{{IMG_SX}}Palermo, 5 giugno 2008 - Assicuravano l'anonimato alle proprie vittime di estorsione garantendo di non scriverne il nome in alcun `libro mastro', oppure offrivano la possibilità di fatturare la somma pagata consentendone addirittura gli sgravi fiscali.

E' successo a Palermo dove secondo quanto scoperto dalla polizia, anche grazie alla collaborazione di alcuni collaboratori di giustizia, sembra essere questa la nuova tecnica degli estortori per fronteggiare la risposta dello Stato. In manette, con l'accusa di tentata estorsione ad un commerciante sono finiti due estortori di Borgo Vecchio,Francesco 'Franco' Russo, detto Diabolik, 47 anni, di Michele Siragusa, 64 anni ritenuti fedelissimi dei boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo.

E' considerata dalla polizia la nuova frontiera del pizzo quella scoperta a Palermo. I presunti estrortori di Borgo Vecchio, Francesco Russo e Michele Siragusa, arrestati oggi, avrebbero offerto ai commercianti estorti garanzie di assoluto anonimato sui libri mastri della mafia e potenziali fatture ai fini di assicurare sgravi fiscali.

In particolare, Russo e Siragusa, anche sulla base di quanto dichiarato dai collaboratori di giustizia in ordine alle loro aspirazioni di ricoprire ruoli di primissimo piano in seno alla famiglia del 'Borgo' con il placet dei Lo Piccolo, erano stati tenuti sotto strettissima osservazione dalla Polizia. In più circostanze gli stessi erano anche stati notati in prossimità di esercizi commerciali del centro cittadino con atteggiamento sospetto e tale da indurre a ritenere che alcuni di questi fossero utilizzati come luogo di riunione.

Uno di questi luoghi, in particolare, aveva suscitato notevole interesse investigativo per le cautele adottate dagli indagati sia durante l'avvicinamento all'esercizio sia all'interno di questo. La conseguente attività investigativa ha consentito di verificare come l'esercizio controllato non fosse, in realtà, luogo di riunione, bensì attività sottoposta a pretesa estorsiva.

Nel corso delle indagini la polizia ha pure scoperto che le 'attenzioni' adottate dagli estortori nei confronti della vittima. In particolare Russo avrebbe rappresentato la possibilità di procurare una non meglio specificata 'pezza d'appoggio' idonea a documentare il pagamento e, per di più, aveva assunto l'impegno di non effettuare annotazioni atte ad evidenziare l'assoggettamento della vittima al 'pizzo' e ciò al fine dichiarato di preservare quest'ultima dall'attività d'indagine ragionevolmente conseguente all'eventuale rinvenimento e sequestro dei documenti riportanti i nominativi degli estorti e l'entità delle somme imposte.

Il racket del pizzo imporrebbe una tassa settimanale di 5 euro ciascuno a tutti i commercianti del quartiere palermitano del Borgo Vecchio. La somma, che si aggiunge alle richieste di denaro piu' cospicue fatte alle vittime, verrebbe giustificata conil contributo all'organizzazione della festa di sant'Anna, una ricorrenza molto sentita nella zona.

A rivelare il retroscena e' un commerciante vittima del racket che, non sapendo di essere intercettato, racconta il particolare ad un amico, all'interno del suo locale.
''Tutti i negozi - dice - pagano cinque euro a settimana. Per quando poi fanno la festa a Sant'Anna, che chiamano i cantanti. Uno fa finta di niente...Ma alla fine dell'anno sono soldi: 250-300 euro".

''E' venuto Franco Russo e mi ha detto: 'Tu devi fare quello che dico io - racconta la vittima - devi prendere mille euro e glieli devi portare, perche' altrimenti ti faccio saltare tutte cose in aria. Abbiamo scassato a tuo suocero e scasso pure a te. Non ci vuole niente, quando tu esci fuori ti buttano l'acido in faccia. Io te lo sto dicendo, portami mille euro, altrimenti prendi le valige e te ne puoi andare''.

Drammatico lo sfogo della vittima che dice al suo interlocutore: ''Franco, io mi sto disgustando, ti giuro, io andrei via dalla Sicilia, mi dovete credere. Perche' mi sto disgustando di questa terra. Questo Sud sta rompendo, ci sta consumando''.