{{IMG_SX}}Roma, 3 giugno 2008 - Vittorio Cecchi Gori è stato raggiunto da ordinanza di custodia cautelare per il reato di bancarotta. Il provvedimento è stato firmato dal gip del tribunale di Roma, Guicla Mulliri, su richiesta del pm Stefano Rocco Fava.

 

Secondo quanto riferisce l'Adnkronos, l'indagine che ha portato Vittorio Cecchi Gori in carcere questo pomeriggio scaturisce da un procedimento aggiuntivo a quello del fallimento della Fin.Ma.Vi. In particolare, si tratterebbe di un appendice del filone principale all'esame della Procura di Roma e riguarda il fallimento della 'Safin Cinematografica', fallita per 25 mln di euro, società collegata alla Fin.Ma. Vi. La misura cautelare è stata eseguita dai militari della Guardia di finanza, Nucleo di polizia tributaria.

 

''State tranquilli, è certamente un disguido''. Così Vittorio Cecchi Gori si è rivolto ad alcuni stretti collaboratori mentre veniva accompagnato fuori dalla sua abitazione dagli uomini delle forze dell'ordine. Secondo quanto si apprende al momento dell'arresto l'ex produttore cinematografico era nel suo ufficio, a Roma.

 

Valeria Marini, che qualche anno fa ha avuto una relazione con Cecchi Gori, esprime solidarietà: "Sono molto dispiaciuta e spero che tutto si risolva nel più breve tempo possibile''. ''Oggi - dice - sono solidale con lui come sempre lo sono stata, anche in altri momenti brutti. Ho mantenuto un bel rapporto di amicizia e se lui ha bisogno di me, di qualunque cosa, io ci sono'', dice la Marini, che non vuole essere considerata una ex ma vuole sottolineare il suo legame prima di tutto di solidarietà con l'imprenditore.

 

GLI AVVOCATI

''Dall'analisi del provvedimento del Gip si deduce l'estraneità di Vittorio Cecchi Gori ad ipotesi di reato''. Così gli avvocati Massimo Krogh e Antonio Fiorella difensori dell'ex produttore cinematografico arrestato stasera a Roma con l'accusa di bancarotta fraudolenta. ''Si tratta - spiegano i due avvocati - di operazioni del gruppo del tutto lecite e che, peraltro, sono viste in un'ottica accusatoria che non può essere condivisa così come dimostreremo nelle sedi opportune''.