Roma, 12 gennaio 2013  - “Una sentenza ambigua”.  All’indomani della sentenza della Cassazione che ha aperto alla possibilità per un figlio di essere cresciuto in una coppia gay, il quotidiano della Cei evidenzia lo “sconcerto”. “Per esperianza comune di ogni essere umano - scrive ‘Avvenirè - la nascita di un bambino scaturisce dall’unione tra un uomo e una donna, comporta la cura e l’allevamento da parte dei genitori”.

Al di là del caso specifico, il quotidiano della Cei si sofferma su quello che ritiene “il punto più sconvolgente della pronuncia, quando considera il bambino come soggetto manipolabile, attraverso sperimentazioni che sono fuori dalla realtà naturale, biologica e psichica, umana e che non si sa bene quanto dovrebbe durare”. Ecco perché secondo ‘Avvenirè la sentenza di piazza Cavour “lascia stupefatti quando cancella tutto ciò che l’esperienza umana, e con essa le scienze psicologiche, ha elaborato e accumulato in materia di formazione del bambino”.

Per il quotidiano dei Vescovi, “siamo di fronte ad una concezione che attinge il suo ‘humus’ culturale alle forma illuministiche più primitive, nega ogni preziosità dell’esperienza umana e ritiene che anche per la dimensione della paternità e della maternità il gener umano possa ricominciare daccapo, perché l’educazione e la formazione del bambino può avvenire contro i parametri naturali e le garanzie che la famiglia presenta in ogni epoca”.

PAOLA CONCIA - "Mi chiedo quale sia il senso di umanità dei vescovi che mettono in discussione che un bambino possa continuare ad avere una continuità affettiva con una madre omosessuale. Non riesco a vedere il senso di umanità del vescovo. Il vescovo è piu’ interessato a portare avanti una battaglia ideologica o al sano sviluppo di una bambino e di una bambina che deve crescere sereno in una famiglia?", commenta in diretta a Tgcom24 da {{WIKILINK}}Paola Concia {{/WIKILINK}}(Pd) al dibattito innescato dalla sentenza della Cassazione sui figli alle coppie gay.

"Questa sentenza della Cassazione - spiega - non fa altro che registrare la realtà, ovvero che un bambino può crescere normalmente in una famiglia omosessuale. L’orientamento sessuale non ha influenza sullo sviluppo psicofisico del bambino. La sentenza è di buonsenso. I bambini che vivono in situazioni di mono genitorialità devono poter crescere con gli stessi diritti dei bambini figli di coppie eterosessuali".


CARLO GIOVANARDI - "Avendo avuto per 4 anni la responsabilità delle politiche famigliari del Governo Berlusconi ho ben presente la differenza tra la soluzione di un caso singolo per decidere a quale dei due genitori sia meglio affidare il minore, da affermazioni che sembrano mettere sullo stesso piano l’equilibrata crescita di un bambino con un padre e una madre a quella con una coppia dello stesso sesso", afferma Carlo Giovanardi, responsabile Nazionale Politiche Famigliari PDL.

"Se il presidente Luciolli, che invita alla pacatezza di giudizio sulla sentenza, non avesse elevato il caso singolo a principio ideologico generale - dice - gran parte della stampa italiana non avrebbe riempito intere pagine per scrivere che la suprema Corte di Cassazione ha aperto all’affidamento di minori alle coppie gay. è bene allora sottolineare con forza che la sentenza è da rispettare nel caso singolo ma che le idee politiche in tema di affidi di chi ha scritto la sentenza, valgono ne più ne meno di quelle di qualsiasi altro cittadino italiano e non possono sovrapporsi ai principi della Costituzione e delle Leggi in vigore nel nostro paesè’, conclude Giovanardi.

I SOCIOLOGI BOCCIANO LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE  - I sociologi bocciano la sentenza della Cassazione che ha sostenuto che i bambini possono crescere bene anche all’interno di una coppia omnosex. “I bambini - spiega Pietro Zocconali, presidente dell’Associazione Nazionale Sociologi - sono dotati di grande capacità di adattamento, tuttavia, sulla base della letteratura scientifica disponibile, che evidentemente la Corte di Cassazione disconosce, vivono meglio quando trascorrono l’intera infanzia con i loro padri e madri biologici. Il bambino riconosce se stesso e il proprio futuro rispecchiandosi e relazionandosi al maschile e al femminile di una madre e di un padre, biologici o adottivi”.

“In assenza di questa diversità sessuale - spiega l’Ans - il benessere del bambino è a rischio, come dimostra la stragrande maggioranza dei dati raccolti dalla più validata letteratura psico-sociale a livello mondiale, debitamente richiamati dal sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, e non da quattro sofismi artatamente richiamati dalla comunità gay e privi di riconoscimento scientificò’.

OSSERVATORIO DEI MINORI: SENTENZA CHOC - Una sentenza “chock”. è la definizione usata da Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio per i Diritti dei minori, a proposito della sentenza della Cassazione che ha osservato come sia un puro “pregiudizio” pensare che non ci possano essere ripercussione negative per un bambino che cresce in una coppia gay.

’Non si capisce di cosa parli la Cassazione quando afferma che non esistono certificazioni scientifiche attestanti l’inidoneità dei gay ad adottare. D’altro canto non è la prima volta che la Suprema Corte stupisce con sentenze scioccanti, come alcune relative alla violenza sulle donne”, rileva in una nota Marziale che è anche consulente della Commissione parlamentare per l’Infanzia.

“Un’equipe, guidata dal prof. Loren Marks della Louisiana State University - sostiene il sociologo - ha messo a punto un’ennesima analisi, pubblicata sul Social Science Research, che attesta le notevoli differenze sussistenti tra figli adottati da coppie gay conviventi e figli naturali di coppie eterosessuali”.

Una analisi, quella citata da Marziale, che secondo lui stesso, valida “quanto rilevato da Mark Regnerus, professore di Sociologia presso l’Università di Austin, a capo di un’equipe che ha osservato che quanti sono cresciuti in famiglie omosessuali sono dalle 25 alle 40 volte più svantaggiati dei loro coetanei cresciuti in famiglie normali”.

“I primi -prosegue Marziale- sono risultati tre volte più soggetti alla disoccupazione, solo il 26% dei ragazzi cresciuti all’interno delle coppie omosessuali ha un lavoro fisso contro il 60% della media, quattro volte più soggetti a ricevere assistenza pubblica e molto più inclini ad essere arrestati, a dichiararsi colpevoli di atti criminali, a drogarsi, a pensare al suicidiò’.

‘’Sono costretto a ripetere che non sono omofobo - chiosa Marziale - e che sono aperto ad ogni altro sacrosanto diritto civile per la comunità omosessuale, ma sulle adozioni non è dato transigere. Si tratta del diritto di ogni bambino ad avere una famiglia pedagogicamente completa delle figure di riferimento, maschile e femminile, e non già di appagare le voglie degli adulti che per avere figli devono ricorrere a metodi alternativi rispetto al naturale rapporto eterosessuale”.