A Milano spunta Albertini come vice

Centrodestra, l’ex sindaco disposto a correre in ticket. Ma resta in campo l’ipotesi Lupi. Stallo sul candidato a Bologna

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di Antonella Coppari

La data cerchiata in rosso sul calendario è mercoledì prossimo: per quel giorno il vertice del centrodestra dovrà aver preso una decisione sul candidato sindaco di Milano e non saranno possibili rinvii. Il quadro, però, potrebbe chiarirsi anche prima: a smuovere le acque è l’ex sindaco Gabriele Albertini, che come possibile concorrente aveva negato la disponibilità per ragioni personali. Ora conferma di essere pronto a "dare un contributo" in veste di candidato vicesindaco. Con tanto di lista a cui – rivela – i sondaggi assegnano il 5%: una cifra di tutto rispetto.

Sulla piazza milanese i sondaggisti prendono ancora le percentuali con le molle: difficile infatti una rilevazione precisa senza conoscere il nome in campo. Sala, il primo cittadino uscente e popolare anche presso vaste aree della destra, parte avvantaggiato: 49%, a un passo dall’elezione al primo turno, contro il 42% della destra. Il pacchetto di Albertini sarebbe decisivo per rientrare in gioco.

È inoltre evidente che, con un nome cosi pesante in campo, Milano seguirebbe di fatto l’esempio di Roma: la formula sarebbe quella del ticket, con un numero due che sta quasi alla pari del numero uno. Albertini non fa nomi, si dice pronto a correre in tandem con chiunque con una sola eccezione: l’eccezione è Maurizio Lupi, e la mazzata è pesante. Tanto da far precipitare, senza azzerarle del tutto, le quotazioni del candidato sponsorizzato da Forza Italia: Lupi sarebbe un profilo forte, molto stimato, notoriamente legato agli ambienti ciellini, in testa alla classifica dei papabili quanto a consenso e popolarità. Anche senza il probabilmente decisivo stop di Albertini, la sua era però una corsa molto difficile.

Il Carroccio ha deciso di scommettere ovunque su candidati espressione della società civile e, se qualche eccezione può scapparci, non si tratterà certo di Milano e di Roma. E’ pure difficile tocchi a Bologna: mercoledì si deciderà anche il “campione“ della città emiliana malgrado i buoni sondaggi di Andrea Cangini (Fi), restano in pole Roberto Mugavero e Fabio Battistini. Da mettere in conto l’intenzione di dare un taglio deciso a un passato fortemente condizionato dal Cavaliere. E infatti nel pomeriggio arriva il carico da undici leghista: se ne occupa il commissario per Milano e assessore a giovani e comunicazione della Regione Lombardia, Stefano Bolognini: "Il candidato sarà un civico. Lupi è un grande politico e farà parte di quella squadra che darà una mano all’amministrazione". Il presidente di Nci qualche speranza la mantiene, puntando soprattutto sull’appoggio del suo ex leader azzurro, ma i principali nomi in corsa sono altri: il manager Riccardo Ruggiero, il primario Gian Vincenzo Zuccotti ("non succederà nulla" assicura), il comunicatore Oscar di Montigny – genero di Ennio Doris fondatore di Mediolanum, espressione dell’aristocrazia berlusconiana –, Fabio Minoli che sarebbe il preferito da Albertini ma che invece sembra quasi fuori gioco per questioni professionali.

La scelta nel capoluogo lombardo spetta a Salvini, che non ha ancora deciso su chi puntare le sue fiches. Se non tirerà fuori un coniglio dal cilindro all’ultimo minuto, molti scommettono che alla fine sarà di Montigny. Sempre di Arcore si tratta, ma almeno non un politico di prima fila come l’ex ministro azzurro.