Roma, 20 ottobre 2013 - L'avvocato di Priebke, dopo aver 'risolto' il problema della sepoltura dell'ex Ss, va all'attacco di tutti, istituzioni e 'comunità ebraica'. In più definisce Priebke un perseguitato e una 'figura simbolo di dignità e libertà'. Insomma, certo non vuol gettare acqua sul fuoco delle polemiche, dopo il funerale interrotto ad Albano laziale a causa delle proteste antifasciste.

E le reazioni non si fanno attendere: il presidente delle comunità ebraiche romane Riccardo Pacifici rintuzza l'avvocato: "Non permetteremo che la tomba diventi luogo di pellegrinaggio". Meno incendiari i figli di Priebke, che in una lettera al prefetto di Roma chiedono che ora sul padre cali il silenzio.

L'AVVOCATO ATTACCA - “La Comunità ebraica - dice Paolo Giachini - voleva fargli fare la fine di Bin Laden, con le ceneri disperse in mare, per non creare un luogo di pellegrinaggio, hanno detto. Invece chi vorrà potrà rendere omaggio a una figura diventata simbolo di dignità, libertà e sopportazione umana”.

“Non ci siamo fatti mettere i piedi in testa né dalle autorità né dalla comunità ebraica - continua l'avvocato La famiglia di Priebke ha avuto quel che le spettava, il rispetto della salma che anche nei Paesi incivili é garantito, e il diritto alla pratica religiosa. Abbiamo ottenuto quel che volevamo. dopo una settimana di tentativi di prevaricazione”.

E ancora: "Non dirò quando la salma lascerà Pratica di Mare né dove andrà  perché sono vincolato dal segreto professionale. La famiglia e la prefettura mi hanno chiesto il massimo riserbo”.

Poi sembra addolcire le dichiarazioni:  “Non c’é nessuna polemica con la comunità ebraica. Non mi interessa tutto quello che é vendetta e odio. Mi sono battuto per un perseguitato al fine di evitare trattamenti degradanti che la convenzione europea vieta, tipo: bruciate il corpo e gettate le ceneri come fatto per Bin Laden”, dice puntando il dito contro “la mistificazione giornalistica” che é stata fatta per il suo assistito.
“La figura di Priebke mostrata sui giornali - ha detto Giachini - é una falsificazione. Chi lo conosceva lo considerava una persona di grande umanità e forza d’animo. Aveva anche scritto di essere vicino ai parenti delle vittime e di venerare i martiti nel loro ricordo”.

Quanto poi al luogo della sepoltura dell'ex gerarca nazista: “Non ho alcuna intenzione di rivelare il luogo della sepoltura. Non dico nulla anche perché non dipende da me”. “Il ricordo e la venerazione - ha continuato l’avvocato Giachini - non é qualcosa di fisico ma va oltre”.

“L’accordo trovato con le istituzioni - ha aggiunto l’avvocato - soddisfa pienamente la famiglia del signor Priebke, rivolgiamo un ringraziamento alle autorità e al prefetto di Roma che ha collaborato e si é impegnato a trovare una soluzione anche se in veste istituzionale ci aveva impedito i funerali a Roma e ad Albano”.

LA REPLICA DI PACIFICI - "Non ci siamo mai opposti alla sepoltura di Erich Priebke, purché non avvenisse sul suolo italiano e non diventasse un luogo di pellegrinaggio. E non permetteremo che lo diventi”, dice il presidente della Comunità ebraica romana Riccardo Pacifici commentando da Auschwitz, dove si trova per un Viaggio della Memoria. “Le regole del gioco le stabiliamo noi che abbiamo fondato la democrazia in questo Paese”, ha aggiunto Pacifici.

“Tutto ciò che dice si commenta da solo e presto capiremo perché Giachini ha bisogno di farsi pubblicità - aggiunge Pacifici -. Dovrebbe ricordarsi che questa (sulla sepoltura di Priebke, ndr) é una battaglia che é stata condotta dall’Italia intera, dalle autorità civili e religiose, dai sindaci di Roma e di Albano. Oltretutto Giachini contraddice sue dichiarazioni precedenti sul fatto di conservare il segreto a proposito del luogo della tomba”.

“Il paragone con le ceneri di Bin Laden non esiste - conclude il presidente degli ebrei romani -. Le ceneri le abbiamo viste oggi qui ad Auschwitz e sono quelle di milioni di ebrei, tra cui un milione e mezzo di bambini, mandati a morire dall’ideologia del signor Priebke. Noi non staremo al suo gioco, lo sappia”.

I FIGLI DELL'EX SS - Meno incendiari, rispetto all'avvocato, i figli di Priebke: “C’é stato un accanimento anche da parte della gente contro nostro padre: ora cali il silenzio”, scrivono in una lettera al Prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, i figli di Erich Priebke, Jorge e Ingo, chiedendo che sulla vicenda della sepoltura “ora ci sia massimo riserbo”.

Nella lettera i due figli dell’ex Ss dicono di “essere rimasti colpiti da ciò che é successo dopo la morte di nostro padre”. Per questo Jorge e Ingo Priebke hanno chiesto ora “riservatezza sul luogo della sepoltura”, aggiungendo che non ci saranno piu’ riti funebri in presenza della salma.

IL PREFETTO PRECISA - "Sulla vicenda della sepoltura di Priebke e’ tutto secretato, come richiesto dai figli. Ho preso un impegno a nome dello Stato ed ho il dovere di mantenerlo, l’indicazione arriva anche dal governo”. Lo ha sottolineato il Prefetto di Roma.