{{IMG_SX}}Ginevra, 15 aprile 2008 - È stato abbattuto ieri sera «Jj3», l'orso bruno proveniente dal Nord Italia, che viveva nel cantone svizzero di Grisons dal giugno scorso. Lo ha annunciato l'ufficio federale dell'Ambiente, secondo il quale l'animale rappresentava una minaccia per gli uomini. Nelle settimane scorse, infatti, «Jj3» si era spostato verso zone abitate alla ricerca di cibo e a nulla erano valse le tecniche adottate dalle autorità locali per allontanarlo.

 

"L'orso non avrebbe cambiato il suo comportamento" aggressivo, hanno commentato dall'ufficio per l'Ambiente, "e rappresentava un rischio per la sicurezza delle popolazione". Per questo si è deciso di abbatterlo. L'altro orso bruno che popola quelle zone, invece, non si è mai avvicinato ai centri abitati e continua a vagare tra le vallate di Engadine e Muenster.

 

 Entrambi, probabilmente originari dell'Italia settentrionale, facevano parte di un progetto che aveva lo scopo di riportare gli orsi bruni nel loro habitat naturale. Uno degli ultimi esemplari di orso bruno svizzero fu abbattuto da un gruppo di cacciatori nel 1904, nel sud est del Paese. Poi questi animali scomparvero dalla Svizzera per un centinaio di anni fino all'estate del 2005, quando un esemplare fu avvistato sulle Alpi svizzere.

 

PECORARO SCANIO: FATTO GRAVE

"E' un fatto molto grave. In Svizzera, come in Baviera per l'orso Bruno, e' stata assunta una decisione sbagliata e irrazionale che rende piu' difficile la reintroduzione di un animale che ha sempre abitato l'areale alpino". Lo dice il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, commentando l'abbattimento dell'orso Jj3 in Svizzera.
"Anche nel caso di Jj3- aggiunge il ministro- l'Italia si era mossa subito: avevamo, tra le altre cose, offerto alla Svizzera supporto di uomini e mezzi per raggiungere l'obiettivo di salvaguardare l'orso. Avevamo dato disponibilita' a riprenderlo, si poteva spingerlo verso aree meno frequentate. Insomma si poteva fare altro. Si doveva evitare di abbatterlo".

 

Tutelare le specie simbolo della biodiversita'- conclude Pecoraro- "e' un obiettivo che tutti i paesi debbono condividere ma per raggiungerlo serve dialogo e non chiusure. L'Italia comunque e' determinata e proseguira' in questa direzione. Ma e' evidente che questi animali necessitano di tutela in ambito transfrontaliero.
E l'Europa si deve porre questo problema".