Milano, 25 febbraio 2012 - In Italia evadere o riciclare denaro non ha ostacoli. Intermediari compiacenti, pagamenti frazionati per aggirare le norme, ma soprattutto un solo click. Il fenomeno money transfer nasconde sempre più insidie, specialmente online. Un affare da capogiro se si considera che il riciclaggio delle criminalità organizzate tocca i 150 miliardi di fatturato. Secondo le stime prudenti di Ranieri Razzante, consulente della Commissione parlamentare antimafia, ogni anno sfuggono ai controlli “circa 3 miliardi di euro” -dice all’Adnkronos-, poco meno della metà dei circa 6,5 miliardi inviati all’estero con i money transfer. Cifre che spaventano e hanno indotto il senatore del Pdl, Salvatore Lauro, a chiedere di aprire un’inchiesta sul tema.

Se Bankitalia prova a stringere i cordoni della vigilanza, inviare soldi illeciti all’estero è un gioco da ragazzi. E internet offre due vantaggi: farlo comodamente da casa e senza problemi di orario. I controlli? Nulli. O facilmente aggirabili. Provare per credere. “Secondo le leggi bancarie, dopo la seconda transazione devi fornirci un documento di identità per continuare a utilizzare le transazioni online”, l’avvertimento di un sito specializzato.

Un’agevolazione non da poco per un’operazione che dura una manciata di minuti: basta registrarsi sul sito, compilare un modulo con i propri dati -si può tranquillamente barare-, indicare la somma che si vuole inviare e gli estremi della carta di credito o di una prepagata. Tutto qui. L’operazione si può ripetere all’infinito.

E se ci si imbatte in un sito internet che richiede un documento, l’affare non si complica: basta fotocopiarlo o scansionarlo, vero falso è un dettaglio, firmare un modulo di conferma dell’identità e inviare i documenti via posta o via mail. I vantaggi? Può farlo anche un minorenne e sono attive promozioni che rendono l’invio più conveniente dei classici money transfer.

Riciclare denaro sembra quasi gratis. E la tecnologia continua a dare una mano: ora è possibile inviare denaro con un semplice sms. Un affare visto il numero di cellulari esistenti.

Ma per chi è a digiuno di tecnologia i negozi ad hoc non mancano. In 9 anni le agenzie sono aumentate di quasi il 5000%: da 687 nel 2002 a 34.181 nel 2010. Solo nel 2009 c’è stato un incremento di circa 6.500 sportelli: più di tutte le filiali del gruppo Intesa Sanpaolo in Italia. Nell’ultimo triennio, invece, l’incremento ha superato le 16.000 unità, superiore all’intera rete di Poste Italiane. Anche dieci volte più costoso del canale bancario, il sistema offre la garanzia di operare anche in Paesi dove è assente una regolare rete bancaria o non esiste una legislazione antiriciclaggio. Nè chi invia, nè il beneficiario, devono essere titolari di un conto corrente. Nè occorre giustificare la provenienza del denaro. Bastano i contanti, il governo Monti ha abbassato il limite a mille euro, e un documento d’identità.

Solo nel 2011 il denaro spedito all’estero attraverso i money transfer ha superato i 6,5 miliardi di euro, secondo gli ultimi dati forniti dalla Guardia di Finanza. Circa 1,7 miliardi hanno come destinazione la Cina, pari al 26% della torta globale. Bisogna sommare le cifre inviate da Romania, Marocco, Filippine, Senegal e Bangladesh per bilanciare la quota di denaro trasferita nella sola Repubblica popolare. In quattro anni è di oltre 7 miliardi la cifra che i cinesi hanno inviato in patria. Solo a Prato ogni straniero spedisce in media 16.760 euro, quasi 1.400 euro al mese. più di quanto guadagna un operaio.

Il trucco? Basta entrare in qualsiasi money transfer con soldi e fotocopie di documenti di diverse persone, quindi eseguire in più tranche il trasferimento di denaro. Nessun apparente illecito in caso di controllo. Tranne uno: il fortunato destinatario di migliaia di euro è sempre lo stesso. Lo sa bene Aldo Milone, assessore alla sicurezza urbana e alla polizia municipale del Comune di Prato che invoca “l’intervento del Governo, più strumenti e uomini per combattere un’evasione dilagante. Altro che Cortina, chiediamo ai militari delle Fiamme Gialle di venire a farsi un giro tra money transfer, bar e ristoranti stranieri”. Una provocazione che sembra un grido d’allarme.

Mentre il riciclaggio affina le armi c’è chi corre ai ripari come Dante Cattaneo, il sindaco di Ceriano Laghetto (Monza) primo in Italia ad aver vietato i money transfer, o chi invece come Laura Garavini, deputata del Pd e componente della Commissione antimafia chiede di introdurre il reato di autoriciclaggio. Davide Boni, presidente del Consiglio regionale lombardo, ed Emanuele Fisicaro, presidente del centro studi sull’Antiriciclaggio, invitano ad aumentare i controlli.

Nel 2011 la Guardia di Finanza ha eseguito 296 controlli su oltre 34mila money transfer. Ben 155 le violazioni e 114 le persone coinvolte o indagate. Negli ultimi 4 anni sono state svolte dalle Fiamme Gialle 1.836 ispezioni nei confronti di altrettanti operatori: 933 le violazioni penali e amministrative riscontrate. più di un money transfer su due è risultato ‘fuorilegge'. Esercizio abusivo dell’attività finanziaria e violazione della normativa antiriciclaggio (violazione del limite di denaro da inviare), i reati più diffusi.

“In più operazioni -spiega il colonnello Antonio Graziano, capo ufficio operazioni del Nucleo di Polizia valutaria della Guardia di Finanza di Roma- abbiamo trovato documenti falsi o di persone morte da anni. La tecnica del frazionamento, più invii di denaro sotto il limite consentito con la complicità di prestanomi o amici compiacenti, resta un evergreen, come dimostrano le sempre più numerose indagini”. Se le norme si possono sempre eludere, talvolta con la complicità degli intermediari, ora il riciclaggio scorre sempre più veloce anche sul filo della rete e del telefono.


GDF: PIU' DI UN MONEY TRANSFER SU DUE E' FOURILEGGE - Più di un money transfer su due è ‘fuorilegge'. è quanto emerge analizzando i dati della Guardia di Finanza, in tema di antiriciclaggio. Lo scorso hanno i controlli sono stati 296. Ben 155 le violazioni e 114 le persone coinvolte o indagate. Solo negli ultimi 4 anni, dal 2008 al 2011, sono 1.836 le ispezioni messe a segno nei confronti di operatori money transfer: 933 le violazioni penali e amministrative riscontrate. Un pericolo, più che concreto, si si considera che il settore delle rimesse consente di esportare verso l’estero oltre 6,5 miliardi di euro l’anno. Le contestazioni più numerose riguardano l’esercizio abusivo dell’attività finanziaria e le infrazioni alla normativa antiriciclaggio, in particolare la violazioni al limite di trasferimento fissato dalla legge.

Un limite che, con l’attuale governo Monti, è stato ulteriormente abbassato a mille euro. “Limitare l’uso del contante -dice all’Adnkronos il colonnello Antonio Graziano, capo ufficio operazioni del Nucleo di Polizia valutaria della Guardia di Finanza di Roma- è sicuramente utile, può aiutare a eliminare tanti possibili illeciti, ma occorre puntare a un cambio di cultura. Bisogna abituarsi e incentivare la cultura della legalità, perchè le norme si possono sempre eludere, per cui la collaborazione e il rispetto delle norme da parte degli intermediari finanziari è necessaria. Noi non abbassiamo mai la guardia”.

E i trucchi nel settore sono sempre più raffinati: semplice sfuggire ai controlli con Internet, novità da tenere sotto controllo l’invio di denaro con un semplice sms, ma anche i classici documenti falsi non passano mai di moda. “In più operazioni -spiega- abbiamo trovato documenti falsi o di persone morte da anni. La tecnica del frazionamento, più invii di denaro sotto il limite consentito con la complicità di prestanomi o amici compiacenti, resta un evergreen, come dimostrano le sempre più numerose indagini”.

L’ultima ha consentito ai militari della Guardia di Finanza di Firenze, nel giugno scorso, di accertare il riciclaggio di 46 milioni di euro. Più di 300 le aziende cinesi coinvolte che hanno omesso di fatturare e dichiarare al fisco volumi di affari di 238 milioni nel triennio 2007-2009; alle 70 imprese sequestrate tra Firenze e Prato sono invece riconducibili oltre 70 milioni di euro incassati in nero e trasferiti in Cina.

E “il primato della Cina sembra davvero imbattibile”, ammette il colonnello Graziano. Degli oltre 6,5 miliardi che vengono inviati tramite money transfer circa 1,7 miliardi hanno come destinazione la Repubblica popolare. In quattro anno è di oltre 7 miliardi la cifra totale che i cinesi hanno inviato in patria. Solo a Prato ogni straniero spedisce in media 16.760 euro, quasi 1.400 euro al mese.

Più di quanto guadagna un operaio. Bisogna sommare le cifre inviate da Romania, Marocco, Filippine, Senegal e Bangladesh per bilanciare la quota di denaro esportato dalla sola Cina.

“Non bisogna dimenticare che i money transfer svolgono un servizio utile che consente a migliaia di stranieri di aiutare le proprie famiglie lontane. è chiaro -conclude il colonnello della Guardia di Finanza- che esiste un rischio: si tratta di un canale che può essere utilizzato per ‘ripulire' i soldi di contraffazione ed evasione fiscale. Per questo occorre continuare, come facciamo, a vigilare”.

PRATO, I CINESI EVADONO 800 MILIONI L'ANNO - C’è chi li teme e chi li aspetta. Mentre i controlli della Guardia di Finanza impazzano in tutta Italia dal Comune di Prato arriva l’invito al premier Monti: “Chiediamo l’intervento del Governo, più strumenti e uomini per combattere un’evasione dilagante. Altro che Cortina, chiediamo ai militari delle Fiamme Gialle di venire a farsi un giro tra money transfer, bar e ristoranti stranieri”. Una provocazione lanciata da Aldo Milone, assessore alla sicurezza urbana e alla polizia municipale, che sembra quasi un grido d’allarme.

“La realtà pratese -dice all’Adnkronos- è diversa dal resto d’Italia. Qui c’è un distretto parallelo del tessile dove ho stimato un evasione annua di circa 800 milioni di euro”. Una città nella città popolata da 12mila cinesi “ma, si arriva a 40mila contando i clandestini”, dove gli stranieri sfrecciano con potenti Suv e le loro dichiarazioni dei redditi “sono da pensione sociale”. Sconcertanti gli ultimi dati su bar e ristoranti cinesi: “su 250 controlli in 240 hanno presentato una dichiarazione in perdita o con un utile sotto i 5mila euro”.

Numeri che stonano con i dati reali. Solo a Prato, secondo i dati della Guardia di Finanza, ogni straniero spedisce in media 16.760 euro, quasi 1.400 euro al mese. Più di quanto guadagna un operaio. E al danno si aggiunge la beffa: “con questi redditi cosi’ bassi pagano meno addizionale comunale Irpef e meno addizionale regionale” e il danno si traduce per il Comune in mancati introiti “per 6 milioni l’anno” rivela l’assessore.

Guai a parlare di razzismo: “non abbiamo nulla in contrario -spiega l’assessore Milone- se si fa concorrenza in modo corretto”, ma la sensazione è che, al di la dei dati ufficiali, “la cifra ufficiosa di denaro esportata in Cina sia almeno il doppio”.

C’è chi li nasconde tra valigie e vestiti prima di un lungo viaggio verso casa, chi sfrutta l’invio tramite Internet molto poco sorvegliato e chi si affida ai classici trucchi. Basta entrare in qualsiasi money transfer con soldi e fotocopie di documenti di diverse persone, ed eseguire in più tranche il trasferimento di denaro.

Nessun apparente illecito, in caso di controllo. Tranne uno: il fortunato destinatario di migliaia di euro è sempre lo stesso.

“Di fronte a un’evasone spaventosa così non si possono chiudere gli occhi, bene aver abbassato il limite dell’invio di denaro, ma servono strumenti più incisivi; e occorre che il governo metta mano a una legge per regolamentare meglio il settore”.

I due cardini? Più controlli e una riscossione più ‘snella'.

Basterebbero 50 uomini in divisa in più per dare un segnale di presenza forte sul territorio”, insieme a “regole per una riscossione più semplice”. Dopo un intervento degli agenti di Equitalia ai danni di un cinese, “i connazionali che sono andati a pagare per non vedersi auto o merce sequestrata è raddoppiato quel giorno. La vittima ha versato, immediatamente, un assegno circolare da 70mila euro. Ci fa piacere che la Cina compra il debito italiano, il sospetto -conclude tra amarezza e ironia- è che lo stiano comprando con i soldi nostri”.