Bologna, 27 maggio 2012 - Nemmeno la spettacolarità del terremoto sembra fare eccezione alla legge che destina oggi all’oblio quel che ieri gridava dalle bocche degli onnivori mass media. Eppure gli eventi de L’Aquila dimenticata dovevano insegnarci qualcosa. Perché così funziona il Grande Barnum della tv: la notizia che fa il giro del mondo e pretende la precedenza sul cumulo di stupidaggini che devono stordire la nostra attenzione, domani è già in seconda pagina, poi si rattrappisce fino a sparire. Così funziona lo sciocchezzaio dell’informazione rapita dalla golosità dello scoop. Domenica il mondo attonito ci guardava, l’immagine dell’Emilia con la rocca di Finale e la lanterna del Castello Estense di Ferrara semidistrutte correva a far rabbrividire. Sollecitato dalla tv, il mio telefono suonava.

Poi ecco insinuarsi un nuovo clamore mediatico, e sostituire a poco a poco le immagini della gente sfollata nel modenese e nel ferrarese. Il mostro assetato del Nuovo, Sua Maestà l’Informazione, aveva trovato l’oggetto di cui pascersi : il cameriere che sottraeva al Papa documenti riservati per darli a chi? Ma alla stampa, è chiaro … Intanto nuove scosse a Sant’Agostino, San Carlo, San Felice sul Panaro, forse non sufficientemente protetti dai loro santi. Le tende aumentavano, gli sfollati crescevano, l’economia regionale era in ginocchio. E le case pericolanti aumentavano alla conta, mentre una fragile cristalliera come Ferrara mostrava danni sempre più gravi nel suo Duomo chiuso, nel suo Castello ferito, nella chiesa di Santo Spirito, nel Teatro, nei suoi palazzi storici come quello dei Diamanti e il Varano Dotti.

Sfilavano i ministri da Roma, in passerella, e intanto le richieste di soccorso economico infilavano la kafkiana via della burocrazia. Chi pagherà, chi aiuterà la ricostruzione? Vaghe promesse, assicurazioni generiche, rammarico, previsioni a lungo termine, ma c’è la crisi … Non sarà che non tanto pesi la crisi quanto il fatto che la notizia del terremoto ormai non faccia più audience?