{{IMG_SX}}Roma, 11 giugno 2008 - Il romeno Nicolae Romulus Mailat è stato rinviato a giudizio dal gup Orlando Villoni, per i reati di omicidio volontario, rapina e violenza sessuale. Le accuse fanno riferimento all'aggressione avvenuta il 30 ottobre scorso di Giovanna Reggiani, a Roma, poco fuori la stazione ferroviaria di Tor di Quinto. Il processo comincerà il 25 settembre prossimo nell'aula della III Corte d'Assise.

 

Mailat oggi era in aula, sbarbato e un poco ingrassato, diverso dalle foto segnaletiche scattate subito dopo l'arresto. Poco prima dell'inizio dell'udienza al suo difensore, l'avvocato Piero Piccinini,tramite l'interprete ha detto di avere paura. Il gup Villoni, all'esito di una camera di consiglio di poco più di un'ora, ha deciso di disporre il processo per il romeno.

 

Il 31 ottobre scorso Giovanna Reggiani, 47 anni, rincasava in una stradina senza illuminazione, appena scesa dal treno, alla stazione ferroviaria di Tor di Quinto. Mailat, secondo l'accusa, l'aggredì con un bastone, la trascinò poco distante e le strappò la borsa. Gettandone, poi, il corpo senza vita in un dirupo.

 

Questa ricostruzione è stata però smentita dalla difesa. Oggi l'avvocato Piccinini, secondo quanto si è appreso, aveva presentato una doppia istanza, riguardante un approfondimento investigativo da compiere e una rogatoria internazionale da effettuare in Romania. Il primo passaggio sarebbe stato relativo all'ascolto di 4 persone che avrebbero testimoniato che Mailat, al momento dell'aggressione della Reggiani, era ancora all'interno del campo e sarebbe andato vicino alla donna solo in un secondo momento.

 

L'altro elemento era relativo all'acquisizione della cartella clinica relativa al ricovero, in una struttura psichiatrica, della cosiddetta 'superteste' Emilia Neamtu, l'anziana romena che fermò un autobus e diede di fatto l'allarme rispetto a quanto subìto dalla Reggiani. La stessa Neamtu portò i poliziotti ad arrestare, in breve, Mailat.
Nei mesi scorsi è stato archiviato il procedimento contro Vasile Vasili Neamtu, il figlio di Emilia. Il giovane era stato accusato da Mailat di aver partecipato all'aggressione, ma dalle indagini è emerso che in questa vicenda il romeno non ha avuto un ruolo.

 

Mailat, da parte sua, continua a dichiararsi innocente ma contro di lui pesa anche la testimonianza resa ai giudici di Bucarest dal suocero che, in fase d'indagine, ha detto che quella sera, a Tor di Quinto, divise il bottino con il giovane romeno.

 

Il gup Villoni, nel rigettare le richieste di ulteriori accertamenti, fatte dal difensore di Mailat, ha anche disposto il processo per il romeno di 24 anni.

 

Nel febbraio scorso, un altro giudice, aveva disposto nei confronti dello stesso Mailat l'imputazione coatta per l'accusa di violenza sessuale. La Procura aveva chiesto chiesto l'archiviazione per questa ipotesi. Le prove di uno stupro sussistono perché le nuove norme penali danno una diversa configurazione, rispetto al passato, del reato in questione.

 

In sostanza, è vero che la Reggiani non ha subito materialmente violenza ma il solo fatto d'averla trovata con un seno scoperto, i pantaloni abbassati e le mutandine strappate fa configurare la sussistenza del reato. Gli avvocati di parte civile non hanno voluto commentare la decisione presa oggi dal giudice Villone che ha disposto il processo per Mailat. Il processo a carico del romeno, che comincerà il 25 settembre prossimo, si terrà nell'aula bunker di Rebibbia.