Festa della donna, Draghi: "Molto da fare per la parità di genere"

Cerimonia al Quirinale. Mattarella: "8 marzo dedicato alle donne impegnate contro il Covid". Il presidente: "Il 70% dei contagi sul luogo di lavoro ha riguardato le donne". E il premier: "Per coinvolgere le donne dobbiamo cambiare noi stessi"

Sergio Mattarella, Mario Draghi e Elisabetta Casellati (ImagoE)

Sergio Mattarella, Mario Draghi e Elisabetta Casellati (ImagoE)

Roma, 8 marzo 2021 - Cerimonia al Quirinale per celebrare l'8 marzo, festa della donna. Presenti fra gli altri, oltre ovviamente al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, anche il premier Mario Draghi e la ministra delle Pari opportunità, Elena Bonetti.

Draghi: per coinvolgere le donne dobbiamo cambiare noi stessi

Il premier Mario Draghi, nel videomessaggio inviato alla Conferenza promossa dalla minstra Elena Bonetti in occasione della Festa della donna, ha posto l'accento sulla necessità di "azioni mirate e profonde riforme", "per coinvolgere pienamente le donne nella vita economica, sociale e istituzionale del Paese. Ma dobbiamo prima di tutto cambiare noi stessi nella quotidianità della vita familiare". In particolare, secondo Draghi, "lo Stato e gli enti territoriali dovranno assistere le famiglie, specie le più giovani, anche quando questa fase di emergenza sarà terminata. Gli strumenti che dobbiamo impiegare sono vari, penso tra gli altri ai congedi parentali, penso al numero dei posti negli asili nido che ci vede inferiori agli obiettivi europei, e sulla loro distribuzione territoriale che va resa ben più equa di quanto non sia oggi. Tutto ciò è obiettivo di questo governo".  Poi cita Mattarella: "Non voglio qui ripetere le bellissime parole di oggi del Presidente della Repubblica sulla condizione femminile. Voi sapete bene quanto sia dolorosa", ha detto il premier secondo il quale "sul femminicidio e su ogni forma di violenza di genere, sono da condividere le proposte della Commissione parlamentare d`inchiesta. Oggi, per le vittime dei troppi femminicidi e anche come reazione prodotta dalla pandemia, sembra formarsi una nuova consapevolezza".  "È con questo spirito di fiducia nel nostro, nel vostro, futuro e con l`impegno di questo governo a conquistarsela, che vi auguro buon 8 marzo".

E sulla parità di genere: "A fronte dell'esempio di molte italiane eccezionali in tutti i campi, anche nella normalità familiare, abbiamo molto, moltissimo da fare per portare il livello e la qualità della parità di genere alle medie europee. La mobilitazione delle energie femminili, un non solo simbolico riconoscimento della funzione e del talento delle donne, sono essenziali per la costruzione del futuro della nostra nazione".

Mattarella: Troppi femminicidi insanguinano l'Italia"

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Mattarella nel suo intervento ha puntato molto sull'impegno delle donne nella lotta contro la pandemia di Coronavirus. "La situazione femminile si fa critica anche dal punto di vista sanitario. L'Inail ha messo in luce, in un recente studio, che quasi il 70 per cento dei contagi denunciati sui posti di lavoro riguarda le donne. Le categorie professionali più colpite come contagi riguardano soprattutto il settore sanitario. E' dunque doveroso che la Repubblica rivolga un pensiero di forte gratitudine alle tante donne che da ormai un anno si stanno impegnando negli ospedali, nei laboratori, nelle zone rosse per contrastare la diffusione del coronavirus".

Il presidente ha sottolineato: "Esse lavorano in condizioni difficili, con competenza e abnegazione, con spirito di sacrificio e con la loro caratteristica capacità di sopportare grandi carichi di lavoro. A loro, in special modo, desidero dedicare questa importante giornata".

Ampliando l'orizzonte oltre la pandemia, il capo dello Stato ha parlato inevitabilmente dei troppi femminicidi che insanguinano l'Italia: "L'anno passato le donne assassinate sono state settantatre. E' un fenomeno impressionante, che scuote e interroga la coscienza del nostro Paese". 

E ha puntato il dito contro le discriminazione sul luogo di lavoro e accenna al cosiddetta "violenza economica" che "esclude le donne dal controllo e dalla gestione del patrimonio comune o che obbliga la donna ad abbandonare il lavoro in coincidenza di gravidanze o problemi familiari. Pensiamo all'odioso ma purtroppo diffuso fenomeno della firma delle dimissioni in bianco".