{{IMG_SX}}Napoli, 29 aprile 2008 - Su 387 campioni di latte prelevati in 240 caseifici delle cinque province della Campania, cui conferivano latte 959 allevamenti, solo 39, pari al 14,4% del totale, sono risultati non a norma per la diossina. È questo l'esito dei controlli predisposti dal Ministero della Salute dopo l'allarme diossina sulla mozzarella di bufala campana del mese scorso. In una nota congiunta dei ministeri della Salute e delle Politiche Agricole si comunica che il programma di analisi messo a punto in collaborazione con la Regione Campania per determinare l'ampiezza di un fenomeno che ha provocato il crollo anche del 60% nelle vendite quotidiane di mozzarella di bufala ha evidenziato che "il problema diossina esiste in modo circoscritto e comunque in misura ridotta rispetto qualche anno fa". Dopo le analisi, 102 allevamenti potenzialmente contaminati sono stati già posti sotto sequestro sanitario, per cui c'è la garanzia che tutto il latte di bufala campana commercializzato e i prodotti caseari compresa la mozzarella di bufala campana commercializzati sono in regola. 

 

Il programma di campionamento approvato dalla Commissione europea prevedeva due fasi di campionamento e analisi affidate agli istituti zooprofilaltici sperimentali di Napoli e Brescia, al centro di referenza nazionale per le diossine dell'Istituto di Teramo, al Consorzio interuniversitario nazionale di Porto Marghera e a un laboratorio privato di Amburgo indicato dall'Ue. La prima fase ha coinvolto le province di Napoli, Caserta e Avellino, dove sono stati prelevati 271 campioni in 173 caseifici riforniti da 646 diversi allevamenti. Gli esiti delle analisi hanno dato come conformi 232 campioni, pari all'85,6% del totale, mentre 39 campioni, pari al 14,4%, sono risultati non corrispondenti ai limiti cautelativi fissati in via provvisoria dal piano concordato con le autorità comunitarie.

 

Ciò ha permesso di individuare 102 allevamenti potenzialmente contaminati subito posti sotto sequestro e sui quali sono in corso approfondimenti che prevedono, tra l'altro, il prelievo di campioni di latte e di alimenti zootecnici, il divieto di cessione o commercializzazione di latte o prodotti da esso derivati e quello di movimentazione degli animali. Nella seconda fase, sono state monitorate le province di Salerno e Benevento, prelevando 116 campioni di latte da 67 diversi caseifici riforniti da 313 allevamenti.

 

Tutti i campioni analizzati sono risultati conformi, confermando che le due province non sono interessate dal fenomeno diossina. Infine, per quanto riguarda i controlli sugli 83 allevamenti posti sotto sequestro che avevano fornito il latte a 25 caseifici i cui prodotti erano risultati positivi alla diossina a marzo, 48 sono risultati negativi alle analisi, 31 positivi alle analisi sul latte e 4 a quelle sul latte e mangimi.

 

Nel dettaglio, i risultati del piano di controllo per singola azienda sanitaria locale mostrano che su 6 campioni prelati nel territorio dell'Asl Avellino 2, tutti sono conformi; su 63 campioni dell'Asl Caserta 1, 5 non sono conformi; su 159 prelevati nell'area dell'Asl Caserta 2, 15 non sono conformi; su 8 dell'Asl Napoli 1, uno non è conforme; su 25 dell'Asl Napoli 2, 6 non sono conformi; su 26 dell'Asl Napoli 3, 7 non sono conformi; su 21 dell'Asl Napoli 4, 4 non sono conformi su 2 dell'Asl Napoli 5, uno non è conforme.

 

Le attività di controllo, espletate in tempi brevi grazie all'impegno profuso da tutti i soggetti coinvolti nel piano, hanno scongiurato il pericolo dell'applicazione della clausola di salvaguardia nei confronti dell'Italia da parte della Commissione Europea. Ma soprattutto hanno permeso di isolare gli allevamenti a rischio diossina; di identificare gli allevamenti contaminati in modo da avviare le bonifiche becessarie; di garantire che "tutto il latte di bufala campano commercializzato in ambito nazionale e internazionale è in regola con le norme sulla diossina"; di avere la certezza che "tutti i prodotti derivati dal latte di bufala campano commercializzati in ambito nazionale e internazionale sono in regola con le norme sulla diossina".

 

Inoltre, ricorda la nota, hanno permesso, grazie alle negoziazioni condotte dal Ministero degli Affari esteri sulla base delle informazioni e della doumentazione fornite da quello della Salute, "di limitare da subito le ripercusioni negative sulla commercializzazione dei prodotti lattiero-caseari provenienti dall'intero territorio italiano" su mercati quali quello della Corea del Sud, della Cina, del Giappone, di Hong Kong e Taiwan. Il Ministero della Salute è intervenuto anche sulle autorità di paesi partner commerciali dell'Italia (Argentina, Australia, Bielorussia, Brasile, Canada, Cile, Croazia, Emirati Arabi, Federazione Russa, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Stati Uniti d'America) con cui sono stati istaurati rapporti "improntati a reciproca fiducia" per fornire le informazioni disponibili.

 

La diossina nei prodotti lattiero-caseari italiani è "sotto controllo". Lo ha sottolineato il ministro per le Politiche agricole, Paolo De Castro, che ha spiegato come "in alcune province campane sottoposte ai controlli siamo vicini al 90% di assoluta garanzia di assenza di contaminazioni. E anche in quella parte in cui è stata superata la soglia consentita - ha aggiunto il ministro ai microfoni di SkyTg24 - sono stati individuati i 102 allevamenti a rischio, sui quali è stato disposto il blocco alla commercializzazione dei prodotti e il sequestro".

 

"Il livello di diossina è inferiore a quello di qualche anno fa - ha poi ribadito De Castro -. Si è fatto un gran rumore ma i consumatori devono stare tranquilli e sicuri. La macchina dei controlli dà garanzie assolute ai cittadini e ai consumatori italiani ma anche a quelli stranieri. Dovremmo, piuttosto, pubblicizzare l'efficienza dei controlli e non certi scandali, fatti soprattutto per ragioni mediatiche".