Roma, 29 luglio 2013 - Il questore di Roma, Fulvio Della Rocca, ha disposto una serie di accertamenti in merito alle dichiarazioni rilasciare dal frontman The Muse, Matt Bellamy, in un’intervista rilasciata al The Sun dove ha fatto riferimento ad una mazzetta pagata a Roma per poter utilizzare i fuochi d’artificio nel corso del concerto all’Olimpico del 6 luglio scorso. Il questore di Roma ha ordinato l’acquisizione dell’intervista e di tutti i documenti che riguardano i permessi delle serata del 6 luglio, in particolare quelli rilasciati dalla commissione fuochi pirotecnici dove fanno parte esponenti della questura, dei vigili del fuoco, della prefettura e delle forze dell’ordine. Al termine degli accertamenti verra’ inviata un’informativa alla procura di Roma e verranno presi i rispettivi provvedimenti.

DIETROFRONT MUSE - "Non c'è stato alcun tentativo di corruzione’’ da parte dei Muse nei loro concerti in Italia: a precisarlo è la stessa band britannica che, in una nota diffusa dal promoter italiano del gruppo, Vivo Concerti, smentisce le dichiarazioni del cantante Matt Bellamy al 'Sun’ sulle presunte mazzette per i fuochi di artificio pagate per il concerto di Roma.  ‘’Al contrario di quanto riportato - spiega la band nella nota - i Muse confermano che non c'è stato alcun tentativo di corruzione in riferimento ai loro concerti in Italia. Sono state pagate le tasse previste per il lavoro fatto da tecnici e ingegneri esterni all’organizzazione per ottenere i necessari permessi dalle autorità locali. Questo - si legge ancora nella dichiarazione - riguarda anche i fuochi di artificio e i certificati di sicurezza in linea con gli standard adottati per tutti i gruppi che si esibiscono in Italia, in aggiunta ai certificati già approvati dalle autorita’ negli altri Paesi europei dove i Muse si sono esibiti quest’estate’’.