Martedì 23 Aprile 2024

"A rimetterci siamo sempre noi studenti"

Migration

"La didattica a distanza ci ha distrutto, come studenti e come persone". Cosmo Bonaiuti frequenta il liceo Guido Castelnuovo di Firenze e fa parte della Rete dei collettivi fiorentini. Ha 16 anni e le idee chiare: vorrebbe tornare in classe il prima possibile. "Non stare più a scuola ha annullato i contatti umani. Tra professori e studenti e anche tra compagni, ovvero quello che serve a farci crescere anche come cittadini a tutto tondo".

E la preparazione scolastica? Vi sentite sicuri dei vostri progressi?

"Abbiamo imparato poco. Le conoscenze sono meno reali e più nozionistiche. Questo sistema ha creato una serie di disagi che gli studenti saranno costretti a recuperare in pochi mesi".

Per non parlare dello stress.

"Sì, molti di noi fanno fatica a dormire. Sono in tanti ad avere disagi psicologici".

Anche perché spesso studiare in appartamento non è il massimo.

"Io ho la fortuna di avere una casa accogliente e con mio fratello riusciamo a dividere bene gli spazi. Ma conosco dei ragazzi per cui effettivamente è difficile, perché magari hanno solo un computer e alla fine lo studio effettivo diventa meno di quello che dovrebbe essere".

Ci sono studenti che si approfittano di questa situazione?

"Sì, alcuni magari fanno altro mentre il professore spiega. Ma seguire ore e ore di lezioni a distanza a volte è davvero dura. Dopo un po’ è naturale non poterne più".

E quando finalmente spegnete il pc, come vi sentite?

"Spesso finiamo la giornata con gli occhi arrossati o il mal di testa. La fatica da computer è reale. A Firenze e in altre città è stato fatto il tentativo di ridurre l’ora a 50 minuti, ma non è servito a nulla".

Pur di tornare in classe, sareste favorevoli alle lezioni pomeridiane?

"All’interno del collettivo non ci siamo ancora confrontati su questo tema. Per quanto mi riguarda, dovrebbe proprio essere l’ultima spiaggia. Se non si potesse fare altrimenti, lo accetterei".

In questi mesi non vi è sembrato strano potervi incontrare al pomeriggio, ma non a scuola?

"Sì, era una situazione paradossale: fuori eravamo liberi di fare quello che volevamo, ma rientrare in aula era impensabile. Tanti ragazzi sono anche tornati a fare a sport, mentre gli istituti erano chiusi".

Ma il 7 gennaio sperate davvero di tornare in classe?

"Ce lo auguriamo, ma la fiducia non è tanta: questo governo ci ha sempre messo in secondo piano".

l. bolo.