Roma, 16 aprile 2012 - L’ex direttore dell''Avanti', {{WIKILINK}}Valter Lavitola{{/WIKILINK}}, è atterrato all’aeroporto di Fiumicino alle 6.40, con un volo proveniente da Buenos Aires. Alle 11 circa è entrato nel carcere napoletano di Poggioreale.

Lavitola era latitante dall’ottobre scorso. Su Lavitola pende da mesi un'ordinanza di arresto in carcere emessa dai giudici di Bari per induzione alla falsa testimonianza. Nell’ambito delle indagini dei magistrati baresi su Tarantini e il presunto giro di escort nelle residenze dell’ex premier Silvio Berlusconi, Lavitola avrebbe indotto l’imprenditore a rendere dichiarazioni false all’autorità giudiziaria: ossia a dire che Berlusconi non sarebbe stato a conoscenza del fatto che le donne portate a Roma fossero escort.

NUOVA ACCUSA - Una nuova ordinanza di custodia, su richiesta della Procura di Napoli è stata notificata oggi a Valter Lavitola. Tra le accuse, vi è anche la corruzione internazionale per presunte tangenti a politici panamensi per la realizzazione di carceri. Dalle fonti di prove acquisite dai pubblici ministeri di Napoli Henry John Woodcock e Vincenzo Piscitelli riguardo alle attività svolte all'estero da Lavitola, "emerge chiaramente, a livello di gravità indiziaria, il coinvolgimento, oltre del Lavitola nel ruolo di intermediario, del Presidente di Panama Martinelli e di uomini del suo governo nel mercimonio" legato alla realizzazione di carceri modulari nello Stato dell’America centrale. Lo scrive il gip di Napoli Dario Gallo nell’ordinanza di custodia cautelare.

Per ottenere illecitamente alcune commesse milionarie, avrebbe ricompensato con "utilità e somme di denaro in contante" Martinelli, destinatario anche di una valigetta con del denaro, il ministro della giustizia Roxana Mendez e altri esponenti di Governo.

VACANZE PAGATE AL PRESIDENTE DI PANAMA - Soggiorni "all inclusive" pagati da Valter Lavitola al presidente del Panama, Ricardo Martinelli, due ministri, e anche ad un quarto uomo, un rappresentante della Corte Suprema di Panama, tutti con le rispettive mogli e compagne.

"Le camere dell’albergo venivano prenotate da Maria Claudia Ioannucci, ex deputato del Pdl e membro del Cda di Poste Italia spa, che si trovava in vacanza sull’isola mentre Lavitola era a Procida con moglie e figli", scrive il gip Dario Gallo nell’ordinanza di custodia cautelare. “Le vacanze avvenivano tutte a spese di Lavitola che organizzava il soggiorno dal 18 al 21 agosto". In particolare c’è una conversazione telefonica, la numero 2082 del 7 agosto del 2011 dove Lavitola discute a lungo con la Ioannucci proprio del soggiorno che gli costera’ 36mila euro, ovvero 2 mila euro a notte. Ma oltre al soggiorno, l’ex direttore dell''Avanti si preoccupa anche del "benessere" dei suoi illustri ospiti provvedendo anche a noleggiare una barca e sborsando 7 mila euro per due giorni, importo pagato con un bonifico bancario. Circostanze queste ritenute "chiave" dall’accusa per contestare "il ruolo indispensabile di intermediario nell’attività corruttiva svolta da Lavitola".

"SOMME PORTATE ALL'ESTERO" -  Somme incassate a titolo di contributi per l’editoria dall’Avanti sarebbero state distratte dalle casse della società editrice e destinate a "soggetti domiciliati all’estero". E' quanto emerge dall'inchiesta della procira di Napoli. I presunti illeciti riguardano i contributi erogati alla società editrice International Press che sarebbero stati incassati attraverso la documentazione attestante spese in realtà mai sostenute come quelle relative allo 'strillonaggio'. I reati ipotizzati in questo filone dell’indagine vanno dall’associazione per delinquere alla emissione e utilizzo di fatture false alla bancarotta fraudolenta, riciclaggio e truffa. La somma complessivamente erogata per l’Avanti è di oltre 23 milioni di euro a cominciare dal 1997.

ACCERTAMENTI SU 500 MILA EURO DA FORZA ITALIA - Ci sono anche oltre 500 mila euro "ricevuti dal partito politico Forza Italia" tra le somme ricevute da Valter Lavitola "la cui effettiva causale è oggetto di accertamenti in corso" da parte degli inquirenti napoletani. E’ quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare.

LA SORELLA DI LAVITOLA - Valter Lavitola avrebbe avuto intenzione di chiedere 5 milioni di euro a Silvio Berlusconi. E se il leader del Pdl non avesse pagato, Lavitola "avrebbe avuto tutte le giustificazioni, anche morali, per dire tutto quello che sapeva su Berlusconi". A dichiararlo ai pm di Napoli è Maria Lavitola, sorella del direttore dell’Avanti.

ORDINANZA CONTRO DE GREGORIO - Nella vicenda all’interno della quale sono scattate nuove accuse per Valter Lavitola è stato emesso anche un ordine di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti del senatore del Pdl Sergio De Gregorio, nell'ambito dell'inchiesta sui finanziamenti all'Avanti. Il provvedimento è stato trasmesso al Senato per l’autorizzazione all’esecuzione. "Mi difenderò con le unghie e con i denti", dice all’Ansa De Gregorio. "Non essendomi mai sottratto all’autorità giudiziaria non capisco quale necessità ci sia di questa misura cautelare", aggiunge il parlamentare napoletano.

SCHEDA Chi è Sergio De Gregorio

FONDI PER L'EDITORIA -  Nella nuova ordinanza di custodia cautelare emessa a carico di Valter Lavitola, del sen. Sergio De Gregorio e di altre persone, si contesta ai due e ad altre quattro indagati il reato di associazione per delinquere legata ai fondi per l’editoria.

"PASSAGGIO DE GREGORIO AL PDL LAUTAMENTE REMUNERATO" - Il passaggio di Sergio De Gregorio nel centrodestra fu "lautamente remunerato". Ad affermarlo è stato Andrea Vetromile, commercialista e collaboratore di De Gregorio, interrogato come teste dai pm di Napoli nell’ambito dell’inchiesta sui finanziamenti all’Avanti. Il verbale, con diversi omissis, è riportato nell’ordinanza di custodia notificata oggi. Secondo il testimone, fu Valter Lavitola "che accreditò De Gregorio presso Berlusconi". "De Gregorio - ha spiegato Vetromile - è un ex socialista come Lavitola. Egli dunque considerava il suo approdo naturale Forza Italia". Dopo aver ricordato che De Gregorio doveva candidarsi in FI per le regionali del 2005, ma che tale operazione non andò in porto per l’opposizione di Fulvio Martusciello, il commercialista ha sottolineato che l’attuale senatore riuscì ad ottenere un posto nella lista Dc grazie a Rotondi. Pur avendo ottenuto "un ottimo risultato personale" la Dc però non raggiunse il quorum. "Di seguito si candidò con Di Pietro in quanto questo partito gli aveva garantito una candidatura come capolista al Senato...Una volta eletto passo’ nelle fila del centrodestra. Ebbene fu proprio Lavitola che, forte dei suoi rapporti personali con Berlusconi, concretizzo’ questo accordo. Voglio precisare anche che l’accordo del passaggio di De Gregorio al centrodestra venne così lautamente remunerato...(omissis)".

LA DIFESA DI DE GREGORIO - "I pm di Napoli - spiega il sen. De Gregorio in relazione al provvedimento restrittivo emesso nei suoi confronti nell’ambito dell’inchiesta su Lavitola - chiedono una misura agli arresti domiciliari per me in relazione alla vicenda del quotidiano 'L’Avanti', ma ho già dimostrato con due lunghi interrogatori e con il deposito di atti voluminosi dal 15 novembre scorso in poi - data del primo accesso della Guardia di Finanza nei miei uffici - che la mia responsabilità nei confronti del giornale è temporalmente cristallizzata fino al 2006, quando sono state eletto al Parlamento". E ancora all’Ansa il parlamentare, ex direttore del quotidiano socialista e fondatore del movimento Italiani nel Mondo, evidenzia che in quello stesso anno spiegò a Lavitola che si sarebbe sottratto ai suoi compiti "per incompatibilità" con il nuovo incarico parlamentare.

Il senatore, durante la registrazione di Porta a Porta, sul passaggio al Pdl ha assicurato: "Non è stato un passaggio remunerato. Non ho mai preso soldi per passare al PdL". L’esponente del Pdl ha detto di aver chiarito tutto in un processo che c’è già stato e per il quale è già uscito assolto. De Gregorio ha invece confermato di aver ricevuto dei "finanziamenti e dei benefici per la campagna elettorale".