{{IMG_SX}}Vicenza, 20 giugno 2008 - La popolazione non è stata consultata. Per questo motivo il Tar del Veneto ha respinto l'ampliamento dell'aeroporto Dal Molin di Vicenza che dovrebbe ospitare il raddoppio della base americana della Setaf. Il verdetto del Tar arriva dopo l'esposto presentato dal Codacons, che aveva raccolto il secco no dei cittadini all'espansione della base. Tutti ricordano la pesante protesta che a oggi porta avanti con determinazione il comitato «No dal Molin». Mancherebbero poi documenti in grado di attestare l'ok al raddoppio da parte del Governo italiano.
Il deposito della sentenza è avvenuto stamane.

 

«Siamo in attesa di leggere le motivazioni della decisione -spiega il presidente del Codacons, Carlo Rienzi- ma ci sembra una sentenza di grande sensibilità giuridica e civile che dà ragione a tutta quella parte di popolazione che lamentava si volesse modificare l'habitat e l'ambiente della città di Vicenza senza nessuna partecipazione dei cittadini».

«Nel motivare la decisione - secondo fonte Codacons, una delle associazioni che ha promosso la causa - il Tar sottolinea che è mancata la consultazione della popolazione interessata nonostante fosse prevista nel memorandum Usa-Italia». L'Avvocatura dello Stato si era opposta alla richiesta di sospendere l'autorizzazione, sostenendo che comunque non si costruirà nulla almeno fino a che non sarà data un'autorizzazione definitiva a seguito della redazione di un nuovo progetto che prevede l'ampliamento ad ovest della pista e non ad est come avviene attualmente.


Secondo il Codacons, «il Tar avrebbe accolto in particolare i dubbi manifestati sulla Vinca (Valutazione di incidenza ambientale) depositata dalla Regione che -appunto- »pur intitolata 'Progetto ovest', sembra riferirsi al vecchio progetto e non tenere in alcun conto il progetto alternativo richiesto dal Commissario Costa che prevedeva accesso alla base da nord«. La valutazione è incentrata sul rischio di inquinamento delle falde acquifere superficiali di livello »medio-elevato«, ma prevede anche il divieto di insediamenti al di sotto dei 4 metri di profondità, il che rende impossibile il previsto tunnel di un chilometro che dovrebbe essere realizzato a una profondità tra i 30 e i 50 metri. Il tunnel è quello della futura tangenziale nord, che taglierebbe in due l'area dell'aeroporto.


Insomma la questione è articolata e anche la relativa velocità di decisione del Tar deve avere molto impegnato i giudici. Inoltre sarebbe »illegale anche l'autorizzazione del direttore generale del Ministero della Difesa senza la previa verifica ex ante delle condizioni apposte all'autorizzazione stessa«.