ROMA, 22 dicembre 2010 -  Il 6 giugno 2007  i giudici di secondo grado decisero l'assoluzione dell’uomo d’affari Flavio Carboni, dell’ex cassiere della mafia Pippo Calo’ e di Ernesto Diotallevi, coinvolto in indagini sulla banda della Magliana, nel processo per la morte del banchiere Roberto Calvi. Oggi, a tre anni di distanza, il pm Luca Tescaroli ha proposto ricorso in Cassazione per chiedere l’annullamento della sentenza di secondo grado.

La procura ha chiesto anche il rinvio del processo a un’altra sezione della Corte d’assise d’appello per un nuovo giudizio.

Nelle 130 pagine di ricorso sono evidenziati 19 motivi. In particolare, sulla posizione di Carboni, secondo il pm "la sentenza ricostruisce la versione dell’imputato sugli accadimenti coevi all’omicidio Calvi e sulla sua condotta in termini che ne sottolineano la totale inattendibilità e l’assoluta inverosimiglianza. Il giudicante inoltre non tiene conto delle numerose falsità negli interrogatori resi durante le indagini e del fatto che sono emerse insanabili e imbarazzanti contraddizioni e imprecisioni nelle dichiarazioni dibattimentali di Carboni".


Secondo la procura
non solo "la soppressione del banchiere avrebbe assicurato a Carboni l’impunità per i delitti di bancarotta del Banco Ambrosiano e di riciclaggio in cui è risultato coinvolto" ma anche "i diversi moventi alternativi ipotizzabili non hanno ancoraggi probatori; si tratta di ipotesi non certo contrastanti con il movente riconducibile a Carboni".
Il banchiere Roberto Calvi fu trovato impiccato il 18 giugno 1982 sotto il ponte di Blackfriars a Londra.