A Bologna due idee diverse di sinistra Conti-Lepore, in scena il duello finale

Ieri il confronto organizzato dal Carlino tra il candidato del Pd e la sindaca di San Lazzaro proveniente da Iv

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di Rosalba Carbutti

e Paolo Rosato

Niente sangue, ma un po’ di clava alternata a fair play. Nell’ultimo duello organizzato dal Carlino con dieci domande con tre minuti ciascuno per rispondere, Isabella Conti e Matteo Lepore non hanno siglato la pace. Ma hanno fatto capire che, da lunedì, comunque vada la tregua s’avrà da fare. Dopo giorni e settimane di attacchi tra i due quarantenni del centrosinistra, l’assessore alla Cultura della giunta Merola (tesserato Pd) e la paladina anti-coop, sindaca di San Lazzaro di Italia Viva (ha la tessera, ma ha rinunciato a tutti gli incarichi di partito presentandosi come indipendente), ieri si è entrati nel vivo dello scontro.

Uno scontro forte, fortissimo, dove c’è finito dentro pure Romano Prodi. Lepore, candidato del Pd, assessore alla Cultura, forte degli endorsement da tutto lo stato maggiore del suo partito, Enrico Letta in primis, ha comunque voluto smarcarsi dal sentir comune di "uomo d’apparato". E con un pupazzetto di Peppa Pig regalatogli dalla figlia, ha voluto rimarcare il suo lato umano. Parla di solidarietà ("la mia parola del cuore"), di noi, di questioni concrete della città. Dal palco di Villa Torchi, nella periferia bolognese, ostenta la sicurezza dell’amministratore e quando cita dati e provvedimenti fatti nell’arco di dieci anni da assessore, convince. Di fronte a una platea di oltre duecento persone, Lepore non teme di citare più volte la parola sinistra, "perché domenica è un voto politico". E, nel ricordare i rischi d’inquinamento delle primarie da parte della destra "che ancora non ha un candidato", non risparmia all’avversaria la vicinanza a Renzi: "Mi spiace, ma lui porta avanti un’idea della politica individuale e a me non piace. Ha avuto la sua occasione e l’ha sprecata". La Conti ha subito replicato, la sua candidatura due mesi fa fu annunciata in televisione proprio da Matteo Renzi, mandando in subbuglio i piani del Pd. "Matteo (Lepore), la sfidante alle primarie sono io, non qualcun altro". L’assessore, dalla sua, dice chiaro e tondo da che parte sta. Sia quando parla di sicurezza ("la sinistra se ne deve occupare, se vuole proteggere i più deboli, ma non con una camionetta nella zona unversitaria, quello lo fa la destra") e cita la scampanellata di Salvini da ministro dell’Interno nel quartiere difficile del Pilastro che ha "intimidito i cittadini". In attesa di capire se da domenica il nuovo Pd di Letta partirà da qui, nella roccaforte per eccellenza, Lepore fa appello alla partecipazione: "Bologna è un grande noi stampato in mezzo alla Pianura Padana. Votate non per una persona, ma per un progetto". Lepore si gioca tanto. Letta ancora di più.

Isabella Conti, invece, si gioca in qualche modo ‘lo scalpo del Pd’, come aveva dichiarato il vicesegretario Peppe Provenzano. Ieri ha sfoggiato una giacca color corallo, ma la barriera da superare è quella del Pd che ha davanti. E le scintille delle ultime settimane non le ha messe da parte: alla prima domanda sugli attacchi personali, la sindaca di San Lazzaro ha ribadito. "Ho detto che quando ho vinto al Tar contro le coop sulla Colata di Idice non ho sentito da Matteo Lepore una parola – ha sottolineato la Conti riferendosi alla new town che stoppò nel 2015 guadagnandosi il titolo di sindaca ‘anti-cemento’ –. Poi però lui commentato i ricorsi delle coop dicendo che bisognava rispettarli. Per me quindi Lepore in quel caso ha dimostrato poca spina dorsale dal punto di vista politico. Quelli che pensavano di controllarmi a 31 anni li ho portati in Procura". Spigoli, ma anche propositi di lealtà. "Se dovessi vincere, sarei una candidata di ricucitura, sono figlia del centrosinistra e non mi ha candidata nessuno. Se perdo, non mi dimetto da sindaca di San Lazzaro. E sarò leale, sosterrò nel caso Lepore". Infine la destra, va a votare alle primarie? Lepore ne ha timore, la Conti non è un mistero, guarda anche ai voti del centro. "Non vedo questo rischio – ha sottolineato Isabella –, non mi pare ci siano esponenti di centrodestra che abbiano espresso volontà di venire a votare". L’appello finale: "Casa pubblica, cura della persona e soprattutto coraggio".