Pontoglio (Brescia), 10 settembre 2010 - Fuori dall'Oratorio chi non parla l'italiano. O meglio: dentro l'Oratorio sarà vietato parlare in lingue diverse dall'italiano. E' la decisione presa dal parroco dell'oratorio di Pontoglio, don Angelo Mosca e dal curato dell'Oratorio don Massimo Regazzoli, come riporta BresciaOggi.


Una decisione che non vuol essere una provocazione, ma una spinta all'integrazione, spiega il parroco. L'oratorio infatti è frequentato da figli di immigrati delle più diverse nazionalità, e dalle loro famiglie. I genitori giovani e ragazzini non hanno problemi di integrazione: "A non volere integrarsi sono solo alcune "sacche" di stranieri adulti" spiegano i sacerdoti.


"Secondo il Vangelo, noi all'Oratorio accogliamo tutti, indipendentemente dal colore della pelle e dalla religione. Ma non possiamo più tollerare i gruppetti di stranieri che parlano ognuno il proprio idioma, incomprensibile per gli italiani e per le altre etnie".


Il ragionamento del parroco è chiaro: come può l'Oratorio diventare un luogo di integrazione, se non c'è il terreno comune della lingua come strumento principale di comprensione reciproca? Quindi a breve chi non si esprimerà in italiano verrà inviato a non frequentare più la struttura. Nessuna chiusura a priori, quindi, anzi l'intenzione di essere un luogo fondamentale di apertura e interscambio fra le entie presenti in paese. E a riprova del 'non pregiuzio', nei prossimi giorni la custodia della struttura, al momento vacante, verrà affidata a una famiglia di origine moldava di religione ortodossa.