Mercoledì 17 Aprile 2024

A 90 anni Kirk nuota con gli squali. "Ho sconfitto il mio grande incubo"

William Shatner, il capitano di ’Star Trek’, ha sfidato se stesso. Incoscienza e fatalismo per annullare le fobie

 William Shatner tra gli squali

William Shatner tra gli squali

Los Angeles, 15 luglio 2021 - Esiste un’età nella quale è possibile superare le proprie fobie? O è obbligatorio conviverci per tutta la vita? Gli esperti direbbero che no, certo, lavorandoci su, magari con l’aiuto di un professionista, le paure si possono superare anche da giovani.

Un fatto è certo, però. Sembra che proprio quando l’età avanza e la società vorrebbe che gli anziani si ritirassero a vita privata, magari dedicandosi ai nipoti o, botta di vita, a qualche partitella a golf, ecco che loro sparigliano le carte e s’inventano le idee più bizzarre. Non scordiamoci che sono i boomers, ragazzi forgiati dagli anni ’50 e ’60, dalle rivolte di piazza e dalle battaglie per i diritti sociali. La loro ribellione agli stereotipi e la loro voglia di mettersi in gioco è un vero e proprio inno alla vita.

Non dovrebbe destare alcun stupore, allora, il fatto che William Shatner, ovvero il capitano Kirk di Star Trek, abbia deciso, alla tenera età di 90 anni, di superare la fobia per gli squali che lo ha tenuto inchiodato per tutta la vita nel modo forse più semplice: andando a nuotare con loro. Shatner è infatti protagonista di Expedition Unknown: Shark Trek in onda su Discovery+ in cui l’attore viene a contatto prima con squali innocui poi con esemplari più pericolosi come uno squalo tigre lungo oltre quattro metri. "Sono spaventato a morte dagli squali – ha detto prima di immergersi – ma proprio tanto". Però, dopo l’esperienza con i mostri dai denti implacabili, Shatner ha superato le proprie paure e ha scoperto quanto in realtà gli squali siano esseri incredibili. "Sono così belli, mai visto nulla di simile", ha commentato dopo essere uscito dall’acqua.

Incoscienza o fatalismo? Forse entrambi o piuttosto il bagaglio di una vita di scontri e difficoltà, perdite e sofferenze che a un certo punto fanno passare il secondo piano, o ridimensionano, le fobie che ci hanno bloccato per anni. Quando l’orizzonte temporale davanti a noi sembra sempre più assottigliarsi, ecco che una scarica di adrenalina ci conduce là dove non avresti mai pensato di andare.

Lo stesso Peter Gabriel, 71 anni, geniale leader dei Genesis negli anni ’60 e ’70, poi approdato a una lunga carriera da solista, a proposito della sua fobia dei serpenti, ha dichiarato serenamente che "la paura è un serbatoio di benzina sempre pronto a esplodere e dunque a determinare le nostre prossime scelte, i nostri nuovi passi. Noi viviamo di paure, dobbiamo trovare il modo di vincerle. Io avevo il terrore dei serpenti, poi sono riuscito a trascorrere intere ore con il pitone di un amico avvinghiato attorno al corpo. È difficile da credere, ma, a un certo punto, mi sono sentito invadere da un flusso di calore e di energia. Da allora, non ho più paura dei serpenti".

Circa il ricorso all’analisi con uno psichiatra, Gabriel spiega: "L’analisi mi è servita molto. Intraprenderla è stato un passo necessario, ma terribile, perché nessuno è pronto ad ammettere agli altri e soprattutto a se stesso che qualcosa non va, che devi confessare ad alta voce il tuo malessere. In studio di registrazione, forse inconsciamente, tendi a considerarti Dio, una sorta di signore supremo della tua opera. Puoi ascoltare tutti i consigli del mondo, ma alla fine l’ultima parola è la tua. La terapia di gruppo è devastante e, proprio per le stesse ragioni che me la fanno odiare, utilissima. Tu non conti niente e, al tempo stesso, conti solo tu ma in relazione agli altri. Non hai un cognome".

Non stupisca allora come il celebrato direttore d’orchestra austriaco Herbert von Karajan, scomparso nel 1989 a 81 anni, per tutta la vita ha coniugato l’edonismo sonoro con il quale plasmò a sua immagine la Filarmonica di Berlino, con passioni un po’ più mondane. Descritto da taluni come un artista timido che fuggiva dal palcoscenico a casa, coltivava un amore assoluto per gli yacht e gli aerei, le residenze a Sankt Moritz e Saint-Tropez. Raccontava la moglie Eliette, torturata dalla fobia degli aerei, che il marito a un certo punto le disse: "Cara, tu puoi superare la paura solo se impari a pilotare".

Semplice, no? "Diventai bianca come un cencio ma lui mi disse: ”Fidati di me, vedrai che funziona di sicuro”". Detto fatto, la signora Eliette si affidò agli istruttori migliori e, dopo molta teoria, riuscì a pilotare un aereo superando la propria fobia. Del resto, avendo trascorso tutta la vita accanto a un uomo che non si risparmiava in niente, dalla musica celebrata ai massimi livelli, al brevetto di pilota fino alla passione per la velocità in auto come in mare con vele, yacht e regate, non avrebbe potuto essere altrimenti. La vita va presa a morsi. È così che le fobie scompaiono in un boccone.

 

 

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