Roma, 10 maggio 2011 - "Prevedere i terremoti è impossibile allo stato attuale delle cose. Ogni anno abbiamo in Italia oltre 10 mila terremoti registrati dai sismografi, quindi è probabile che domani si sarà qualche piccola scossa nel nostro Paese. Ma questo non significherebbe nulla". Il professor Mauro Dolce, responsabile dell’Ufficio Rischio Sismico e Vulcanico della Protezione Civile, tranquillizza i romani di microfoni della trasmissione 'Start - La notizia non può attendere' di Rai Radio1 in merito alla possibilità che domani si verifichi un violento sisma nella Capitale, così come pronosticato da Raffaele Bendandi, sismologo autodidatta morto nel 1979.

La Protezione Civile ha messo a disposizione del pubblico un dossier col quale chiarisce l’opinione della scienza nei confronti degli annunci di un terremoto per l'11 maggio 2011, che hanno creato più di una psicosi. "Da giorni - continua Dolce - i nostri centralini e le nostre caselle di posta elettronica sono intasate da richieste di chiarimenti sulla data di domani. Roma non si trova al centro di una zona sismica. La sismicità locale è circoscritta all’area dei Colli Albani".

"Quindi - conclude Dolce - non assicuro nulla, ma è estremamente improbabile che domani ci sarà il terremoto di cui si parla. E comunque la probabilità che domani si verifichi il terremoto a Roma è uguale a quella di domani, dopodomani, tra un anno e tra cento anni".

Rassicurazioni che fanno eco alle varie smentite da parte dell’Istituto Nazionale di geofisica e Vulcanologia e di Paola Ligorio, presidente dell’istituzione culturale ‘La Bendandiana’, che hanno a più riprese evidenziato come appunto nelle carte e negli appunti dello pseudoscienziato mai fosse comparsa, anche solo una volta, tale data, né tantomeno menzionata la città di Roma, senza contare che Bendandi, morto nel 1979, non era solito avventurarsi in previsioni con anticipo maggiore di un anno.

La notizia, comunque, ha fatto 'breccia' tra gli abitanti dell’Urbe, divisi nettamente tra apocalittici e scettici. Probabilmente fanno parte del primo schieramento quel 18% in più di dipendenti pubblici che, rispetto allo stesso giorno dello scorso anno, mercoledì si è preso un giorno di ferie, ma sicuramente anche tutti quei genitori che non manderanno a scuola i propri figli, magari per partecipare a uno dei tanti raduni all’aperto organizzati su internet, perché "nun se sa mai". Il preside di un istituto romano ha rivelato anche che qualche madre e padre lo ha chiamato per sapere se sarebbero stati chiusi...

La 'bufala' è nata, come in molti altri casi, sul web e non come previsione del Bendandi, ma come personale interpretazione di una delle famose quartine di Nostradamus da parte di un utente di una community. Da qui alla diffusione ‘virale’ della previsione il passo è stato breve, visto che la ‘notizia’ ha avuto come cassa di risonanza Facebook e gli altri social network che raggiungono, ormai, praticamente chiunque.

Gli scettici non hanno mai nemmeno preso in considerazione la notizia, priva di alcun fondamento scientifico, ma i più catastrofici (e fantasiosi) non si arrendono. Ci sono coloro che sostengono che la parte degli scritti di Bendandi contenente la predizione sia andata perduta e quelli che rievocano un’interpretazione biblica secondo cui il 21 maggio 2011 andrà in scena il Giorno del giudizio, per cui un terremoto dieci giorni prima a Roma, culla della cristianità, non sarebbe troppo incoerente.

Teoria ‘sfiorata’ anche da Nostradamus, che parlava di "una terra che trema" e che "farà crollare il ‘grande catino riempito’", per qualcuno da identificare come il Colosseo. Non solo Bendandi, dunque, che probabilmente non riuscì mai a trovare un vero metodo per prevedere i terremoti, semplicemente perché non esiste.

C'è comunque anche chi dalla paura di un eventuale sisma ha tratto i ‘numeri’ per tentare la fortuna al Superenalotto. In un bar del quartiere Esquilino, infatti, è possibile acquistare quote del ‘sistemone Terremoto’.
Il sistema è composto da 90 quote da 140 euro l’una e il suo valore totale ammonta a 1260 euro. Sul cartello, esposto dietro il bancone, si legge ‘Sistema Terremoto. Se nun morimo se divertimo’.