{{IMG_SX}}Roma, 24 giugno 2008 - "Ci sono i momenti della disperazione e quelli della speranza. C'è la paura di essersi ammalata e la gioia perchè tutto è passato 'e domani arriva mamma'. Ci sono i pianti, ma anche le risate, le confidenze con le compagne di cella, la fiducia che 'alla fine gli avvocati riusciranno a tirarmi fuori da qui'. C'è l'Amanda che ti aspetti nelle pagine del diario e nelle lettere scritte in carcere".

 

A riportare brani delle lettere e del diario di Amanda Knox è il Corriere della Sera che riferisce di "Centinaia di fogli per narrare un mese di vita dietro le sbarre, giornate scandite da appuntamenti sempre uguali, dal timore di non farcela, dalla forza che alla fine 'mi farà sopportare tutto'. È lei, Amanda Knox, 20 anni, - continua il quotidiano - a raccontarsi. Tra le carte depositate dai magistrati che indagano sul delitto di Perugia, ci sono pagine e pagine fitte di appunti, ricordi, sensazioni. Proprio come accadeva prima che l'omicidio di Meredith Kercher travolgesse la sua vita e che finisse in carcere insieme al suo fidanzato Raffaele Sollecito e a Rudy Hermann Guede. Tutti e tre accusati di averla violentata e poi uccisa a coltellate".

 

"È lei - prosegue - a rivelare il contenuto delle lettere che ha ricevuto da decine di ammiratori, trentacinque soltanto nelle prime due settimane. Uno si è dichiarato senza perdere tempo: 'Ti amo, mi vuoi sposare?'. Un altro è apparso più timido: 'Scrivimi perchè vorrei finalmente conoscere 'la ragazza dalla faccia d'angelo'. C'è chi le ha scritto per esortarla a reagire, chi le ha consigliato di avere fede in Dio. E lei si chiede: 'Se fossi stata brutta avrebbero fatto lo stesso? Non credo'. 'Risponderò a tutti - promette Amanda - ma soltanto quando sarò fuori da qui'".

 

Amanda, prosegue il Corriere, sperava di essere libera a Natale. E invece sono trascorsi sette mesi. A scorrere il diario si capisce che cerca di seguire ritmi normali, di non perdere il contatto con la realtà. A volte ci riesce, altre si abbandona alla disperazione. Poi si riprende, aiutata anche dalle compagne di cella. E allora ricomincia a scrivere. C'è una lettera alla madre. "Cara mamma, ti prego non lasciarmi qui. Devi tirarmi fuori. Io non appartengo a questo posto. Voglio tornare a casa con te. Mi manca la vita. Ti voglio bene".

 

"C'è - continua - una lettera al suo fidanzato americano. 'Caro Dj, proprio in questo momento sento il bisogno di tenerti tra le braccia. Ho ancora quel groppo dentro e sento come se qualcuno, veramente forte e freddo, mi sta comprimendo la testa. Ti prego, non posso star sola proprio adesso. Mi spiace essere debole, ma sto male e sono stanca. Voglio andare a casa. Come riuscirò a continuare così per i prossimi 14 giorni? Come possono trattarmi così, guardarmi come se fossi un'assassina? Loro pensano realmente che lo sia e questo non va bene. Questa non può essere la mia vita. Ti prego, questa non può essere la mia vita. Ti prego, tienimi tra le braccia, ora".

 

E c'è "La lista 'dei ragazzi con i quali ho fatto sesso da quando sono in Italia' contiene sette nomi, accanto i dettagli del rapporto. La descrizione delle giornate è semplice: 'Faccio i piegamenti, canto, leggo, scrivo, dormo, mangio, bevo. E penso... Ho accesso alla biblioteca, ho 8 canali televisivi che posso vedere in cella, ho un bagno e una lampada per leggere'. Guarda Mtv, talvolta i notiziari. Ma generalmente sono gli avvocati a raccontarle le novità delle indagini. E lei commenta ogni avvenimento. Dice di essere 'felice', quando Patrick Lumumba viene scarcerato come se non ricordasse che è stata lei a farlo finire in carcere. Preoccupata perchè sembra che Raffaele abbia detto ai giornali (ma chi può fidarsi di loro?) che tutto ciò che ho fatto ha reso la sua vita una follia e non vuole più avere niente a che fare con me. Ahia!'".