Roma, 24 novembre 2011 - "Vicenda non brutta, bruttissima". Definisce così il ministro della Giustizia, Paola Severino, in un colloquio con La Stampa, la vicenda derivata dalla chiamata al ministero, in qualità di capo di gabinetto, di Filippo Grisolia, presidente della corte d’assise di appello di Milano, per cui il processo per l’omicidio di Lea Garofalo subirà un ritardo e tutti i testimoni andranno risentiti.

"Posso garantire - aggiunge il ministro - che Grisolia è un giudice particolarmente scrupoloso e serio. Si era posto il problema dei processi che stava conducendo e che inevitabilmente ne avrebbero risentito’’.

Inoltre, Grisolia aveva chiesto alla Severino di ‘’ritardare sui tempi della presa di possesso dell’incarico’’. "Mi ha fatto presente che c’è un processo che presiede - afferma Severino - ormai arrivato all’ultima udienza. Non so di cosa si tratti, so solo che venerdì questo dibattimento dovrebbe essere finito e la sua assenza avrebbe comportato una regressione irragionevole e non più recuperabile’’.