Lampedusa, 15 giugno 2012 - Dodici uomini, sei donne, un bimbo e una pecora. Curioso sbarco questa notte a Lampedusa. Il piccolo natante con a bordo i 19 migranti e l’animale e’ arrivato questa notte, intorno alle 4.30, scortato da una motovedetta. Secondo fonti della Guardia costiera proverrebbero dalla Tunisia. Ieri erano giunti in 290. Complessivamente sull’isola si trovano ancora circa 1.300 stranieri, in prevalenza profughi, che saranno presto trasferiti nei centri per richiedenti asilo con un traghetto predisposto a questo scopo.

La pecora è stata però abbattuta nel pomeriggio, come conferma il poliambulatorio dell'isola, dove spiegano che la decisione è stata presa dalle autorità sanitarie, sulla base del piano nazionale di sicurezza veterinaria. Nella regione del Maghreb dalla quale proveniva l'ovino, infatti, è molto diffuso il virus dell'afta epizootica, una malattia infettiva altamente contagiosa, che prende il nome dalle lesioni ulcerose che lascia in bocca e nelle estremità degli arti degli animali colpiti.
 

MARONI: DOPO L'ESTATE MASSICCIO FLUSSO DI MIGRANTI - “Sono molto preoccupato per quel che potra’ succede in Tunisia, dove l’instabilita’ sembra destinata a proseguire: temo, dopo l’estate, un altro flusso massiccio di immigrati verso le coste d’Italia”. A lanciare l’allarme e’ il ministro dell’Interno Roberto Maroni.

Nel corso del primo congresso della Uil-polizia dedicato ai temi del lavoro, della sicurezza e dello sviluppo, oggi a Roma, il titolare del Viminale osserva a tal proposito che: “L’immigrazione non e’ solo un problema legato alla sicurezza. In particolare, queste ultime ondate immigratorie poco hanno a che fare con il tradizionale fenomeno dell’immigrazione clandestina. C’e’ una forte carenza e titubanza della politica a livello europeo -lamenta- in Tunisia sono andato io, per ben tre volte in tre settimane, trovando tra l’altro tre ministri diversi: ma alla fine si e’ firmato un accordo e se arrivano altri immigrati verranno rimpatriati”.

Maroni cita anche un episodio singolare: “Questa mattina, sono sbarcati in dieci con una pecora: quella  -sorride il ministro dell’Interno- non so se la rimpatriamo...”.

VENTIMIGLIA, SI GETTA DALLA FINESTRA DELLA CASERMA PER FUGGIRE - Si e’ gettato da una finestra della caserma della polizia di frontiera di Ventimiglia (Imperia) come ultima via di fuga dall’arresto. Lui, un immigrato tunisino di 43 anni, si e’ salvato per un vero e proprio miracolo. Lanciatosi dal primo piano, ha compiuto un volo di circa quattro metri, ma se l’e’ cavata con alcune fratture agli arti superiori. L’uomo era stato fermato su un pullman proveniente dalla Spagna, in ingresso in Italia dalla barriera autostradale di Ventimiglia.

A un primo controllo e’ risultato che lo straniero aveva un passaporto in regola, ma non il permesso di soggiorno. Si e’ poi scoperto che era gia’ stato rimpatriato una prima volta e pertanto doveva essere arrestato per ingresso illegale nel nostro Paese. Ma non e’ tutto: doveva anche scontare un anno e nove mesi di reclusione per traffico di sostanze stupefacenti.

NEL LECCESE RINTRACCIATI 26 MIGRANTI - Ventisei cittadini extracomunitari, fra cui tre minori, sono stati rintracciati stamane nella marina leccese di Frigole (Le), da poliziotti, carabinieri e finanzieri. I 26, che hanno dichiarato di essere di nazionalita’ afgana e pakistana, sono stati trasferiti nel centro don Tonino Bello di Otranto (Le) per l’identificazione e per l’eventuale accoglimento di asilo politico o per l’espulsione. In un primo tempo, i poliziotti ne avevano rintracciati quattro, tutti adulti, e le successive ricerche hanno portato alla scoperta degli altri 22. Con ogni probabilita’, gli stranieri sono sbarcati all’alba sulla costa di Frigole da un natante proveniente dall’Albania.

PARTITA PER NAPOLI LA FLAMINIA CON 860 PROFUGHI - E’ salpata dal porto di cala Pisana di Lampedusa la nave traghetto ‘Flaminia’ con a bordo 860 profughi sbarcati nei giorni scorsi sull’isola . La nave raggiungera’ i porti di Napoli, Cagliari e Genova dove i profughi, tra cui numerose donne e molti bambini, verranno smistati in alcuni centri di accoglienza in attesa dello status di rifugiati politici.