Giovedì 25 Aprile 2024

A Mosca code ai bancomat e rublo a picco Il caro-energia scuote le Borse europee

I russi corrono a ritirare dollari ed euro ma i rubinetti sono chiusi. Le principali banche vicine al default: è l’effetto sanzioni. Giornata in altalena per i listini del Continente: la speranza in una tregua riduce il rosso in extremis. Boom dei prezzi del grano

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di Elena Comelli

Rublo in caduta libera, lunghe code di russi ai bancomat, Borsa di Mosca chiusa (anche oggi), vendite a raffica sui titoli russi da parte dei risparmiatori, tasso d’interesse raddoppiato al 20% dalla banca centrale russa. Dopo l’allerta nucleare ordinata da Vladimir Putin e le nuove sanzioni, ieri si è scatenato ieri il terremoto sui mercati. Volano i prezzi delle materie prime e le Borse sono tornate in rosso, dopo la ripresa della fine della settimana scorsa (Milano -1,3%).

COSA SUCCEDE A MOSCA

Nonostante la Russia abbia tenuto chiusa la Borsa per evitare tracolli, l’attacco all’Ucraina ha colpito e affondato le azioni di alcuni grandi gruppi russi quotati a Londra: Sberbank (-74%), Gazprom (-51%), Lukoil (-62%), Rosneft (–42%). In tutta la Russia, i cittadini corrono ai bancomat per ritirare valute estere, nel timore di un crollo del rublo, che ha già perso il 30% toccando il suo minimo storico (120 rubli per un dollaro).

CACCIA A EURO E DOLLARI

Le banche europee a Mosca hanno registrato afflussi di valute forti, perché i risparmiatori russi hanno portato i loro patrimoni presso istituti che non saranno messi sotto sanzioni. Questo gioco, però, ha vita breve: è già quasi impossibile ottenere valuta estera da una banca russa e ormai si ottengono con difficoltà gli stessi rubli. La misura più dirompente decisa da Usa e Ue sta facendo effetto: la banca centrale russa non può più usare le sue riserve in dollari e in euro per salvare le banche commerciali, che da ieri non riescono più a rifinanziare i loro debiti in valuta forte con scadenze imminenti e dunque rischiano il fallimento.

RISCHIO DEFAULT

Non solo: il rischio che si profila è il default della Russia, il secondo della storia recente dopo quello del 1998. I dati Ice sui Credit Default Swap, Mosca ha il 56% delle probabilità di insolvenza sul proprio debito pubblico. Il Paese nel complesso ha 2.700 miliardi di dollari di debiti (esclusi quelli delle banche), secondo i dati della Bri. Una parte consistente di questi titoli sono in Occidente, ma non è dato sapere con precisione dove.

RITORSIONE ENERGETICA

Quali sono i rischi per i cittadini europei? Il più immediato — su cui Gazprom ha cercato di rassicurare l’Ue — è che la Russia risponda bloccando le forniture di petrolio e soprattutto di gas (queste ultime, però, le fruttano entrate per circa 50 miliardi di euro all’anno). L’Italia ha un’autosufficienza completa di circa 14 settimane senza nuovi arrivi di gas russo, che rappresentano circa il 43% delle importazioni totali della materia prima nel Paese. I primi segnali dalle trattative in Bielorussia, oltre che lenire le perdite delle Borse europee, hanno sgonfiato le quotazioni del gas dopo una prima impennata: ad Amsterdam il prezzo è sceso sotto i 100 euro al megawattora dopo un massimo a 128. Il petrolio europeo si è mosso in lieve rialzo sui 99 dollari al barile, ma senza strappi.

Gazprom ieri ha poi tantato il rilancio. Si tratta di un nuovo passo verso il più grande accordo di fornitura di gas naturale con la Cina. Il ceo Miller avrebbe firmato secondo Bloomberg un contratto per progettare il gasdotto Soyuz Vostok che, attraverso la Mongolia, arriverà nel Paese del Dragone con la capacità di trasportare 50 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno verso il gigante asiatico.

COSA SUCCEDE IN EUROPA

Tensioni anche sui mercati europei, anche se il ritorno della diplomazia sul fronte ucraino ha evitato la debacle. Dopo una giornata passata in profondo rosso, gli indici hanno recuperato terreno nel finale: Francoforte ha terminato la sessione con un ribasso dello 0,73%, Londra ha limitato le perdite allo 0,49%, Parigi ha lasciato l’1,39%. Milano (-1,3%): male i titoli bancari. Fiammata, invece, per le aziende legate alle forniture militari come Fincantieri e Leonardo.