Siena, 4 febbraio 2013  - C’era "una banda del 5%" che prendeva una percentuale illecita su ogni operazione e c’erano ‘’pagamenti riservati’’ ai vertici di Mps: l’ex funzionario della banca d’affari Dresdner, Antonio Rizzo, sentito a Roma dalla Gdf, ha confermato tutte le accuse nei confronti di Mps che aveva già messo in un verbale di polizia giudiziaria nel 2008.

Rizzo, che è stato sentito dagli uomini del nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza, ha dunque ribadito le sue accuse nei confronti degli ex vertici della banca e ha fatto anche i nomi dei funzionari di Dresdner che hanno partecipato alle riunioni in cui si affrontava la questione delle percentuali per i funzionari di Rocca Salimbeni. Persone che saranno adesso sentite nei prossimi giorni dalla procura di Siena che indaga sull’acquisizione di Antonveneta e sulla vicenda del derivato Alexandria. Rizzo ha anche confermato l’esistenza dei nastri - depositati a Milano già nel 2008 - sui quali avrebbe registrato le conversazioni tra lui e gli altri funzionari della Dresdner nelle occasioni in cui si parlava di Mps. Si tratterebbe, secondo quanto si apprende, di 2-3 nastri relativi a riunioni interne alla banca d’affari alle quali ha partecipato lo stesso Rizzo. Registrazioni effettuate su suggerimento dei legali nel timore che, una volta denunciate l’anomalia relativa a Mps, nei suoi confronti potesse essere aperta una procedura di licenziamento. Nel verbale del marzo del 2008, in particolare, Rizzo citava una cena con il funzionario della Dresdner, Michele Cortese - che sarà sentito anche lui nei prossimi giorni - nella quale quest’ultimo affermava che ‘’Baldassarri e Pontone (capo area finanza e responsabile ufficio di Londra Mps, ndr) avevano percepito una commissione indebita dell’operazione per il tramite di Lutifin. Mi disse che i due erano conosciuti come la banda del 5% perche’ su ogni operazione prendevano una percentuale’’.

Rizzo è stato anche raggiunto telefonicamente dall'agenzia Agi: “Ho confermato quanto avevo già messo a verbale nel 2008 e cioè che mi avevano parlato della banda del cinque per cento all’interno di Mps. Non ho problemi a dirlo, questa è la verita’”. “Abbiamo fatto un discorso di contesto storico”, aggiunge il ‘superteste’ spiegando che non si è limitato a parlare dell’incontro ormai noto col funzionario di Dresdner Michele Cortese in cui questi gli parlò della ‘banca del cinque per cento’ guidata da Gianluca Baldassarre e Matteo Pontone. “Quando Cortese mi parlò della ‘banda del cinque per cento’ non si riferiva solo all’operazione con Dresdner sul derivato acquistato da Mps, ma era un discorso pi?’ generale sui manager della banca senese”, precisa. Rizzo ha confermato l’esistenza di due-tre nastri gia’ consegnati ai pm di Milano nel 2008 relative a riunioni interne alla banca d’affari Dresdner per la quale lavorava all’epoca: “quelle registrazioni - chiarisce - mi servivano per un’eventuale causa di lavoro. Avevo paura di essere licenziato”.

MUSSARI RINVIA L'INTERROGATORIO - L’ex presidente di Mps ha chiesto ai pubblici ministeri della procura di Siena il rinvio dell’interrogatorio. E’ quanto ha riferito lo stesso avvocato di Mussari, Fabio Pisillo. “Mussari - ha detto il difensore dell’ex presidente di Mps - ha riferito ai pubblici ministeri la propria intenzione di rispondere a tutte le domande che gli verranno poste ma non in data odierna in considerazione dell’impossibilità dell’altro difensore, l’avvocato Tullio Padovani, a seguito di un impedimento dichiarato già in data 2 febbraio con apposita istanza di differimento. E’ infatti impegnato in Cassazione per un procedimento gia’ fissato”. “L’avvocato Mussari - ha detto il difensore - ha chiesto che venga fissata un’altra data fin da giovedì di questa settimana per rispondere all’interrogatorio assistito da entrambi i suoi avvocati”.

TRANI TRASMETTE FASCICOLO DELL'INDAGINE  - La procura di Trani ha trasmesso ai pm di Siena il fascicolo di indagine aperto su Mps dopo la denuncia di Adusbef. Nell’inchiesta venivano ipotizzati i reati di aggiotaggio, manipolazione del mercato e omesso controllo in relazione a presunte inefficienze nei controlli di Consob e Bankitalia. I pm tranesi Antonio Savasta e Michele Ruggiero continuano invece ad indagare per truffa aggravata e usura in relazione ai derivati emessi da Mps e da Bnl, Unicredit, Intesa San Paolo e Credem.

IL FASTIDIO DEL CSM - Le ‘’perplessità da più parti sollevate in ordine alla sovrapposizione di plurimi interventi giudiziari’’ sul caso Mps, hanno spinto il Comitato di presidenza del Csm ad aprire una pratica sulle ‘’eventuali modifiche della disciplina processuale di cui all’articolo 9 del codice di procedura penale’’. L’articolo 9 del codice di procedura penale contiene le regole suppletive a quelle generali sulla competenza territoriale.

CONTINUA A FRANARE IL TITOLO MPS IN BORSA  - Continua a franare in Borsa il titolo Mps, affossato dagli sviluppi giudiziari della vicenda dei derivati. Oggi è riuscito a far prezzo solo dopo oltre mezz’ora dall’avvio delle negoziazioni in piazza Affari e alle 10.15 circa è il peggiore tra le blue chip segnando un calo del 4,91% a 0,2206 euro, dopo aver toccato un minimo a 0,2161 euro, mentre il Ftse Mib segna -0,8%. Consistenti gli scambi: sono già passati di mano oltre 124 milioni di titoli Mps, per un turn-over corrispondente a oltre l’1% del capitale. Oggi pomeriggio a Siena è atteso l’interrogatorio dell’ex presidente del Monte dei Paschi, Giuseppe Mussari. Pesanti in generale anche gli altri bancari, con UniCerdit in particolare che cede oltre il 3%.

VIOLA: "LE BORSE NON CI CREDONO - "Il deprezzamento di Mps in Borsa "è sintomo del fatto che ancora il mercato non crede a quello che potrà essere il miglioramento dei fondamentali implicito nel piano industriale’’. Lo ha detto l’amministratore delegato di Mps, Fabrizio Viola, a Salvadanaio su Radio 24.

‘’Il mercato - ha aggiunto Viola - da tempo attribuisce al titolo Mps uno sconto molto forte e molto più elevato rispetto ai propri competitor sul patrimonio netto, questo a mio avviso è sintomo del fatto che ancora il mercato non crede a quello che potrà essere il miglioramento dei fondamentali implicito nel piano industriale che abbiamo approvato e iniziato a realizzare nella seconda parte dell’anno scorso’’. ‘’E’ indubbio che le vicende che hanno caratterizzato i giorni scorsi hanno avuto un effetto sull’andamento del titolo. Non poteva che essere così. Il contraccolpo emotivo, le notizie che sono apparse sui giornali, i riferimenti quotidiani e continui alle questioni giudiziarie ovviamente non potevano non avere effetti sulla quotazione del titolo bancario". "Quello che posso dire - ha concluso - è che dal punto di vista gestionale la banca sta continuando a operare assolutamente in modo regolare, e devo dire con grande sforzo da parte di tutti, primi fra tutti i dipendenti, che sono evidentemente tutti i giorni messi alla prova e stanno dimostrando un grande attaccamento e una grande professionalità".

I DIPENDENTI DI MPS: NON BUTTATE FANGO SULL'AZIENDA - I dipendenti del Monte dei Paschi chiedono ai media più attenzione e criticano quella che giudicano “la cattiva informazione che viene diffusa continuamente ai danni dei dipendenti, dell’azienda, dei correntisti e dell’immagine della banca”. Da giorni le segreterie di agenzie di stampa, giornali e tv, sono invase da decine di mail tutte uguali firmate dagli impiegati dell’istituto di credito toscano. “Premesso che le responsabilità, ove accertate, devono essere pagate - si legge nella missiva -, è ingiusto e meschino buttare fango su un’azienda in cui lavorano 31.000 dipendenti, con passione, orgoglio, professionalità e soprattutto con onestà!”.

Per i bancari, ancora, “è ingiusto utilizzare questa vicenda per appagare le esigenze elettorali dei partiti politici di turno”. “Sono 36 anni che lavoro a Mps - dice uno di loro raggiunto telefonicamente - e la protesta che abbiamo attuato mi sembra giustissima. Qui ci sono più di 30mila lavoratori che rischiano di andare a casa e che rimarrebbero così sul ‘groppone’ della comunità”. Le notizie di questi giorni, racconta, stanno scatenando tra i correntisti ansie ingiustificate. “Da quando si è creata questa situazione - sottolinea - alcuni clienti si stanno chiedendo se abbandonare la banca. Noi dipendenti siamo invece stati rassicurati: la banca è sana, non ci sono problemi e non ce ne saranno”. Fabi e Fiba, sindacati dei bancari, hanno inviato una lettera aperta al presidente Napolitano chiedendo un intervento a sostegno dei dipendenti.