{{IMG_SX}}Verona, 21 maggio 2008 - Non sopportava quell'accusa infamante, i maltrattamenti in famiglia, così un muratore si e' trasformato in bonzo, oggi, dandosi fuoco con la benzina davanti alla caserma dei carabinieri del suo paese, Pescantina (Verona). Andrea Venturini, 43 anni, provato dalla vicenda giudiziaria ma anche da una situazione di sofferenza psichica, e' in condizioni disperate all'ospedale di Verona, con ustioni al 90% del corpo, di secondo e terzo grado. Le speranze di salvarlo, secondo i medici, sono ridotte. Sarebbe probabilmente morto oggi se le sue urla non avessero richiamato i militari dell'Arma che si trovavano nell'ufficio di Pescantina. Un paio di loro sono corsi all'esterno con una coperta e si sono buttati su Venturini, spegnendo le fiamme che pero' avevano gia' causato gravi ustioni all'uomo.

Arrestato una prima volta nel settembre 2005, il muratore era finito in manette un'altra volta alla fine del marzo scorso. Era stato il figlio 14enne a non sopportare piu' quanto vedeva in casa. Preso in mano il telefono, il ragazzino aveva chiamato i carabinieri, in lacrime, chiedendo di ''fermare il papa''', che stava ''picchiando la mamma''. In quell'occasione la donna, 41 anni, era stata colpita da uno schiaffo particolarmente violento, e cadendo a terra aveva battuto la testa contro un mobile, perdendo i sensi.

Nel processo per direttissima, Venturini, accusato di maltrattamenti e lesioni con l'aggravante dei futili motivi e del legame di parentela, si era visto convalidare il provvedimento d'arresto e imporre la misura della custodia cautelare. Scarcerato un mese fa, era tornato in paese, ma con il divieto di avvicinarsi alla famiglia.

Oggi pero' qualcosa e' scattato nella sua mente. Un testimone ha riferito di averlo visto arrivare in bicicletta davanti alla caserma dei carabinieri, con una tanica in mano. Sceso dalla bici si e' posto in mezzo alla strada, ha versato il contenuto della tanica su di se' e' ha fatto scattare l'accendino, trasformandosi in una torcia umana. Il pronto intervento dei militari non ha purtroppo impedito che il fuoco causasse ustioni devastanti.

Quando i carabinieri hanno capito di chi si trattava, si sono subito recati in casa della moglie del muratore, temendo che questi potesse aver deciso di uccidersi dopo aver aver compiuto un altro gesto violento. I familiari del 43enne erano invece all'oscuro di tutto.