{{IMG_SX}}Verona, 5 maggio 2008 - Non ce l'ha fatta Nicola Tomassoli, il giovane aggredito la notte del 30 aprile scorso per aver negato una sigaretta a un gruppo di ragazzi. Tomassoli è morto all'ospedale di Borgo Trento, a Verona, dopo essere stato ricoverato per giorni presso l'Unità di Terapia Intensiva Neurochirurgica dell'Ospedale, avendo riportato un grave trauma cranio-cervicale con emorragia cerebrale, che alla fine gli è stato fatale.

 

"Alle ore 18 - si legge nel bollettino medico diffuso dall'azienda ospedaliera e firmato dal direttore sanitario Pier Paolo Benetollo - il collegio medico ha concluso il periodo di osservazione per l'accertamento di morte di Nicola Tommasoli: i genitori di Nicola hanno espresso il desiderio di donare gli organi e i tessuti". "Sono pertanto in corso gli accertamenti clinici e strumentali per la valutazione di idoneità alla donazione. Se questi daranno esito positivo - conclude la nota - le operazioni di prelievo inizieranno in serata".

 

GLI ALTRI ARRESTI

 

La Digos della Questura di Verona ha fermato altri due giovani in relazione al brutale pestaggio di Nicola Tommasoli, ricoverato all'ospedale Borgo Trento di Verona dopo essere stato selvaggiamente picchiato la notte del 30 aprile.

 

I due arrestati hanno ammesso la propria partecipazione al pestaggio di Nicola Tommasoli. Si tratta di Guglielmo Corsi, 19 anni, metalmeccanico, e Andrea Vesentini, 20, promoter finanziario. Gli altri due del gruppo non ancora arrestati sono ricercati ma gia' identificati e non e' escluso che presto si consegnino alla Digos veronese. I due arrestati, che si aggiungono a Raffaele Delle Donne, gia' bloccato ieri, sono gia' stati interrogati dal Pm Rombaldoni e hanno confermato la partecipazione al pestaggio. Sono stati condotti nel carcere veronese di Montorio.

 

 

GLI AMICI DI NICOLA

 

"Erano delle bestie, non c'è un motivo nè niente, alle spalle, se Nicola si girava probabilmente non era lì, si poteva difendere, avrebbe avuto qualche botta ma essendo alle spalle non puoi proteggerti". Uno degli amici di Nicola Tommasoli, ridotto in fin di vita per una sigaretta, ricostruisce i momenti dell'aggressione nell'edizione delle 12,25 di Studio Aperto.

 
"C'erano i ragazzi - racconta - noi stavamo passeggiando ci chiesero una sigaretta anche con un tono un pò strano. Noi abbiamo risposto di no e abbiamo continuato a camminare per la nostra strada senza fermarci. Quando ho fatto per girarmi questo ce lo avevo già addosso e mi ha sferrato subito un pugno da lì è cominciato tutto, due minuti di panico, faccio fatica adesso perchè ho preso tante botte, mi tiravano per i capelli sono caduto più volte, ho cercato di difendermi come potevo, per fortuna mi sono girato altrimenti potevo esser lì al posto del mio amico. Cosa ci dicevano? No non ci dicevano insulti. No ci davano le botte non dicevano niente".

 
"Quasi senza accorgersene siamo stati aggrediti - è la testimonianza di un secondo ragazzo - picchiavano in modo selvaggio come se sapessero che con queste azioni provavano gioia, Nicola era già svenuto, a terra ansimante, non dava segni di risposta".

 

 

LA RICOSTRUZIONE

 

Il movente che ha portato all'aggressione e al pestaggio di Nicola Tommasoli a Verona resta quello di una sigaretta negata al gruppo di ultras. La ricostruzione dei fatti elaborata dalla polizia e dai carabinieri esclude il movente politico. Il 30 aprile scorso tre giovani, Raffa (Dalle Donne), Peri e Tarabuio, il primo è Dalle Donne, sono in centro per bere qualcosa in un noto caffè dove si trova gran parte della gioventù cittadina. Sono circa le 23 e ai primi tre si aggiungono anche altri due, Corsi e Vesentini, due ragazzi della provincia che frequentano anche loro la curva sud dello stadio Bentegodi. Non appartengono a nessun gruppo politico Corsi va soltanto allo stadio, Vesentini è amico di Corsi e basta.

 

I cinque bevono un po' e poi si spostano per le vie del centro cercando di raggiungere un altro pub per bere ancora. Verso le due di notte, notano tre ragazzi che stanno fumando sulla strada. Corsi si avvicina e chiede sgarbatamente una sigaretta, la risposta è un no secco e poi partono gli insulti da parte dei cinque ultras. I tre ragazzi che fumavano replicano alle parole e quindi si passa alle mani.

 

Sono gli aggressori che cominciano a menare schiaffi contro gli altri tre continuando ad apostrofarli per chiedere una sigaretta: "Codino - dice uno degli aggressori rivolgendosi ad un ragazzo che ha la coda di cavallo - dammi una sigaretta". Nella rissa Tommasoli cade a terra e due degli aggressori gli sferrano un calcio alla testa. Gli autori del pestaggio fuggono immediatamente, Dalle Donne, Peri e Tarabuio vanno a casa, gli altri due tornano a Illasi (Verona), il paese dove abitano.

 

IL QUESTORE

 

Il gravissimo pestaggio di Nicola Tommasoli a Verona deve far riflettere molti giovani che hanno il mito della violenza. Il questore di Verona, Vincenzo Stingone, ha voluto sottolineare la gravità dell'episodio, pur riconoscendo che gli aggressori di Tommasoli sono tutti giovanissimi e di buona famiglia. "C'è poco da gioire per i risultati che abbiamo ottenuto nelle indagini - ha detto il Questore, - ricordandoci delle condizioni della vittima. Le vere ragioni di questo pestaggio sono quelle della stupidità, della prepotenza e dell'intolleranza. Speriamo che questa tragedia faccia riflettere molti giovani che fanno della violenza uno stile di vita".

 

Il Questore ha quindi sottolineato l'ottimo lavoro svolto in sinergia da polizia e carabinieri, con uno scambio continuo di informazioni e un minuzioso lavoro di intelligence. Infine, un pensiero a Nicola Tommasoli, "cui va la nostra solidarietà - ha detto il Questore, - solidarietà che rivolgiamo anche ai suoi genitori". Sia il Questore che il pm Rombaldoni hanno sottolineato più volte che gli aggressori non appartengono ufficialmente ad alcun gruppo politico di estrema destra ma tre di loro sono simpatizzanti, oltre che Ultras dello stadio, mentre gli altri due, i ragazzi di Illasi, sono ragazzi qualsiasi conosciuti soltanto come un po' aggressivi.

 

MORTE CEREBRALE

 

Il quadro clinico di Nicola Tommasoli, ricoverato mercoledì notte presso l'Unità di Terapia Intensiva Neurochirurgica dell'Ospedale di Borgo Trento, si è ulteriormente aggravato: il collegio medico si è riunito in questi minuti per accertare se dichiarare o meno la morte cerebrale del giovane. Lo annuncia 'Azienda Ospedaliera di Verona. "Le condizioni di Nicola Tommasoli - sottolineano i medici - sono peggiorate e questa mattina sono presenti le condizioni cliniche che portano alla convocazione del Collegio Medico per l'accertamento di morte con criteri neurologici. Il giovane - ricordano i medici - al momento del primo soccorso presentava arresto cardiocircolatorio a seguito di grave trauma cranio-cervicale con emorragia cerebrale".

 

IL PADRE DELL'ARRESTATO

 

''Vorrei essere il padre della vittima anziche' il padre di mio figlio''.  Lo dice tra le lacrime il padre di Raffaele Dalle Donne, il primo giovane a costituirsi per il pestaggio di Verona. ''Ci ha fornito subito la massima collaborazione - racconta il dirigente della Digos, Luciano Iaccarino, riferendosi all'uomo - Crediamo possa avere avuto un ruolo determinante nel convincere il figlio a costituirsi''.