Teheran, 27 gennaio 2010 - Nel Giorno della Memoria, che nel mondo segna il ricordo dell’Olocausto, la Guida Suprema dell’Iran ha di nuovo invocato la scomparsa di Israele. "Di sicuro -  ha detto Ali Khamenei accogliendo il presidente della Mauritania, Mohammed Ould Abdel Aziz - verrà il giorno in cui le nazioni della regione vedranno la distruzione del regiime sionista... I tempi di questa dipendono dal modo in cui le nazioni islamiche affronteranno il tema".

 Le frasi di Khamenei, che rilanciano l’appello del presidente Mahmoud Ahmadinejad a "cancellare Israele dalla mappa del mondo" e a interpretare l’Olocausto come un "mito", sono riportate sul sito web della Guida Spirituale, impegnata con Ahmadinejad a compattare la Repubblica Islamica contro il nemico storico anche per superare le difficoltà politiche interne.


Khamenei ha invitato la Mauritania a troncare definitivamente le relazioni con Israele; una strada che Nouakchott aveva già cominciato a percorrere nel gennaio del 2009 con la sospensione delle relazioni diplomatiche. 

 

LA 'RISPOSTA' INDIRETTA DI WIESEL

"Come si può trattare con Ahmadinedjad? Come osa dire che lo Stato di Israele deve essere distrutto? La mia idea, e non so se sia praticabile, è che dovrebbe essere arrestato e tradotto dinanzi alla Corte de L’Aja e accusato di crimini contro l’umanità", ha detto il premio Nobel per la Pace, Eli Wiesel, parlando a Montecitorio in occasione del Giorno della Memoria.


"Nutro una certa frustrazione - ha aggiunto - perchè i anche se i testimoni hanno parlato poco o niente è cambiato. Il mondo si è rifiutato di ascoltare. Come possiamo comprendere l’antisemitismo oggi - ha proseguito - se Auschwitz non l’ha guarito?".