Martedì 16 Aprile 2024

A giugno si viaggia con il pass Ue Ma è caos sulle regole di ogni Stato

La sperimentazione dal 10 maggio. Quarantena e test all’entrata i nodi irrisolti: decidono i governi nazionali

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Controlli sanitari ai viaggiatori stranieri all’aeroporto di Fiumicino

di Alessandro Farruggia

Il green pass europeo dovrebbe essere tecnicamente pronto per gli inizi di giugno e l’obiettivo è quello di concludere i negoziati tra Parlamento e Commissione entro metà giugno per averlo in vigore a fine mese. La telenovela del certificato europeo rischia però di produrre un documento depotenziato perché non solo non sarà obbligatorio per spostarsi tra Stati ma non garantirà neppure – come sarebbe logico – che chi lo ha sarà esentato dal dover fare quarantene e tamponi. "Se lo ritengono necessario, gli Stati membri potranno imporre test e quarantene all’arrivo, anche con il certificato Covid. Le misure dovranno essere proporzionali e non discriminatorie. Ma la sanità è di competenza nazionale" ha chiarito il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer.

Un primo grande gruppo di Paesi (Francia, Malta, Olanda, Lussemburgo, Estonia, Svezia, Croazia, Bulgaria, Spagna, Italia, Lituania, Germania, Repubblica Ceca, Austria, Islanda e Grecia) inizierà la fase di test verso il 10 maggio. Un secondo gruppo avvierà i test verso fine maggio, gli altri si uniranno direttamente in fase di attuazione. Il certificato attesterà, attraverso una app dotata di codice Qr oppure in formato cartaceo, l’avvenuta vaccinazione contro la Covid-19, l’avvenuta guarigione dalla Covid nei precedenti 6 mesi e la presenza dei relativi anticorpi (mediante test), oppure l’esito negativo di un tampone, Pcr o rapido. Starà però ad ogni Stato membro stabilire i requisiti di ingresso nel proprio territorio, e quindi il green pass – sul quale l’Ue sta trattando anche con gli Stati Uniti – è a rischio inutilità. Discorso a pare per il green pass italiano. Che ancora non esiste, perché, pur previsto dall’ultimo decreto legge, serve un apposito Dpcm per definirne i dettagli. E qui tra l’altro c’è il problema di chi dovrà emetterlo (ministero della Salute o Regioni) e i rilievi critici già espressi dal garante per la privacy, che chiedere regole rigorose.

Critici anche i medici di famiglia che non vogliono attestare cure non fatte da loro, vaccinazioni o tamponi. In attesa del green pass italiano e di quello europeo, come previsti dal decreto legge sarò possibile muoversi tra regioni gialle, arancioni e rosse o con una autocertificazione per "comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute nonché per rientro a residenza e domicilio o esibendo tre tipi di documenti: certificato di avvenuta vaccinazione contro il Covid 19, certificazione di guarigione dall’infezione, certificazione dell’effettuazione di un test molecolare o antigenico rapido con esito negativo al virus. Per i voli aerei nazionali serve sempre (ai fini della tracciatura) l’autocertificazione, anche per chi è diretto in zone gialle. Per i treni l’autocertificazione serve solo per le zone arancioni o rosse. Per recarsi in Sardegna occorre invece registrasi prima dell’imbarco in traghetto o aereo, alla sezione ‘nuovo Coronavirus’ del sito della Regione Sardegna.

All’imbarco dovrà presentare copia della ricevuta di registrazione. Sarà necessario, inoltre, rispettare una delle condizioni previste da un decreto regionale: aver effettuato il vaccino; aver effettuato il tampone con esito negativo non oltre le 48 ore prima della partenza; effettuare il tampone all’arrivo, o entro le 48 dall’arrivo; sottoporsi all’obbligo di isolamento fiduciario per 10 giorni. Per la Sicilia è necessario registrarsi sulla piattaforma www.siciliacoronavirus.it e avere l’esito negativo del tampone effettuato nelle ultime 48 ore. Come dal decreto occorrerà avere sempre motivi di salute o lavoro, essere residentidomiciliati o certificato di avvenuta vaccinazione, di avvenuta guarigione, di effettuazione di test antigenico rapido o molecolare.