Roma, 24 maggio 2014 - Papa Francesco è giunto in Giordania. Il suo aereo è atterrato poco prima delle 13 (mezzogiorno in Italia) all’aeroporto internazionale Queen Alia di Amman. La cerimonia ufficiale di benvenuto è avvenuta al palazzo reale al-Husseini, sempre ad Amman, dove il Papa è stato accolto da re Abdullah II e dalla regina Rania.

All’aeroporto internazionale “Queen Alia” Papa Francesco ha trovato ad attenderlo il principe Ghazi bin Muhammed, cugino del sovrano e promotore del dialogo interreligioso in Giordania e nel modo arabo. Accanto a lui due bambini che hanno donato a Francesco un’orchidea nera, simbolo del Regno Hashemita di Giordania. Il Papa e il principe hanno anche conversato brevemente in una saletta dell’aeroporto, prima che la delegazione vaticana partisse alla volta del Palazzo Reale.

Papa Francesco, dopo l'incontro con i reali, celebra la messa nello Stadio internazionale di Amman. Il Vaticano parla di circa 25mila persone alla celebrazione. Molti dei presenti sono rifugiati palestinesi, siriani e iracheni. Successivamente, incontrerà rifugiati e bambini disabili in una chiesa a Betania al di là del Giordano.

Stamane Papa Francesco è partito dall’aeroporto di Fiumicino. A salutarlo, oltre ai cardinali e agli esponenti delle forze dell’ordine anche la ministra Marianna Madia. Dopo la prima tappa ad Amman, in serata con i giornalisti e alcuni membri della Delegazione partirà per Tel Aviv (arrivo alle 21.40).

Il pellegrinaggio in Terra Santa è il secondo viaggio apostolico di Papa Francesco, dopo quello in Brasile avvenuto il 22 luglio 2013 quando, nello stupore di tutti i presenti, salì le scalette dell’aereo portando con se il proprio bagaglio a mano. Il volo in Terra Santa di Francesco sarà effettuato con un aereo Airbus A321 Alitalia nominato ‘Piazza del Duomo - Lecce’. A bordo del volo papale di Alitalia sono presenti, oltre al pontefice, a tre cardinali e al segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, anche i rappresentanti dei media italiani ed internazionali.

MESSAGGIO DI NAPOLITANO - “Sono certo che il suo pellegrinaggio sarà foriero di un messaggio di speranza per tutti coloro che si impegnano a portare pace e stabilità in quella terra cui anche l’Italia è legata da importantissimi vincoli storici e religiosi”. E’ quanto scrive il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel messaggio inviato a Papa Francesco in occasione della sua partenza.

IL TWEET DEL PAPA - “Nel momento in cui mi accingo a compiere il mio pellegrinaggio in Terra Santa, a cinquant’anni dallo storico viaggio del venerabile Paolo VI, al fine di pregare per la giustizia e la pace e per incoraggiare il dialogo ecumenico e interreligioso, desidero rivolgere a lei, signor Presidente, e al popolo italiano il mio cordiale saluto, che accompagno con sinceri auspici per il bene spirituale e sociale della diletta Italia”. Lo scrive Papa Francesco nel telegramma inviato questa mattina al presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, in occasione della partenza per la Terra Santa.

Dall’aereo che lo porta ad Amman, il Papa ha inviato anche un tweet. “Cari amici - ha scritto dal suo account ‘@Pontifex’ - vi chiedo di accompagnarmi con le vostre preghiere nel mio pellegrinaggio in Terra Santa”.

AMMAN, PAPA: GRAZIE A GIORDANIA PER IMMIGRATI ACCOLTI - Al suo arrivo ad Amman, Papa Francesco ha detto: “Voglio rinnovare il mio profondo rispetto e la mia stima per la comunità musulmana”. Quindi ha voluto ringraziare pubblicamente la Giordania che “presta generosa accoglienza a una grande quantità di rifugiati palestinesi, iracheni e provenienti da altre aree di crisi, in particolare dalla vicina Siria, sconvolta da un conflitto che dura da troppo tempo”. “Tale accoglienza - ha detto nel discorso pronunciato al Palazzo Reale - merita la stima e il sostegno della comunità internazionale”. “La Chiesa Cattolica, secondo le sue possibilità, vuole impegnarsi - ha assicurato Bergoglio - nell’assistenza ai rifugiati e a chi vive nel bisogno, soprattutto tramite Caritas Giordania”.

“Lei è noto come uomo di pace e artefice della pace... Grazie!”. Ha sottolineato Papa Francesco, rivolgendosi a braccio al re di Giordania Abd Allah II ad Amman.

Papa Francesco ha anche rivolto “un saluto carico di affetto alle comunità cristiane” del Paese, che “offrono il loro contributo per il bene comune della società nella quale sono pienamente inserite”. E ha osservato che esse, pur minoritarie, “possono professare con tranquillità la loro fede, nel rispetto della libertà religiosa, che è un fondamentale diritto umano e che auspico vivamente - ha detto - venga tenuto in grande considerazione in ogni parte del Medio Oriente e del mondo”.

MESSA NELLO STADIO DI AMMAN - Una grande ovazione accompagnata dal rilascio di centinaia di palloncini hanno accolto l’ingresso di Papa Francesco - su una jeep non protetta ai lati - nell’International Stadium di Amman, gremito da oltre 40 mila persone. Il vento ha portato via la papalina del pontefice che ha tentato di recuperarla girandosi all’indietro, ma senza riuscirvi.

“La missione dello Spirito Santo è di generare armonia - Egli stesso è armonia - e di operare la pace nei differenti contesti e tra soggetti diversi”. Così Bergoglio nell’omelia della messa allo stadio di Amman. “Oggi invochiamo con cuore ardente lo Spirito Sano - ha detto -, chiedendogli di preparare la strada della pace e dell’unità”. Secondo il Pontefice, “è necessario porre gesti di umiltà, di fratellanza, di perdono, di riconciliazione”, che “sono premessa e condizione per una pace vera, solida e duratura”.

“La pace non si può comperare: essa è un dono da ricercare pazientemente e costruire ‘artigianalmente’ mediante piccoli e grandi gesti che coinvolgono la nostra vita quotidiana”. In Medio Oriente, ha spiegato il Papa, “è necessario porre gesti di umiltà, di fratellanza, di perdono, di riconciliazione” che “sono premessa e condizione per una pace vera, solida e duratura”.

Nel discorso che ha preceduto le parole di papa Francesco, il re di Giordania Abdullah ha detto che le comunità cristiane sono una "parte integrante" del Medio Oriente e che va difeso "il vero spirito dell'Islam, l'Islam di pace", che protegge i luoghi sacri per i cristiani e i musulmani. Il sovrano ha esortato il Papa ad usare la sua "umanità e saggezza" per contribuire a porre fine al conflitto in Siria e per incoraggiare i
leader a prendere le misure coraggiose necessarie per porre fine al conflitto israelo-palestinese.

ABBRACCIO COI RIFUGIATI DI SIRIA, IRAQ E PALESTINA  - Al termine dell’omelia, Francesco ha voluto abbracciare idealmente tutti i presenti nell’International Stadium di Amman: “il Patriarca, i fratelli vescovi, i sacerdoti, le persone consacrate, i fedeli laici, i tanti bambini che oggi ricevono la prima comunione e i loro familiari”. “Il mio cuore - ha continuato - si rivolge anche ai numerosi rifugiati cristiani provenienti dalla Palestina, dalla Siria e dall’Iraq: portate alle vostre famiglie e comunità il mio saluto e la mia vicinanza”.

“Cari amici, lo Spirito Santo - ha detto ancora Francesco congedandosi dalla folla - è disceso su Gesù presso il Giordano e ha dato avvio alla sua opera di redenzione per liberare il mondo dal peccato e dalla morte”. “A Lui - ha concluso - chiediamo di preparare i nostri cuori all’incontro con i fratelli al di là delle differenze di idee, lingua, cultura, religione; di ungere tutto il nostro essere con l’olio della sua misericordia che guarisce le ferite degli errori, delle incomprensioni, delle controversie; di inviarci con umiltà e mitezza nei sentieri impegnativi ma fecondi della ricerca della pace. Amen!”.

Per i rifugiati siriani che stanno accogliendo Bergoglio, la sua presenza in Giordania è un occasione per mostrare al mondo la loro disperazione. "Siamo molto contenti perché vedrà i cristiani del mondo arabo, vedrà noi e la nostra sofferenza - ha detto Nazik Malko, un siriano scappato da Maaloula che sarà tra le circa 600 persone che attenderanno il papa a Betania oltre il Giordano -. Ci auguriamo che la pace verrà ripristinata in tutto il mondo, e in Siria

'CANONIZZARE A SUOR MARIA ALFONSINA' - Il patriarca latino di Gerusalemme, monsignor Fouad Twal, ha chiesto a Papa Francesco la canonizzazione di suor Maria Alfonsina, palestinese, fondatrice delle Suore del Rosario, unica Congregazione autoctona di Terra Santa. "Prego che Sua Santità - ha detto il patriarca latino al termine della messa celebrata all'International Stadium di Amman - possa annunciare al più presto la canonizzazione della beata Maria Alfonsina".

IL PAPA SCENDE FINO ALL'ACQUA -  Gita sul caddie a vedere il sito del battesimo di Gesù. Ospite d'onore, Papa Francesco. Alla guida, il re di Giordania Abdullah. E' la scena di questa sera a Betania oltre il Giordano, sito dove secondo la tradizione San Giovanni battezzò Gesù Cristo. Dopo aver lasciato lo stadio internazionale di Amman, Jorge Mario Bergoglio ha raggiunto la località archeologica con una mezz'ora di anticipo. Il Papa - a differenza dei suoi predecessori - è sceso fino al fiume. Con lui, oltre a una guida e a un francescano che ha fatto da traduttore, il re, il principe Ghazi, che aveva accolto il Papa all'aeroporto, la regina Rania, vestita stasera con una lunga gonna fiorata verde, e il figlio maggiore dei reali.  "Chiedo a Dio onnipotente e misericordioso che ci insegni a tutti a camminare nella Sua presenza con l'anima e con i piedi spogli, e il cuore aperto alla misericordia divina e all'amore ai fratelli. Così Dio sarà tutto in tutti e regnerà la pace. Grazie per offrire all'umanità questo luogo di testimonianza. Francesco 24.5.14". Queste sono state le parole scritte dal Papa sul libro d'oro del santuario che sta sorgendo sulla riva del Giordano.

L'INCONTRO DI BETANIA - Dopo la visita al luogo del battesimo di Gesù, il Pontefice ha lanciato con queste parole un nuovo "piu' accorato appello" per la Siria "lacerata da una lotta fratricida che dura da ormai tre anni e ha già mietuto innumerevoli vittime".  In Siria, "la soluzione può venire unicamente dal dialogo e dalla moderazione, dalla compassione per chi soffre, dalla ricerca di una soluzione politica e dal senso di responsabilita' verso i fratelli". Dopo la visita al luogo del battesimo di Gesù, il Pontefice ha lanciato con queste parole un nuovo "piu' accorato appello" per la Siria "lacerata da una lotta fratricida che dura da ormai tre anni e ha gia' mietuto innumerevoli vittime". "Cessino le violenze e venga rispettato il diritto umanitario, garantendo la necessaria assistenza alla popolazione sofferente", ha invocato Papa Francesco. "Si abbandoni da parte di tutti - ha insistito - la pretesa di lasciare alle armi la soluzione dei problemi e si ritorni alla via del negoziato".  "Al termine di questo incontro - ha poi scandito Francesco - rinnovo l'auspicio che prevalgano la ragione e la moderazione e, con l'aiuto della comunità internazionale, la Siria ritrovi la via della pace". "Dio - ha concluso - converta i violenti e coloro che hanno progetti di guerra e rafforzi i cuori e le menti degli operatori di pace e li ricompensi con ogni benedizione".