Taranto, 26 settembre 2012 - Il gip del tribunale di Taranto Patrizia Todisco ha respinto il piano di interventi proposti dall’Ilva ai quali era allegata una richiesta di poter mantenere una minima capacità produttiva degli impianti sequestrati. Bocciato, quindi, il piano da 400 milioni di euro presentato da Bruno Ferrante nei giorni scorsi. “Con amarezza dobbiamo rilevare che nel piano, Ilva si impegnava ad effettuare lavori per risanamento che in realtà erano già negli atti di intesa del 2003-2004, evidentemente non rispettati”, hanno scritto i pubblici ministeri nelle cinque pagine di parere negativo al piano di Ilva.

“Non c’è spazio per proposte al ribasso circa gli interventi da svolgere e le somme da stanziare. I beni in gioco: salute, vita e ambiente ma anche il diritto a un lavoro dignitoso e non dannoso per la salute, non ammettono mercanteggiamenti”, ha scritto il gip nel suo decreto che ha ricalcato in toto il parere della procura.

Il gip del tribunale di Taranto ha inoltre respinto anche le richieste di rimessione in libertà avanzate dai legali di Emilio e Nicola Riva, ex presidenti dell’Ilva, e di Luigi Capogrosso, direttore fino allo scorso mese di giugno dello stabilimento siderurgico tarantino. I tre sono agli arresti domiciliari dal 26 luglio scorso.

UN OPERAIO A CLINI: QUANTO VALE LA MIA VITA? - ‘’Vorrei sapere dal ministro Clini e da Riva: quanto vale la mia vita e quanto vale quelle dei miei figli?’’. Lo chiede Cataldo Ranieri, un operaio dell’Ilva componente del Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti che, insieme con un gruppo di compagni di lavoro, si trova davanti allo stabilimento.

‘’Noi non siamo contro la magistratura, vogliamo che lo Stato - chiarisce - ci dia risorse per fare acciaio pulito come accade nel resto d’Europa, e non bastano 400 milioni di euro. Non siamo noi di certo - aggiunge - a volere la chiusura dello stabilimento, è Riva che vuole la chiusura se non mette i soldi. E chi non mette i soldi per far si che i nostri colleghi, che noi tutti, non si muoia a 50 anni: ogni giorno noi qui, vediamo davanti alla fabbrica manifesti listati a lutto. Questo è giusto?’’.

CLINI - "Il ministro dell’Ambiente non fa mercato’’, interviene ‘’a difesa della salute della popolazione’’. Così Corrado Clini, a margine del question time, commenta quanto scritto dal Gip Patrizia Todisco sui ‘mercanteggiamenti’ nella decisione negativa rispetto al Piano dell’Ilva.

“Mi auguro” che la decisione del Gip “non interferisca con la procedura prevista dalla legge italiana”, ossia che il ministro dell’Ambiente “rilasci l’autorizzazione ambientale integrale”. Clini ha sottolineato che “in questi giorni” sarà completata “l’istruttoria per l’autorizzazione integrata ambientale. Avrà le prescrizioni puntuali per l’adeguamento degli impianti di Taranto agli standard stabiliti dalla Commissione europea e che dovranno essere rispettati a partire dal 2016. Noi chiederemo all’Ilva di cominciare a rispettare questi standard adesso, cioe’ con 4 anni di anticipo”. “Aspetto di leggere il documento del gip - ha poi continuato il ministro - con il quale è stata respinta la proposta di Ilva per un primo intervento urgente nelle aree dello stabilimento più critiche, che prevede investimenti per 400 milioni di euro e mi auguro che questa iniziativa non interferisca con la procedura prevista dalla legge che noi intendiamo rispettare puntualmente e che stabilisce che il ministro dell’Ambiente rilasci l’autorizzazione integrale ambientale”. 

SCIOPERO INDETTO DAI SINDACATI - Due giorni di sciopero all’Ilva di Taranto. Si terranno domani e venerdì: il primo turno dalle 9 sino a fine turno, per otto ore invece il secondo e terzo turno. Analoga protesta anche venerdi’. Lo sciopero e’ stato indetto da Fim Cisl e Uilm. I sindacati intendono cosi’ protestare contro il rischio che la fabbrica si fermi, rischio adesso piu’ concreto dopo che anche il gip, analogamente al parere della Procura, ha detto no all’istanza dell’azienda che aveva chiesto una minima capacita’ di produzione a fronte di un piano di investimenti da 400 milioni di euro per il risanamento degli impianti.

"Arrestare la produzione vuol dire spegnere le speranze ed il futuro dei lavoratori” e’ il parere di Fim e Uilm che hanno proclamato due giornate di sciopero all’Ilva di Taranto ritenendo che “risanare l’Ilva senza fermare la produzione non e’ impossibile”. Secondo le due organizzazioni sindacali dei metalmeccanici Cisl e Uil, che hanno annunciato un’agitazione permanente, “occorre trovare una convergenza tra le istanze del rispetto ambientale, il diritto dei cittadini alla salute e attivita’ produttiva. Auspichiamo che si faccia il possibile per salvaguardare i livelli occupazionali per evitare che il Mezzogiorno, che si trova a vivere una fase gia’ molto critica, venga travolto da un vero e proprio disastro occupazionale. Non vogliamo creare alcuna frattura fra la produzione e la tutela dell’ambiente, intesa anche come salute per gli uomini”. “Anche se alcuni pensano erroneamente che la nostra controparte sia la magistratura - proseguono Fim e Uilm jonici - non abbiamo mai contrastato ne’ messo in discussione le prerogative della magistratura e abbiamo sempre considerato un valore la sua autonomia d’intervento, la cui portata tuttavia, debba tener conto dei riflessi sociali che puo’ determinare. Riteniamo infine - concludono i due sindacati - che si debba arrivare al piu’ presto al rilascio dell’aggiornamento dell’AIA”.