Citta del Vaticano, 25 maggio 2012 - Clamoroso sviluppo dell'inchiesta vaticana sul cosiddetto "corvo" in possesso di documenti riservatissimi.  E' stato arrestato il maggiordomo privato di Benedetto XVI, Paolo Gabriele, uno dei pochi laici ammessi nelle stanze degli appartamenti papali

VATICANO IN ALLERTA - “L’attività di indagine avviata dalla Gendarmeria, secondo istruzioni ricevute dalla Commissione cardinalizia e sotto la direzione del Promotore di Giustizia, ha permesso di individuare una persona in possesso illecito di documenti riservati”. Lo ha dichiarato il portavoce vaticano, Federico Lombardi, in evidente riferimento a ‘Vatileaks’ e al libro di Gianluigi Nuzzi ‘Sua Santità’. “Questa persona - ha aggiunto il gesuita - si trova ora a disposizione della magistratura vaticana per ulteriori approfondimenti”.

Al primo manifestarsi delle fughe di documenti riservati vaticani, e dopo una prima, informale indagine della Gendarmeria vaticana sul ‘corvo’ (o la ‘talpa’, come è stata soprannominata nei corridoi vaticani), il ‘sostituto’ della Segreteria di Stato, monsignor Angelo Becciu, spiegò, in un’intervista al direttore dell’’Osservatore romano’ dello scorso 16 marzo, che la Segreteria di Stato Vaticana aveva disposto un’accurata indagine che riguardava tutti gli organismi della Santa Sede: a livello penale condotta dal promotore di giustizia del tribunale vaticano, Nicola Picardi, e a livello amministrativo svolta dalla stessa Segreteria di Stato, mentre una “superiore commissione” era stata incaricata dal Papa di fare luce sull’intera vicenda.

Poche settimane dopo, il 25 aprile, la Santa Sede precisò che “a seguito della recente divulgazione in televisione, sui giornali ed in altri mezzi di comunicazione di documenti coperti dal segreto d'ufficio, il Santo Padre ha disposto la costituzione di una Commissione Cardinalizia, per un`indagine autorevole che faccia piena luce su tali episodi”. Benedetto XVI, si leggeva nella nota, “ha chiamato a far parte della suddetta Commissione Cardinalizia, che agirà in forza del mandato pontificio a tutti i livelli, gli Eminentissimi Signori Cardinali Julian Herranz, il quale è stato designato a presiederla, Jozef Tomko e Salvatore De Giorgi”.

Gabriele, conosciuto come 'Paoletto' in ambienti vaticani, è uno dei laici ammessi all'interno delle stanze degli appartamenti papali. Definito come una persona semplice e molto devota al pontefice, fa parte della selezionatissima cerchia di persone che lavorano a contatto con Benedetto XVI. Nello staff di collaboratori del Papa figurano anche quattro laiche, coordinate da una suora tedesca.

SULLA PAPAMOBILE CON BENEDETTO XVI (VIDEO)

MENTRE SERVE IL PAPA A TAVOLA (VIDEO)

L'INDAGINE - Una mole ingente di documenti riservati è stata trovata dalla Gendarmeria Vaticana in un appartamento di via di Porta Angelica, dove abita con la moglie e i tre figli, Paolo Gabriele, l'assistente di camera, cioé il maggiordomo, di Benedetto XVI. Romano, 46 anni, l'uomo lavora nell'appartamento pontificio dal 2006, ed è stato inserito nella Famiglia del Papa dopo essere stato a servizio del prefetto della Casa Pontificia, monsignor James Harwey. Ieri pomeriggio Gabriele è stato prima fermato dagli agenti comandati dall'ispettore generale Domenico Giani e poi interrogato dal promotore di giustizia, Nicola Picardi, che lo ha dichiarato in arresto.

RISCHIA 30 ANNI - Il maggiordomo 'infedele' rischia 30 anni di carcere. I reati dei quali è accusato sono infatti molto gravi: la fattispecie è quella di violazione della corrispondenza di un Capo di Stato che equivale ad attentato alla sicurezza dello Stato. In merito, la legislazione vaticana recepisce quella italiana ed è possibile che - se condannato - debba scontarli in Italia, in quanto lo Stato della Città del Vaticano non ha un carcere. A quanto si è appreso, i sospetti sul maggiordomo sono stati raccolti dalla Commissione Cardinalizia che indaga sulle fughe di notizie direttamente nell'appartamento del Papa.

LE INDAGINI PROSEGUONO - A quanto si è appreso, i sospetti sul maggiordomo sono stati raccolti dalla Commissione Cardinalizia che indaga sulle fughe di notizie direttamente nell'appartamento del Papa. Le indagini comunque continuano "a tutto campo" per appurare se l’uomo abbia avuto complici e se ci sono mandanti ed è probabile che l’assistente di camera del Papa sia sottoposto a ulteriori interrogatori.

BENEDETTO XVI "ADDOLORATO" - Informato dell’arresto dell’aiutante di camera nell’indagine sulle fughe di documenti, Benedetto XVI è "addolorato e colpito". Lo ha riferito una fonte vicina al Papa, che sottolinea come "si tratti di vicende dolorose" e come il Pontefice, "consapevole della situazione" mostri "partecipazione" e sia "addolorato e colpito".