Mercoledì 24 Aprile 2024

A 23 anni ha un malore in campo Salvato dai compagni di squadra

Il ragazzo si è accasciato battendo la testa dopo una partita di basket la vigilia di Natale: si è risvegliato ieri. Gli amici: "Un medico ci ha spiegato al telefono come usare il defibrillatore, poi è arrivata l’ambulanza"

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Un miracolo di Natale. In una palestra, sulle colline intorno a Prato, grazie al coraggio e alla prontezza di un gruppo di ragazzi amici e compagni di basket di un 23enne originario di Tirana e residente in città. Per lui, che voleva solo trascorrere qualche ora sul campo a giocare con gli amici, la vigilia di Natale si sarebbe potuta trasformare in tragedia per un arresto cardiaco che l’ha tenuto sospeso tra la vita e la morte fino a ieri, quando si è risvegliato all’ospedale di Prato. Le sue condizioni sono ancora da monitorare, ma la prima tac effettuata non ha evidenziato particolari problemi. Nelle prossime ore verranno effettuati ulteriori approfondimenti che sveleranno anche la causa esatta del malore.

Il giovane ha accusato un malore al termine di una partitella a basket fra amici giocata alla palestra di Carmignanello, la vigilia di Natale. È crollato a terra all’improvviso, durante un momento di pausa, sbattendo anche la testa contro il muro prima di cadere.

Le sue condizioni sono apparse subito gravi agli amici che stavano giocando con lui e sono stati proprio loro, nonostante lo choc, a ricoprire un ruolo fondamentale nel salvargli la vita. Senza la prontezza e il coraggio di chi ha assistito alla scena, infatti, non si sarebbe evitato il peggio. In attesa dell’arrivo dell’ambulanza, i ragazzi infatti hanno utilizzato il defibrillatore grazie all’aiuto di un medico del 118 che spiegava loro cosa fare al telefono. Quando poi è arrivato il medico, oltre al monitoraggio costante del battito e della saturazione dell’ossigeno nel sangue, al giovane è stata anche praticata la tracheotomia. Una volta stabilizzato, è stato poi trasportato al Santo Stefano.

"Ma la prima ambulanza è arrivata circa mezz’ora dopo l’arresto cardiaco – racconta uno dei giovani del gruppo di amici –. Peccato però che a bordo non ci fosse un medico, ma due volontari, che hanno cercato di aiutare come potevano prima che sopraggiungesse, dopo altri 15 minuti, il secondo mezzo con il dottore a bordo".

Prima dell’intervento di mani più esperte, sono stati i cestisti a soccorrere il loro amico: "Stavamo giocando in due metà campo diverse. La partita dove era impegnato il ragazzo era stata momentaneamente sospesa. Dopo poco, lui è crollato a terra. Il tonfo ha lasciato sbigottiti tutti – continuano le testimonianze – Respirava a malapena e il battito era debole. Ma soprattutto, non riusciva a riprendere conoscenza. La chiamata al 118 è stata immediata, anche perché nel frattempo è sembrato andare in arresto cardiaco. Solo una persona fra di noi sapeva effettuare il massaggio di rianimazione, senza però avere l’esperienza necessaria e così è arrivato pure il titolare della pizzeria di fronte alla palestra ad aiutarci".

Per Michele Sartini, gestore del ristorante, chiamato da uno dei ragazzi, si è trattato di un tremendo déjà-vu: circa un anno fa era dovuto intervenire per soccorrere un cliente colpito da un arresto cardiaco. "Facevo il massaggiatore per squadre di calcio delle serie minori: per questo so come comportarmi in questi casi. Ed è una fortuna conoscere le pratiche di primo soccorso, perché possono davvero salvare delle vite umane", sottolinea. Esattamente come è successo sabato scorso.

Francesco Bocchini