{{IMG_SX}} Roma, 23 giugno 2008  - Nicolò Distefano, il ragazzo trovato in una pozza di sangue nell'appartamento di via Acqua Paola a Roma insieme a Loredana Benincasa (che invece è morta quasi immediatamente dopo il fatto), è ricoverato al Policlinico Gemelli in prognosi riservata ma non è in pericolo di vita.
Lo si apprende da fonti ospedaliere.

Le stesse fonti fanno sapere che la madre del giovane ha accusato un malore ed è stata ricoverata nello stesso ospedale.

 

 

di Gaetano Basilici

 VOLEVANO morire insieme, come Giulietta e Romeo. Per farlo, hanno scelto un modo atroce: tagliarsi la gola e le vene dei polsi. «Addio, lasciateci insieme», si legge nel foglietto di carta trovato sul comodino accanto al letto sul quale Nicolò Di Stefano e Loredana Benincasa, entrambi di 24 anni, si sono stesi per porre fine alle loro giovani vite. Volevano morire insieme, ma non ci sono riusciti. A lei, di origini pugliesi, i profondi squarci ai polsi e alla gola non hanno lasciato scampo; lui, ferito al collo, è in gravi condizioni al Policlinico Gemelli dove ha avuto anche un arresto cardiaco.

E’ stato operato, ora è nel reparto di Rianimazione, in prognosi riservata, ma non appare in pericolo di vita. Doppio suicidio: è questa la pista seguita dagli investigatori della Squadra Mobile, ma non si escludono altre possibilità.

 

LA TRAGEDIA, che ha sconvolto e commosso tutta Roma, è stata scoperta verso le 13 di ieri quando il padre di Nicolò, che abita al primo piano di una villetta bifamiliare in via dell’Acqua Paola 6, al quartiere Trionfale, vedendo che le tapparelle delle finestre dell’appartamento al piano terra, dove il figlio viveva con la fidanzata, erano abbassate è sceso per verificare come mai i due ragazzi stessero ancora dormendo.


L’uomo, titolare di un’agenzia immobiliare e proprietario della villetta, ha aperto la porta dell’abitazione dei ragazzi. Entrato in camera da letto, ha fatto l’agghiacciante ritrovamento. Nicolò e Loredana giacevano sul letto; il materasso, i cuscini, le lenzuola erano intrisi di sangue. Per lei non c’era più niente da fare, a causa soprattutto delle profonde ferite al collo. Lui, invece, respirava ancora. Sul comodino, un biglietto firmato da entrambi con su scritto: «Speriamo di non avervi deluso, siamo stanchi, perdonateci. Addio, lasciateci insieme».

 

SUL LETTO, due taglierini e un rasoio da barbiere con le lame rosse di sangue: le armi con cui la coppia aveva deciso di uccidersi. Sconvolto, il padre di Nicolò ha telefonato al 113 e al 118. Sono scattati i soccorsi, mentre arrivavano anche i genitori e la sorella della ragazza. «E’ un dramma familiare. Stiamo ricostruendo quello che è accaduto», ha affermato ieri sera il vice questore aggiunto Francesca Monaldi della Squadra mobile di Roma, diretta di Vittorio Rizzi.

 

PER LA funzionaria di polizia «il biglietto trovato vicino al letto denota, senza dubbio, la presenza di problemi familiari; al momento non conosciamo la situazione della famiglia né conosciamo quella dei ragazzi, comunque in queste ore lavoreremo per ricostruire l’intera vicenda».

 

LA SQUADRA mobile non esclude alcuna ipotesi, il ragazzo non risulterebbe indagato per omicidio, ed è al lavoro anche per scoprire se, al momento del dramma, i due giovani fossero davvero soli in casa. «Nicolò e Loredana erano una coppia tranquilla, affiatata. Stavano insieme da due anni», ha raccontato il titolare di un ristorante vicino al luogo della tragedia.