Modena, 3 agosto 2010 - Nessuna spesa. Nemmeno la seccatura di cercare lo spacciatore, al parco o alla stazione. Basta aprire l’armadietto dei medicinali, quello di mamma e papà, e per la serata a casa di amici, tra antidolorifici e psicofarmaci vari, non manca quasi nulla. Il ‘quasi’, a ogni modo, lo compri su Internet, facile facile. Roba da far dimenticare anche la cocaina. Tra gli adolescenti italiani il successo dei ‘farma-party’, feste a base di pillole ‘bagnate’ da fiumi di alcol, viaggia su queste rotaie: zero costi e sballo assicurato, sempre diverso. Un binario morto, visto che la ricetta non esiste: le pastiglie rubate a nonni e genitori si ingurgitano a caso, ridendoci sopra. Manco fossero aranciata e patatine.

Ma in quel cocktail chimico può capitarci di tutto: antidepressivi, oppiodi per malati terminali, sonniferi e barbiturici. Peggio di una roulette russa. Le stesse sostanze venute a galla, con frequenza sempre maggiore, dalle chiome di centinaia di ragazzi in un laboratorio della provincia modenese, dove analizzando un solo capello con il gas-cromatografo si riesce a scoprire quali e quante sostanze il soggetto abbia assunto nei tre mesi precedenti.


«Nel 2010 — spiega la dottoressa Milena Dondi, una delle responsabili dello ‘Studio Lab 2000’ di Castelfranco Emilia — i nostri test hanno avuto esiti semplicemente sconvolgenti. Da alcuni anni si rivolgono a noi clienti da tutta Italia, genitori che ci portano i capelli dei propri figli per sapere se si drogano. Ma di recente c’è stata un’improvvisa impennata di farmaci piuttosto pesanti, generalmente utilizzati da chi ha problemi davvero seri, spesso rilevati in questi giovani in quantità massicce. Siamo sull’ordine del 10% dei ragazzi analizzati, molti dei quali non hanno più di vent’anni e non sono certo sotto terapia».


E non è tutto. «Tra i positivi un 40% — prosegue la dottoressa Dondi — ha assunto ansiolitici, un altro 30% antidepressivi. Sono mix letali. Il problema è che solo raramente riusciamo a comunicare questi risultati ai clienti, perché quasi tutti ci chiedono di cercare ‘solo’ cocaina, eroina o hashish, che nelle quantità restano ‘stabili’. Non siamo però tenuti a rivelare la presenza di sostanze che non ci vengono espressamente richieste. Se ne evince che rispetto alla realtà dei propri figli, mamme e papà sono rimasti indietro anni luce».

Il farma-party, dunque, dilaga anche lungo lo Stivale: la conferma arriva dai numeri. Una tendenza nata negli Stati Uniti, affidata per la diffusione al solito tam-tam del web. Dove continuano a spuntare come funghi siti e forum in cui i ragazzi confrontano i propri sballi da psicofarmaci, istigandosi tra loro su combinazioni sempre più azzardate. I tempi del «non mischiare birra e vodka, altrimenti sporchi il divano dei miei» sono finiti da un pezzo.