{{IMG_SX}}Verona, 4 maggio 2008 - Svolta nelle indagini sul pestaggio ai danni di Nicola Tommasoli, 29 anni, selvaggiamente picchiato la notte del 1° maggio a Verona per aver rifiutato di offrire una sigaretta: un giovane si è costituito. "Piena confessione" è stata resa davanti al pm Francesco Rombaldoni, titolare dell'inchiesta, che ne ha disposto il fermo. "La pressante azione di accerchiamento condotta - rileva la questura di Verona - ha fatto sì che, nella mattinata odierna, uno dei responsabili, sentitosi braccato, si costituisse presso la Digos della Questura di Verona, alla presenza dell'avvocato di fiducia".

 

Oltre al giovane fermato sarebbero stati individuati altri due picchiatori. Mancano, quindi, ancora all'appello gli ultimi due giovani del gruppo di cinque aggressori. Secondo fonti investigative, le loro identità risultano ancora sconosciute, anche perché il 20enne costituitosi non avrebbe fornito elementi per arrivare alla loro individuazione.


Il gruppetto, appartenente all'area dell'estrema destra veronese, sarebbe costituito tutto da giovani coetanei, intorno ai 20 anni. I due che sono riusciti a sottrarsi per il momento alla cattura, sempre secondo le stesse fonti, sarebbero fuggiti all'estero probabilmente in automobile. 

 

ANCORA GRAVE

 

E' ancora in condizioni gravissime Nicola Tommasoli, ricoverato in coma nel reparto di terapia intensiva della Neurochirurgia di borgo Trento. Il padre ha spiegato al quotidiano l'Arena di Verona di essere "realista", di non volersi illudere: "I medici hanno detto - aggiunge - che c'era stata una piccola ripresa dell`attività cerebrale, ma poi è tornato tutto come prima, piatto".

 

Ieri l'appello della madre, Maria Tommasoli, allo stesso giornale: "Chi era in quella via di Verona giovedì notte collabori con le forze dell'ordine, chi ha visto qualcosa non abbia paura di dirlo perché un ragazzo non può essere in fin di vita per una sigaretta".