Sankt Moritz (Svizzera), 1 maggio 2012 - LE FOLATE di tasse e di controlli in stile Cortina, la crisi e la recessione della nostra economia spingono l’Italia Bene a migrare verso la Svizzera, in particolare verso Sankt Moritz. Dal 2010 il numero di compravendite di case firmate da italiani è costantemente salito: nel 2010 si contarono 1655 transazioni, 2000 tonde tonde nel 2011 e i dati dei primi quattro mesi del 2012 dicono che il trend è in continua ascesa. Secondo le stime, a fine anno il numero di compravendite potrebbe superare quello dell’anno scorso attestandosi sulle 2.250 unità.

«LA TENDENZA degli italiani a comprare case nella Svizzera montana, ma anche nel resto della Confederazione è in aumento» conferma Marco Rivolta, responsabile della Suisse Real Estate (Sre) dal suo ufficio in Galleria Caspar Badrutt, a Sankt Moritz. «Fino a due anni fa i miei clienti dicevano di cercare case per le vacanze, negli ultimi mesi, invece, vedono nell’acquisto di un’abitazione qui da noi un investimento in un bene rifugio». Tradotto: «Acquistano qui perchè vogliono investire i loro soldi in un Paese stabile, fuori dall’euro con un debito pubblico, un costo del denaro e un livello di tassazione irrisori. E i mutui al tasso dello 0,9%».
Ma chi sono gli italiani che comprano? «In Svizzera non si fanno nomi sulle proprietà» sorride malizioso Rivolta. Ci vengono in soccorso il gossip nostrano e le spifferate di qualche ristoratore: Marco Tronchetti Provera ha una casa a Silvaplana, non lontano da Sankt Moritz, Lapo Elkann proprio a Sankt Moritz. «Qui vengono soprattutto industriali, non calciatori e veline» dice Rivolta. Sarà, ma qualche mese fa Michelle Hunziker è stata paparazzata al ristorante Steffani, uno dei più noti in città. Chi non si fida del gossip, consideri allora che il prezzo di un’abitazione nell’amena località dell’Engadina oscilla dai 18 mila ai 40 mila euro a metro quadrato: roba per Certa Italia, o no?
Ma Rivolta invita a sollevare lo sguardo oltre le terrazze vista monti dei vip: «La Svizzera non è più vista solo come il Paese della settimana bianca, ma come un porto sicuro per gli investimenti o un posto sicuro in cui rifare tutto un progetto di vita». Celerina, località non lontana da Sankt Moritz, è un’enclave italiana. Si parla tanto italiano, e da tempo. Valentina Bavo, cameriera tra i tavoli del bar ‘Secondo’ in primavera ed insegnante di sci d’inverno, dice di poter contare, tra le sue conoscenze, «cento famiglie italiane, tutte quelle che hanno la casa per le vacanze e che hanno iscritto i figli ai miei corsi». La Sre si occupa anche di case in affitto per le vacanze, Rivolta non nasconde che qualche suo cliente gli ha confessato di essere rimasto «infastidito» dai controlli. E di aver per questo deciso di riparare a Sankt Moritz.

BEL dibattito, quello sul presunto ritorno degli italiani, da turisti stavolta, sui monti elvetici. Partiamo dai numeri della stagione invernale: gli italiani negli alberghi ammontavano al 9.8% del totale nel 2010 e al 9.2% nel 2011. In calo. «Ma proprio in questi giorni — fanno sapere Daniel Cardoso e Catia Bernardi, due dei tre responsabili della pasticceria, ristorante e hotel Hauser — abbiamo notato una presenza importante di turisti italiani». «Gli italiani? Nè in aumento nè in calo: i nostri clienti sono sempre gli stessi, sono degli habituè» rispondono, invece, dal ristorante Steffani, Frenie Previtali, titolare dell’hotel Veltrinerkeller, e Marco Valli, chef del Piz. L’unica certezza, a quanto pare, è che, turismo a parte, gli italiani sono tornati ad essere un popolo di migranti. Verso la Svizzera. Ma stavolta ad andarsene è l’Italia Bene. Via con la ventiquattr’ore, non con la valigia di cartone.

 

dall'inviato Giambattista Anastasio