{{IMG_SX}}Trapani, 3 maggio 2008 - Aveva legato al banco un alunno di 7 anni colpevole di essere troppo vivace, lo aveva imbavagliato con del nastro adesivo e, non contenta, schiaffeggiato due volte. Per l'insegnante di inglese Adelia Sirchia, di 35 anni, della scuola elementare di Contrada Ulmi di Salemi (Trapani), per quei fatti dell'ottobre 2004 è adesso arrivata la condanna del Tribunale di Marsala a un mese di reclusione, alla sospensione per lo stesso periodo dall'insegnamento, nonchè al pagamento di 5 mila euro per il risarcimento dei danni morali e le spese processuali.


Quattro anni fa la donna venne accusata di sequestro di persona e abuso dei mezzi di correzione e disciplina dopo che i carabinieri avevano indagato su alcuni episodi accaduti nell'istituto. Dalle indagini risultò che l'insegnante, dopo avere immobilizzato il piccolo, scrisse sulla lavagna la frase "A mali estremi, estremi rimedi", ordinando agli alunni di ricopiarla sul proprio diario.

 

I genitori, che si sono costituiti parte civile, vennero a conoscenza per caso dell'episodio perchè il figlio insieme al fratello ripeteva a casa quanto accadeva in classe. "Sono contenta per l'esito della sentenza - afferma la mamma - bisogna mettere un freno a certi comportamenti".

 

L'avvocato Stefano Pellegrino, difensore della condannata ha annunciato il ricorso in appello: "In tribunale non è stato chiarito se si trattava di un gioco o di una punizione. Siamo fiduciosi e convinti di ribaltare la sentenza".