A chi tocca mettere la parola fine

Johnson cancella le restrizioni

Variante Delta e contagi, ricoveri e polemiche, rischi e incertezze non hanno fermato Boris Johnson nell’attuazione del "Freedom Day". È sicuramente una decisione che può essere oggetto, come è, di discussioni e contestazioni: anzi, l’assenza di uno strumento come il Green pass per determinati servizi o dell’obbligo vaccinale, almeno per determinate categorie, la rende criticabile e avventata. Ma è ugualmente una scelta che parla a tutti gli altri leader europei e mondiali. Perché "a questa altezza di tempo", una cosa appare sempre più certa: la certificazione della "fine" della pandemia non deriverà dalla cancellazione del virus, ma sarà anch’essa il risultato di una "determinazione politica".

A questo punto della storia della più grande tragedia sanitaria e sociale degli ultimi secoli è sempre più diffusa e dirimente la consapevolezza che dovremo convivere a lungo con il virus e le sue molteplici varianti: da un fenomeno pandemico – ci spiegano fior di scienziati – passeremo a una serie di eventi periodici endemici. Saremo di fronte, insomma, a una malattia grave o meno grave, come possono esserlo decine o centinaia di altre analoghe e differenti.

Ma per arrivare a questo traguardo, in questa fase, serve "comprare tempo" perché diventino sempre più efficaci e mirati i vaccini, perché si sviluppino terapie e cure sicure e centrate. Perché, attraverso queste soluzioni, si possano affrontare forme di contagio, anche ampie, come accade per l’influenza di stagione, ma che siano gestibili e guaribili o prevenibili. E, dunque, compatibili con una vita sociale ed economica, con un’esistenza personale e collettiva, quanto più normali possibili.

Il come giungere alla "nuova normalità" passa, essenzialmente, da due strumenti imperfetti quanto si vuole, ma che sono i soli a nostra disposizione: l’introduzione di un Green pass per servizi, svago e mobilità che garantisca i comportamenti virtuosi e responsabili verso se stessi e verso gli altri; la previsione di forme di obbligo vaccinale per le categorie più esposte e più a contatto con gli altri (operatori sanitari e scolastici, personale delle forze di polizia, lavoratori delle filiere del commercio e della ristorazione, ma non solo). Con la consapevolezza conseguente che quando questo sarà accaduto, da lì scatterà il conto alla rovescia per la dichiarazione politica di fine pandemia. Per una scelta che sarà eminentemente politica più che scientifica. Perché conterrà, implicitamente, l’indicazione in base alla quale quel che seguirà sarà davvero affidato alla responsabilità individuale. Nel bene, come nel male.