiara che è volontario per chi lo deve garantire?". È questo, per i professionisti della scuola, il punto più critico del piano estate varato dal governo, assieme ai tempi strettissimi per la presentazione dei progetti. Scadenza che coincide con i giorni più impegnativi per gli istituti. Le attività previste sono da spalmare tra giugno e settembre compresi, finanziate con più di mezzo miliardo.

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Elenca Montanari: "Il ministro Bianchi ha ripetuto sdegnato che la scuola non si è mai fermata. Se lui è il primo a dirlo, deve anche ricordare il diritto costituzionale alle ferie, che di solito si prendono in estate". Quale potrebbe essere allora l’alternativa? "Dare ampio spazio alla costruzione di collaborazioni anche con figure esterne – suggerisce il presidente Anp Emilia Romagna –. Le migliori intenzioni del film sono quelle del ministro. Poi c’è una realtà di cui tenere conto. Come associazione abbiamo ricordato la fatica dei presidi, dei dirigenti, del personale leale e corretto che ha continuato a lavorare sempre, anche in dad. Forse queste persone hanno programmato di godere del numero di giorni di ferie che le scuole concedono di solito d’estate".

Guido Campanini, preside del liceo classico Romagnosi e dell’istituto tecnico Bodoni a Parma, ha pronta una domanda dall’esito scontato. Ai docenti chiederà: "Invece che andare al mare, in montagna o stare con i vostri figli, venite a lavorare?". E agli studenti: "Cosa ne pensate di venire a scuola a luglio e agosto? I ragazzi mi obietteranno: se c’è un obbligo per un debito in latino, economia, matematica va bene. Ma se devo scegliere tra mare e liceo...". Conclusione: "Se fossi stato il ministro, avrei fatto chiudere le scuole il 30 giugno, esami dal 1 al 10 luglio, come si faceva fino a qualche anno fa. E avrei dato i soldi direttamente agli oratori, ai centri sportivi".

Ma non è andata così. "A giugno le scuole hanno sempre organizzato corsi di recupero – ragiona Campanini –. Le risorse ci sono. Il problema è trovare gli insegnanti. Dal 14 al 30 la metà sono impegnati negli esami di maturità". Campanini non ha ancora sciolto la riserva. "Questa settimana cosultiamo le famiglie. In base alle risposte, decideremo. Un collega di un professionale ha fatto un sondaggio, il risultato è stato zero, nessuno dei suoi seicento studenti si è detto interessato". Graziana Morini, dirigente dell’istituto comprensivo Belloni a Colorno (Parma), mette in fila le difficoltà su tempi e soldi: "I canali di finanziamento sono tre. Uno è quello del ministero. Il secondo è l’avviso Pon, sono fondi europei. Scadono il 21 maggio, ne siamo stati informati a fine aprile. Il 70% va alle regioni in ritardo di sviluppo, il 10% a quelle in transizione, il restante 20% alle altre, come Emilia-Romagna, Toscana, Lombardia. Del terzo canale di finanziamento abbiamo avuto comunicazione ufficiale il 14 maggio e la scadenza è il 25. Alla fine uno dice, chi me lo fa fare?".

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Anche perché "questo per noi è il periodo più intenso per l’attività scolastica. Ci sono gli scrutinii, che non saranno semplici". Altro problema: "Se una scuola deve fare i conti con un’alta percentuale di personale precario, come fa d’estate o a settembre? Quelle persone non ci sono più".