{{IMG_SX}}Roma, 29 aprile 2008 - Gli stranieri residenti in Italia con un regolare permesso di soggiorno sono poco più di due milioni e quattrocentomila (129.000 in più rispetto all'anno precedente): oltre l'88% di loro vive al centro-nord, ben un quarto in Lombardia. Sono alcuni dei dati (aggiornati al primo gennaio 2007) contenuti nel primo Rapporto sull'immigrazione del ministero dell'Interno presentato stamane al Viminale dal ministro Giuliano Amato e dal sottosegretario Marcella Lucidi.

 

Molte le «sorprese» del dossier, a cominciare dalla percentuale di stranieri sul totale della popolazione: con il 5%, l'Italia si attesta appena al dodicesimo posto in una ideale graduatoria europea, dopo Svizzera (20,2%), Austria (9,4%), Germania e Belgio (8,8%), Grecia (8,1%), Francia (5,7%), Irlanda (5,6%), Svezia e Danimarca (5,4%), Regno Unito (5,2%), Norvegia (5,1%). Netta la frattura territoriale tra sud (dove gli stranieri sono appena l'1,6% della popolazione) e il centro-nord(dove la quota si impenna al 6,8%). Le regioni a più alta densità di immigrati sono, dopo la Lombardia, Veneto, Lazio ed Emilia Romagna, ma la situazione all'interno delle singole province risulta molto diversificata, con picchi oltre il 10%, ad esempio, a Prato e Brescia.

 

All'inizio del 2007, gli immigrati titolari di un permesso di soggiorno per lavoro restano la grande maggioranza (il 60,6%) mentre il 48,3% delle donne sono titolari di un permesso di soggiorno per motivi di famiglia. Tra gli immigrati, prevalgono i minori (quasi un quarto dei residenti) e le persone in età attiva e riproduttiva: l'età media è di 30,4 anni, inferiore a quella della popolazione residente nel complesso (42,3 anni). I bambini nati nel nostro Paese da genitori stranieri nel 2006 sono stati 57.765, il 10% circa del totale dei nati in Italia: il numero dei nati per mille stranieri residenti è praticamente raddoppiato (da 11,6 a 22,3) nel corso di poco più di dieci anni.

 

Il 55,3% degli italiani ritiene che "l'immigrazione da paesi islamici ponga piu' problemi delle immigrazioni da altri paesi". E, "il 31,4% dice no all'apertura di moschee nel nostro Paese". E' quanto emerge della seconda edizione dell'Osservatorio sociale sulle immigrazioni in Italia creato da Makno consulting per il ministero dell'Interno. La principale preoccupazione dei connazionali riguarda "insofferenza nei confronti della religione cattolica" (28,4%), segue "l'atteggiamento critico nei confronti della cultura del popolo italiano" (24,6%) e, solo dopo, "il pericolo di attentati terroristici di cellule integraliste islamiche" (17,2%).

 

Per gli italiani, spiega Mario Abis, presidente di Makno cunsulting, "gioca piu' il fattore religioso e culturale rispetto all'allarme terroristico. Preoccupa di piu' la percezione di un mondo diverso, separato e lontano". Secondo il ministro, Giuliano Amato, "e' positivo che le cose che preoccupano di piu' siano le ragioni culturali, la questione del rispetto delle donne: non e' vero- sottolinea il responsabile del Viminale- che gli italiani vedono gli islamici come terroristi. Non c'e' una negativita' cosi' spiccata"