San Felice sul Panaro (Modena), 30 maggio 2012 - Dopo il devastante terremoto di ieri mattina, che ha causato 17 morti e 350 feriti, la terra continua a tremare in Emilia Romagna. Sono oltre 14mila  le persone sfollate che hanno dormito nelle tende o in auto. C'è persino un treno, giunto da Roma, che ha offerto  riparo per la notte e nelle prossime giornate alla popolazione sfollata di Crevalcore.

La Regione ha intanto aggiornato il bilancio: sono appunto 17 le vittime, circa 350 i feriti, 229 le scosse tra le 9 di ieri mattina e le 14 di oggi, sono 14.000 le persone assistite dalla Protezione civile regionale e nazionale. Dopo le nuove scosse, sono stati resi disponibili circa 5.000 posti in piu' per l'accoglienza, considerati ''ora sufficienti a garantire l'assistenza alle persone tra i nove campi della Protezione civile, alberghi, palestre e scuole messe a disposizione dai Comuni''. E la terra come detto nel Modenese continua a tremare: alle 14.01 è stata registrata una scossa di magnitudo 3.2.
 

ORE 8.00: NUOVA SCOSSA - In mattinata una scossa di terremoto era stata avvertita dalla popolazione nelle province di Modena e Mantova. I comuni prossimi all’epicentro sono stati Novi di Modena e Concordia, in provincia di Modena, e Moglia, in provincia di Mantova. Secondo i rilievi registrati dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia l’evento sismico è stato registrato alle ore 8 con magnitudo 3.8.

LA NOTTE - Ieri notte invece sono state 50 le scosse di terremoto che si sono susseguite da mezzanotte alle 6,30 del mattino in Emilia. La scossa piu’ forte e’ avvenuta poco prima delle 4 e ha avuto magnitudo 3.4. L’epicentro e’ stato localizzato tra i comuni di San Felice sul Panaro, Mirandola e Cavezzo.

TASK FORCE - "E’ necessario attivare subito nei territori del disastro ambientale e del terrore una ‘task force’ di neuropsichiatri, di veri esperti della paura per circoscrivere gli effetti del trauma e agevolare la riabilitazione mentale e fisica della popolazione. Bisogna partire subito prima che il doppio trauma subito annulli, come ferite profonde difficili da rimarginare, le energie e le risorse per reagire", afferma Rosario Sorrentino, direttore dell’Isneg (Istituto Neuroscienze Globale Roma).

"Sono utili e da promuovere incontri estemporanei con la popolazione -sottolinea il neurologo- per approfondire il tema della paura. E’ infatti necessario medicalizzare farmacologicamente le persone colpite da attacchi di panico".