Roma, 28 maggio 2013 - L’Aula della Camera ha approvato all’unanimità la ratifica della Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne. I sì sono stati 545 su 545. Il risultato è stato salutato da un applauso dell’emiciclo. Il testo passa ora all’esame del Senato.

IL MINISTRO KYENGE - Soddisfatta della ratifica il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge. "E' un voto che fa bene e che incoraggia quello di oggi pomeriggio della Camera dei deputati sulla ratifica della Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne - ha detto l'esponente dell'esecutivo -. Non potremo mai assuefarci all'orrore di gravissimi fatti di cronaca contro le donne, ma neanche alla tante e continue violenze domestiche e nei luoghi di lavoro". Kyenge, "augurandomi adesso che il Senato approvi rapidamente il disegno di legge", ha espresso un "particolare ringraziamento alle ministre alle pari opportunità Iosefa Idem e agli esteri Emma Bonino e alle colleghe Laura Boldrini e Mara Carfagna, che tanto si sono impegnate per raggiungere questo primo traguardo".

"Dopo l'approvazione definitiva - ha concluso - occorrerà subito lavorare con tanta passione e impegno per conseguire gli ulteriori traguardi voluti dalla Convenzione di Istanbul contro la violazione di questi diritti umani”. 

COSA PREVEDE - La ‘Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica’, ratificata dalla Camera dei deputati fu approvata ad Istanbul l’11 maggio 2011. Si tratta di 81 articoli che sono stati ratificati ad oggi da quattro Stati: Albania, Montenegro, Turchia, Portogallo. L’Italia è il quinto Stato, ma perché la Convenzione diventi esecutiva serve la ratifica di almeno 10 nazioni di cui almeno 8 componenti del Consiglio d'Europa.

La convenzione punta a gettare le basi per una forma di tutela completa per le donne intervenendo non solo sul piano della repressione ma anche sul quello della prevenzione, dell’assistenza, della sensibilizzazione culturale e dell’educazione. Un particolare riguardo è dato a tutti quegli elementi e situazioni come la vulnerabilità che nasce dall’età, le condizioni di salute o la disabilità, lo status di migrante. LEGGI L'APPROFONDIMENTO